venerdì, 22 Novembre 2024

WHISTELBLOWER. Il caso italiano. Andrea Franzoso denunciò il presidente di FNM, spese pazze personali con 600mila euro pubblici

Il “whistleblowing” è un fenomeno abbastanza recente collegato agli scandali che sono emersi grazie alla denuncia di irregolarità da parte di soggetti dipendenti di un’azienda, un governo o un’associazione che durante l’attività hanno scoperto frodi, pericolo o un altro serio rischio che possono danneggiare clienti, colleghi, azionisti, il pubblico o la stessa reputazione dell’impresa/ente pubblico/fondazione.

Ma chi denuncia corruzione e illegalità sul posto di lavoro non viene aiutato.  La legge – tuttora inesistente nel nostro Paese – dovrebbe tutelare chi segnala corruzione e illegalità sul posto di lavoro ma il testo in discussione non rispecchia i punti irrinunciabili richiesti da “Riparte il futuro”, primo fra tutti il fondo di sostegno economico per i segnalanti.

Il “whistleblowing” è uno strumento legale – già collaudato da qualche anno, anche se con modalità diverse, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna – per informare tempestivamente eventuali tipologie di rischio: pericoli sul luogo di lavoro, frodi all’interno, ai danni o ad opera dell’organizzazione, danni ambientali, false comunicazioni sociali, negligenze mediche, illecite operazioni finanziarie, minacce alla salute, casi di corruzione o concussione e molti altri ancora.

IL CASO ITALIANO, ANDREA FRANZOSO, WHISTLEBLOWER CHE HA DENUNCIATO LE SPESE PAZZE IN FERROVIE NORD MILANO 2015. ABBANDONATO DALLO STATO AIUTATO DA RIPARTE IL FUTURO

Andrea Franzoso era un dipendente di Ferrovie Nord Milano che ha denunciato il suo Presidente perché aveva scoperto che per ben 7 anni aveva utilizzato circa 600mila euro delle casse dell’azienda e quindi pubblici per spese personali o per accrescere il potere politico. Andrea Franzoso diventa un whistleblower italiano, denuncia ai Carabinieri alcune irregolarità riscontrate nella gestione aziendale, già segnalate in un report di audit che aveva presentato internamente e che era stato poco apprezzato dai suoi superiori. “A seguito della sua denuncia, la Procura della Repubblica di Milano avviò un’indagine che ha portato alle dimissioni dell’allora presidente della società, rinviato ora a giudizio per peculato e truffa aggravata”, così spiega Riparte il Futuro.

La denuncia. Per la sua azione, Andrea non solo non ha ricevuto complimenti o pacche sulle spalle, ma si è anzi trovato a dover subire una sorta di isolamento da parte di molti colleghi e dei suoi superiori; è stato esautorato dai suoi incarichi e, infine, trasferito dalla funzione di internal audit ad un altro ufficio, con un ruolo marginale. È a questo punto che ha deciso di intentare causa alla sua azienda, chiedendo di poter essere reintegrato nella sua precedente mansione.

La corruzione non ci dà tregua, spiega Riparte il Futuro: “Non passa giorno senza leggere notizie di appalti truccati, politici indagati, giri di mazzette. Questi scandali vengono spesso scoperti grazie a un whistleblower, una persona che ha il coraggio di segnalare illeciti di cui è testimone sul posto di lavoro. Sono casi sempre più numerosi: nel 2015 la sola Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha ricevuto 200 segnalazioni. Una media di 17 al mese, che si mantiene costante anche nel 2016“.

I cittadini che decidono di esporsi in prima persona, segnalando casi di corruzione e ruberie a danno della collettività sono i primi veri garanti della legalità, ma nonostante questo non godono oggi di una protezione adeguata, né gli viene riconosciuto alcun merito dalle istituzioni che essi difendono. In assenza di tutele e garanzie, moltissimi episodi di corruzione non emergono, perché chi ne è stato testimone ha paura a denunciare temendo per il proprio posto di lavoro o, alcune volte, per la sua stessa vita.

Così come i testimoni di giustizia hanno contribuito a contrastare le mafie, i whistleblower rappresentano uno ruolo indispensabile per arginare la corruzione, fenomeno che costa svariati miliardi di euro al nostro Paese e che mina la qualità dei servizi essenziali come sanità, trasporti pubblici e scuole.

La Camera ha approvato lo scorso 21 gennaio una proposta di legge sulla protezione dei whistleblower, ma la Commissione Affari Costituzionali del Senato non ha ancora deciso quando metterla in calendario per discuterla. La proposta di legge è una buona base di partenza che può però essere migliorata e resa ancor più utile ed efficace.

La PETIZIONE è diretta Ad Anna Finocchiaro, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e a tutti i membri della Commissione Affari Costituzionali del Senato:Firma e fai sentire la tua voce: chiedi al Parlamento Italiano una legge per difendere i whistleblower. Chi denuncia la corruzione sul posto di lavoro spesso rischia la carriera, pesanti ritorsioni e a volte anche la vita. Il loro coraggio ha bisogno di noi”.

Per firmare la Petizione, digita il LINK.

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