di Raffaele Menniti
Rio de Janeiro (Brasile) –122 km/h. Un’auto? Un treno? O forse un aereo? Niente di tutto questo. 122km/h é la velocità della battuta di Ivan Zaytsev, con la quale ha realizzato l’Ace decisivo che ha permesso all’Italia di battere gli USA.
Oro o Argento? Vincitori o vinti? C’è chi pensa che in una finale olimpica non ci siano vinti perché la medaglia al collo la si ha sempre. L’amarezza di una sconfitta resterebbe però. Ma con uno “Zar” così nulla sembra impossibile. Italia-Brasile.
UNA FINALE DA CARDIOPALMA
La finale per l’oro olimpico di Rio fa tremare. Domenica 21 agosto la finale ha decretato il primo e il secondo posto sul podio. Il Brasile gioca in casa, ma forse, non ha tutti i favori del pronostico. Gli azzurri dopo aver eliminato avversari come Francia e USA, non ha più paura di nessuno. Il “SeiBello” é pronto a colpire e abbattere anche i padroni di casa. Avanti “Zar” dopo 122 km/h e 127 km/h (contro l’Iran)”.
E come una schiacciata bloccata da un muro a rete, l’ItalVolley cade solo alle offensive Brasiliane. In una gara avvincente, di cui il risultato (3-0) non ne fa da specchio, gli azzurri si sono distinti per carisma, personalità e cattiveria. Ció pero non è bastato per arginar i Verde-Oro che spinti dall’amore e dal calore dei supporters, schiacciata dopo schiacciata, salvataggio dopo salvataggio hanno battuto l’armata dello “Zar“.
Nonostante i 125km/h raggiunti dalla palla. “Ivan il terribile” è stato messo in gabbia e non è riuscito a dare quella spinta che sarebbe servita all’Italia per salire sul gradino più alto del podio. Argento che però fa salire l’Italia al 9 posto nel medagliere e rende gli azzurri degli eroi. Hanno dimostrato, contro anche chi non credeva in loro, di essere squadra. Un Argento che sa d’Oro.
Grazie ragazzi