di Mauro Munari
Sinceramente, non avendo voglia di inutili dibattiti su minibot, mini minor e altre minorità, ho deciso di disturbare la mia memoria e di cercare di analizzare questa attuale società.
Nulla di che, sia chiaro. Non sarà sicuramente pubblicato in qualche quaderno scientifico ma, ricordando gli anni 70, 80 e 90, mi è chiaro quanto sia evoluta la scienza, l’informatica, la domotica, con continua evoluzione, ora anche del 5G e futura evoluzione: la robotica ed il, dicono e provano anche i cinesi, 6G e 7G, tecnologie in grado di scandagliare in tempo reale, mari, monti e persino rocce.
Quanto eravamo indietro! Se cercavi qualcuno (pensate!), eri costretto ad andare a casa sua, o magari al circolo o al bar o chissà dove altro…e non era affatto semplice: dovevi trovarlo! Pensa te, oggi, con una semplice chiamata, puoi, non solo trovarlo ma, addirittura, sapere dov’è e che cavolo stia facendo, con un bel calcione alla privacy, spesso evitata a piè pari, magari perché, ciò che devi sapere, lo devi sapere subito!
Una cosa è innegabile: il nostro tempo, è frenetico; non puoi permetterti nemmeno di fare una pausa e pensare a ciò che devi fare, perché, magari, ti ha raggiunto una mail, sul tuo inevitabile compagno di viaggio che, invece di farti andare a nord, come avevi pensato, ti diritta, in tempo reale, a sud est, perché, uno si è svegliato ed ha deciso che, quanto sta i tentando di farli fare da mesi, programmando per tempo, deve farlo oggi… perché si è svegliato così!
Non mi piace. Non amo correre solo perché vogliono che corra. La corsa frenetica, fine a se stessa, ti fa perdere di vista la lucidità e ti proietta in un mondo che ragiona schematicamente a corrente alternata, alla bisogna! Forse sto diventando vecchio ma ho ancora in bocca il profumo del caffelatte e della rosa nel bicchiere che la mamma mi faceva trovare sulla tavola a colazione, dopo che avevo finito di stropicciarmi gli occhi, prima di andare a scuola. Sarà nulla, per chi non l’ha provato ma per me è tanto e, oggi, queste cose, sono sempre più rare, così come è raro trovarsi in tanti e intavolare una discussione.
Oggi siamo qui – anch’io – e abitiamo su Facebook, su Instagram; i 45 giri sono un ricordo, assieme al mangiadischi a batteria, al “geloso” che registrava le nostre improvvisazioni. Oggi, vince chi è furbo, come allora, d’accordo ma, con i followers che tifano per lui e oscurano chi non si uniforma e, i cinesi, che allora erano tutti vestiti uguali, ci insegnano e comandano e una rosa, rossa o arancione, è sempre più difficile da raccogliere, perché non c’è tempo per farlo…
L’ho fotografata stamane. Neanch’io l’ho raccolta: rischierei di lasciarla senz’acqua.
Vince il più furbo? Spesso sicuramente, ma la vita reale è altro, sono attimi intensi che non tornano più e che nessuno può sostituire soprattutto un surrogato irreale dei social.
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