di Cinzia Marchegiani
Castel Fusano (Ostia/Roma) – Estate senza pace. L’Italia brucia e anche Roma e dintorni. Un incendio e un patrimonio perduto quello che ha colpito ieri Catel Fusano, la pineta di Ostia. Un vasto incendio è divampato poco prima delle 16.00 del 17 luglio nella pineta di Castel Fusano, nei pressi del quartiere Infernetto e vicino ad Ostia.
I Vigili del Fuoco sono stati impegnati con squadre e sono stati operativi sul posto fino al tramonto.
A comunicarci lo stato di avanzamento dell’operazioni di spegnimento sono stati proprio i Vigili del Fuoco: “Dopo notte di lavoro, incendio pineta #CastelFusano sotto controllo. Dalle 6:31 in azione 3 #Canadair #vigilidelfuoco”
Immagini che fanno male. Roma brucia e ora è toccato alla pineta di Castel Fusano
Una nube densa e scura si è levata nel cielo tanto da decidere di chiudere la Cristoforo Colombo all’altezza di via di Casal Palocco, in entrambe le direzioni, provocando molti disagi alla circolazione stradale.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco con numerose squadre, due Canadair e un elicottero VF. Giunti sul posto anche tre elicotteri e squadre regionali. Non risultano persone coinvolte.
Il lavoro delle squadre è proseguito tutta la notte e sono ancora in corso le operazioni di spegnimento dei focolai.
Video  intervento VV.FF.
#Incendio pineta #CastelFusano #Roma: squadre #vigilidelfuoco impegnate dalle 16:30. Operativi fino al tramonto 2 #Canadair e #DragoVF 51 pic.twitter.com/dESKKCI7sT
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 17 luglio 2017
UN DISASTROSO INCENDIO NEL 2000 INTERESSO’ 300 ETTARI DELLA PINETA MONUMENTALE SECOLARE
Nel luglio del 2000, un disastroso incendio ha interessato proprio i 300 ettari della pineta monumentale secolare, costituita da pini radi di grandi dimensioni e da un folto sottobosco di piante della macchia sempreverde mediterranea. I danni sono stati ingentissimi, più di 280 sono stati gli ettari andati distrutti, e pur provvedendo ad interventi di recupero ci vorranno secoli prima di riuscire a ricostituire il paesaggio originario (in considerazione anche del fatto che il problema incendi si ripropone inevitabilmente tutte le estati).
Un danno incalcolabile. La pineta si estende per oltre 1.000 ettari e costituisce la più vasta area di verde pubblico del Comune di Roma. Tale territorio ebbe nei secoli proprietari illustri, quali gli Orsini, i Corona ed i Fabi, per passare ai Sacchetti nel 1620 ed infine ai Chigi. Nel 1932 fu aquisito dal Governatorato di Roma ed aperto al pubblico l’anno successivo. Presenta zone con vegetazione più o meno fitta, a seconda che domini la macchia sempreverde autoctona (in prevalenza lecci) o il pino domestico (pinus pinea). Quest’ultimo, introdotto dall’uomo alla fine del 1600, ha dato origine ad un paesaggio monumentale che sebbene fondamentalmente artificiale ha un enorme valore storico. Un vasto lembo di macchia litoranea si estende poi parallelamente alle dune, con prevalenza di leccio, corbezzolo, lentisco, fillirea, erica arborea, mirto, alaterno, ginepro fenicio, rosmarino ed osiride.