di Mario Galli
Roma – TIM svenduta per un piatto di lenticchie….così esordisce l’onorevole Roberta Lombardi (M5S) alla manifestazione dei dipendenti dell’Azienda che da tutt’Italia sono arrivati per manifestare quest’oggi a Roma. Un’azienda primaria che gestisce gli assets più strategici è di fatto precipitata con imbarazzanti problemi di gestione e di tutela dei diritti dei dipendenti.
Oggi sono tutti a Roma i lavoratori della TIM che denunciano lo scippo dei diritti con il silenzio del governo, della politica, quella che decide, come il Ministro del lavoro quest’oggi….un’altra volta totalmente assente. Nessun dialogo con i lavoratori: è questo il primo problema che i sindacati si trovano a dover affrontare e sul quale, insieme ai lavoratori, sono disposti a dare battaglia.
La manifestazione è promossa dalle sigle sindacali Cobas, Snater, Cub, Usb e Cisal Comunicazione insieme al Clat – collettivo lavoratori autoconvocati telecomunicazioni. Si tratta, come emerge dai comunicati di “un ulteriore appuntamento dopo mesi di mobilitazioni in cui l’azienda ha tirato dritto per la sua strada tagliando diritti e salario”.
Nel merito della vertenza aggiungono: “Abbiamo già detto (e non solo Noi) che il nuovo regolamento è illegittimo e sta esponendo TIM a centinaia di ricorsi legali. Non solo, la riorganizzazione in atto nonché le nuove “norme”, rischiano di compromettere seriamente il funzionamento dell’Azienda”
I manifesti parlano chiaro e le foto non hanno bisogno di sottotitoli.
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Il destino di migliaia di lavoratori e delle rispettive famiglie dipendono quindi escluivamente dagli intrecci dell’alta finanza e della politica. Si tratta di un asset strategico per l’Italia, quello della comunicazione.
VIDEO Manifestazione 25 febbraio 2017 Roma
Ecco il risiko finanziario potrebbe essere giocato sulla pelle dei lavoratori Telecom Italia. Creare una azienda produttiva, con lavoratori semi-asserviti, poco sindacalizzati e con pochi diritti, da rivendere a peso d’oro per diventare leader di media e telecomunicazioni in Francia sembrerebbe una strategia a cui i lavoratori hanno ben fatto comprendere di non voler accettare senza combattere.
La politica si affacci e alla svelta. Sono numeri, tanti, ma rappresentano famiglie, vite su cui qualcuno ha deciso di giocare a risiko finanziario col silenzio del governo e del ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Premier Gentiloni se ci sei batti un colpo.