di Cinzia Marchegiani
Oggi, 20 luglio 2016 è stato presentato dalla Fnomceo, Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, il primo documento condiviso in materia di vaccinazioni, votato all’unanimità l’8 luglio 2016. “Siamo di fronte a un quadro preoccupante in cui la scienza medica e la politica debbono reagire insieme a tutela della collettività”. E per invertire la rotta i medici propongono una serie di ricette, dalla comunicazione ai cittadini al rafforzamento delle campagne vaccinali e alla stoccata ai magistrati spesso chiamati in causa poiché devono decidere sui danni da vaccino in seguito alle profilassi vaccinali: “Le sentenze in tema di salute devono recepire la metodologia dell’evidenza scientifica” la Fnomceo fa sapere.
QUESTE LE PROPOSTE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
1) di intensificare la campagna per l’adesione del personale sanitario alla vaccinazione;
2) di intensificare le campagne per valorizzare il ruolo del medico nella promozione delle vaccinazioni;
3) di riconfermare l’obbligo dei medici di collaborare all’attuazione dei provvedimenti di sanità pubblica;
4) di migliorare la comunicazione in ambito vaccinale nei confronti dei cittadini-utenti per favorire la partecipazione attiva e consapevole della popolazione ai programmi vaccinali;
5) di garantire l’omogeneità delle campagne vaccinali a livello nazionale;
6) di dare il massimo impulso alla vaccinazione nei primi mesi di vita al fine di prevenire patologie potenzialmente gravissime e di assicurare un efficiente sistema di avviso e di richiamo degli appuntamenti vaccinali per diminuire i casi di incompleta vaccinazione;
7) di sostenere tutte le normative regionali e nazionali tendenti a riaffermare la necessità della vaccinazione, attraverso provvedimenti che accertino validamente il dissenso dei genitori, l’assunzione di responsabilità rispetto ai rischi dei figli, la impossibilità dei figli a frequentare la scuola durante i periodi epidemici, la non iscrivibilità all’asilo nido, ed eventualmente l’assicurazione contro danni da mancata vaccinazione;
8) di chiamare, al raggiungimento della maggiore età, i soggetti non vaccinati per illustrare la loro situazione immunitaria e raccogliere il loro orientamento decisionale;
9) di sollecitare lo Stato e le Aziende produttrici di vaccini a dare il massimo supporto alla ricerca;
10) di sollecitare il Governo all’adozione di provvedimenti sulla estensione delle vaccinazioni a chiunque sia presente sul territorio nazionale e sulla predisposizione di linee guida per le campagne vaccinali attraverso i mass media;
11) di favorire il superamento dell’evidente disallineamento tra scienza e diritto, auspicando che i magistrati intervengano in tema di salute recependo nelle loro sentenze la metodologia della evidenza scientifica;
12) di sollecitare, di fronte al possibile ripetersi di sentenze che stabiliscono per giurisprudenza la correlazione tra vaccini e autismo fondate su singole attestazioni mediche, il Ministero della Salute e le autorità competenti a presentarsi in giudizio in collaborazione con il Pubblico Ministero e ad impugnare siffatti provvedimenti con effetto immediato fin dal primo grado di giudizio;
13) di favorire un’alleanza con i cittadini e i decisori pubblici per gestire correttamente il sovraccarico di informazioni fuorvianti, distorte o illusorie o in mala fede presenti su internet e di preparare consiglieri scientifici dei politici e dei mass media tali da riportare il dibattito nei limiti della correttezza metodologica;
14) di formare ricercatori e medici alla divulgazione scientifica, onde migliorare le basi cognitive con cui i cittadini affrontano le notizie scientifiche;
15) di uniformare gli standard delle strutture pubbliche per la somministrazione vaccinale e di fornire periodiche valutazioni epidemiologiche inerenti le malattie prevenibili mediante vaccinazione.
Interessante verificare come la Fnomceo al punto n. 8 richiami alla verifica dell’immunità dei ragazzi non vaccinati al loro compimento dei loro 18 anni, ma non chieda l’effettivo monitoraggio delle vaccinazioni e il loro grado di immunizzazione dei vaccinati per studiare clinicamente e definitivamente se l’immunità possa trovare riscontro nelle campagne vaccinali per un medicamento che dovrebbe proprio produrre questo effetto farmacologico di copertura verso le malattie infettive.
CODACONS INSORGE, DI QUALI VACCINI SI PARLA, DELL’ESAVALENTE? I VACCINI OBBLIGATORI SONO SOLO QUATTRO
Durissimo il Codacons contro il provvedimento della Federazione degli Ordine dei medici (Fnomceo) che prevede la radiazione per quei medici che sconsigliano il vaccino: “Siamo all’assurdo – afferma il presidente Carlo Rienzi – Il documento che radia i medici nei casi in cui sconsiglino il vaccino è oltremodo punitivo e sarà impugnato dal Codacons al Tar, al fine di ottenerne la nullità. Esistono infatti situazioni critiche come il caso del vaccino pediatrico, per le quali ai camici bianchi che sconsigliano ai genitori di vaccinare i propri figli non può essere inflitta alcuna condanna. Questo perché in Italia il vaccino in questione viene somministrato in soluzione esavalente, mentre la legge impone l’obbligatorietà per soli 4 vaccini. Medici e genitori possono quindi rifiutare l’esavalente almeno fino a che l’Aifa non disporrà la commercializzazione in Italia dei soli 4 vaccini obbligatori, senza alcuna radiazione o punizione per i camici bianchi” – conclude Rienzi.
Sauro Scarpegccio, che ha un bimbo danneggiato dopo aver fatto una profilassi vaccinale e portavoce del gruppo “Genitori per la vita” costituito assieme ad altri undici genitori, leggendo i quindici punti rilanciati dalla Fnomceo ha immediatamente commentato: “C’e tutto tranne di effettuare pratiche corrette di trasparenza, procedure di somministrazione, farmacovigilanza, efficacia immunitaria”.
Un documento quindi molto controverso che sembrerebbe non tutelare tutti i diretti interessati, cioè i bambini e i loro genitori. I medici vogliono sapere se i vaccini immunizzano? Sembrerebbe di no, da questo documento non emergerebbe, forse l’approccio e la discussione da mettere su un tavolo interdisciplinare doveva coinvolgere altre questioni che stanno a cuore ai genitori che chiedono trasparenza, la farmacovigilanza ma soprattutto sapere se effettivamente sottoporre i propri figli alle vaccinazioni equivale proteggerli dalle malattie infettive, altrimenti non avrebbe senso tutta questa campagna mediatica.