Aaron Tobian, patologo e direttore della divisione di medicina trasfusionale presso il Johns Hopkins Hospital
CREDITO D’IMMAGINE : WILL KIRK / JOHNS HOPKINS UNIVERSITY
di Cinzia Marchegiani
USA – Riflettori puntati sul trattamento con l’uso di plasma convalescente in Italia. Invece negli USA non solo ottiene il via livera dalla FDA per effettuare studio clinico, ma piovono 4 milioni di dollari per sostenere questa sperimentazione.
IN ITALIA DOBBIAMO DIRE GRAZIE ALLA ASST MANTOVA E IL POLICLINICO SAN MATTEO DI PAVIA.
Lo scorso 29 Aprile 2020 la ASST Mantova rendeva noto che si era conclusa la sperimentazione con plasma iperimmune:
“Si è conclusa la sperimentazione sull’utilizzo del plasma convalescente nei pazienti critici affetti da Covid-19. Lo studio, condotto congiuntamente al Policlinico San Matteo di Pavia a partire da marzo, ha visto il coinvolgimento di varie strutture dell’ospedale di Mantova: Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, diretta da Massimo Franchini; Pneumologia, diretta da Giuseppe De Donno; Medicina di Laboratorio, diretta da Beatrice Caruso; Malattie Infettive, diretta da Salvatore Casari.
Attualmente è in corso l’analisi de dati raccolti dagli specialisti nell’ambito del progetto e la successiva pubblicazione. Al servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Carlo Poma sta intanto procedendo a pieno regime la raccolta del plasma da pazienti guariti, con un ritmo di 6-7 prelievi al giorno”.
Lo stesso Giuseppe De Donno ieri sera era alla trasmissione Porta Porta, dove ha contestato la necessità per questo protocollo di avere l’autorizzazione di un comitato etico mentre per tutti gli altri farmaci off labell non è stato necessario, spiega la potenza di questo trattamento. Ma noi ci chiediamo, in Italia il Governo sosterrà questo studio? O ascolta esclusivamente le promesse di Bill Gates?
Ma vediamo cosa bolle in pentola oltreoceano.
La Food and Drug Administration americana ha approvato i primi di aprile 2020 una sperimentazione clinica che consentirà ai ricercatori della Johns Hopkins University di testare una terapia per COVID-19 che utilizza il plasma dei pazienti.
ESPERTO MALATTIE INFETTIVE DELLA JOHNS HOPKINS: “L’USO DEL PLASMA NON SOLO PER I PAZIENTI CON COVID-19, MA ANCHE EPR RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO DEGLI OPERATORI SANITARI
ARTURO CASADEVALL un esperto di malattie infettive della Johns Hopkins ha proposto l’uso del plasma convalescente per il trattamento di pazienti con COVID-19 in condizioni critiche e per rafforzare il sistema immunitario degli operatori sanitari e dei primi soccorritori. Ha riunito un team di medici e scienziati provenienti da tutti gli Stati Uniti per creare una rete di ospedali e banche del sangue in grado di raccogliere, isolare ed elaborare il plasma sanguigno dai sopravvissuti di COVID-19.
“La capacità di effettuare un processo di profilassi ci dirà se il plasma è efficace nel proteggere i nostri operatori sanitari e i primi soccorritori di COVID-19”
– ha dichiarato Casadevall, un illustre professore di Bloomberg che tiene appuntamenti congiunti nella Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health and the Johns Hopkins School of Medicine.
L’approndimento da parte della Johns Hopkins:
“La strategia di isolamento del plasma è una tecnologia consolidata e i recenti progressi lo rendono sicuro come una trasfusione di sangue. L’approvazione della FDA consente al team di ricercatori di iniziare a testare l’efficacia della tecnica nel potenziare i sistemi immunitari dei fornitori di assistenza sanitaria, i primi soccorritori e altri ad alto rischio di esposizione a SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19. Attualmente non esistono terapie farmacologiche comprovate o vaccini efficaci per il trattamento della malattia. Casadevall e il suo team ritengono che l’uso del plasma da pazienti guariti possa fornire l’immunità immediata agli individui più a rischio.”
“Le trasfusioni di plasma sono di fondamentale importanza e vengono utilizzate ogni giorno per salvare vite umane a pazienti che sanguinano“, ha dichiarato il membro del team di ricerca Aaron Tobian, professore di patologia, medicina ed epidemiologia. E ancora:
“È incredibilmente importante per noi determinare se il plasma convalescente sarà anche in grado di salvare la vita delle persone infette da COVID-19 e prevenire l’infezione di COVID-19”.
“Il Dr. Casadevall e i suoi colleghi di Johns Hopkins e partner in tutta la nazione stanno lavorando con creatività e perseveranza per affrontare questa malattia a testa alta”, ha dichiarato Ronald J. Daniels, presidente di Johns Hopkins.
“Il lavoro di Arturo e dei suoi partner riflette l’impegno costante di Johns Hopkins nella collaborazione e nella scoperta a servizio dell’umanità. Siamo grati per il rapido sostegno della FDA a questo lavoro salvavita e per la promessa che mantiene per così tanti, in particolare i nostri operatori sanitari in prima linea, in questo tempo straordinario “.
A Hopkins, gli sforzi per distribuire plasma convalescente contro COVID-19 sono guidati da un team interdisciplinare che comprende Eva Bloch, Shmuel Shoham della School of Medicine e Andy Pekosz e David Sullivan della Bloomberg School of Public Health.
“Siamo grati e incoraggiati dal fatto che i ricercatori possano andare avanti con questa importante ricerca volta a proteggere le persone più a rischio, i nostri fornitori di servizi sanitari di prima linea e i primi soccorritori”, ha affermato il preside della scuola di Bloomberg Ellen J. MacKenzie.
Insomma nuovi protocolli hanno necessità di seguire linee ferree, quelle imposte dalla scienza. I farmaci off label, proprio perchè tali, hanno un loro bagaglio di informazioni di sicurezza e tossicità ottenute per altre patologie e altri studi clinici già effettuati. Ma anche loro necessitano di studi randomizzati.
Questa protocollo secondo Casavell, potrebbe di fatto aiutare anche tutti medici che sono sul fronte quotidiano, per la tutela degli stessi operatori sanitari, ora è tutto nelle mani degli studi clinici, doverosi per poter realizzare direttive da adottare nella potenziale epidemia che si attende per questo nuovo autunno.
IN AMERIVA GRANDE FINANZIAMENTO PER QUESTO STUDIO, IN ITALIA INVECE DIAMO FONDI PER UN POTENZIALE VACCINO FORSE UTILE TRA DUE ANNI?
La John Hopkins spiegando come nasceva questo terapia informa anche di due importanti finanziamenti per fare ora lo studio clinico:
“Questa terapia con anticorpi passivi è stata utilizzata fin dal 1890 per combattere malattie come il morbillo, la SARS, l’Ebola, l’influenza H1N1 e la poliomielite e mantiene la promessa di tenere a bada il virus fino a quando non sarà possibile sviluppare un vaccino. (Le stime attuali indicano che un vaccino per uso di emergenza potrebbe essere disponibile all’inizio del 2021). Durante l’epidemia di SARS nel 2002-2003, uno studio di 80 persone su siero convalescente a Hong Kong ha scoperto che le persone trattate con esso entro due settimane dalla comparsa dei sintomi aveva maggiori possibilità di essere dimesso dall’ospedale rispetto a quelli che non erano stati curati”.
“La bellezza della terapia – afferma Casadevall – è che coinvolge il metodo consolidato e sicuro di donazione di sangue. Tranne che in questo caso, il plasma (o siero) dei sopravvissuti, che contiene l’anticorpo anti-COVID-19, è separato dai globuli rossi e trasfuso nelle tre categorie di destinatari: il malato critico come misura dell’ultima ‘cura compassionevole’; i pazienti che sono leggermente o moderatamente malati per tenerli fuori dalle ICU e dai ventilatori scarsi e dagli operatori sanitari di prima linea per impedire loro di ammalarsi. Quasi una tazza di siero (200 millilitri o un’unità) verrebbe somministrata a ciascun destinatario, secondo Tobian, con ciascun donatore che fornirà siero sufficiente per un massimo di quattro pazienti. (Ogni donatore, a seconda delle dimensioni del corpo, può fornire da due a quattro unità)”.
Casadevall ha avuto la visione per questo trattamento. Aveva anche la saggezza di non microgestire il suo team di medici, che ha lasciato libero di creare i propri mini-team a flusso rapido. Insieme, si sono uniti ai colleghi di tutto il mondo in una maratona di lavoro disinteressato e continuo per un obiettivo comune urgente: sopraffare e schiacciare il virus COVID-19.
Sono stati forniti 3 milioni di dollari dalla Bloomerberg Philantropies e 1 milione di dollari dallo stato del Maryland.
In Italia abbiamo anche noi le nostre eccellenze e non sappiamo non solo tutelarle ma incentivare economicamente questo potenziale nascosto nei malati convalescenti e nella genialità dei nostri medici. Ma qualcuno ha interesse a salvare le vite dei malati e tutelare contemporaneamente la vita dei medici al fronte, visto che il vaccino comunque non sarà per ora disponibile?
ARTICOLI CORRELATI ASST Mantova, Covid-19 e Plasma iperimmune: “Report alle comunità scientifiche. Nessun accesso da parte dei NAS”
Anche su FB FreedomPress.it cliccando QUI mettendo Mi piace o su Twitter cliccando QUI