di Cinzia Marchegiani
Bruxelles – Tutto il mondo era in attesa del verdetto della seduta Plenaria del Parlamento europeo che quest’oggi doveva decidere se accelerare l’approvazione della direttiva sul copyright.
Tale direttiva è stata contestata perché da molti giudicata come una limitazione significativa della libertà di Internet.
Anche Wikipedia della comunità Italiana aveva censurato il sito come forma di protesta: “Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere. La proposta ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee (qui), 169 accademici (qui), 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica (qui) e di Wikimedia Foundation (qui)”.
Cosa è accaduto oggi alla Plenaria del Parlamento europeo? I deputati hanno respinto la proposta della commissione giuridica per l’aggiornamento delle leggi sul diritto d’autore nell’era digitale.
LA VOTAZIONE
La plenaria del Parlamento ha votato 318 voti favorevoli, 278 contrari e 31 astensioni per respingere il mandato negoziale, proposto dalla commissione giuridica il 20 giugno. Di conseguenza, la posizione del Parlamento sarà ora oggetto di discussione, emendamento e votazione durante la prossima sessione plenaria, a settembre.
Dopo il voto, il relatore, Axel Voss (PPE, DE), ha dichiarato:
“Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo sostenuto. Ma questo fa parte del processo democratico.Torneremo sulla questione a settembre per ulteriori considerazioni e tenteremo di rispondere alle preoccupazioni delle persone, aggiornando le nostre norme sul copyright con l’ambiente digitale moderno “.
Il regolamento interno del Parlamento europeo stabilisce che se almeno il 10% dei deputati (76) si oppone all’apertura di negoziati con il Consiglio sulla base del testo votato in commissione, si terrà una votazione in plenaria. Entro la scadenza della mezzanotte di martedì, il numero richiesto di deputati al Parlamento europeo ha presentato la loro obiezione.
IL FATTO. La Commissione europea ha presentato un pacchetto legislativo per la modernizzazione delle norme sul diritto d’autore dell’UE, compresa una nuova direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale il 14 settembre 2016. Stakeholder e accademici sono fortemente divisi sulla proposta. Gran parte del dibattito si concentra su
- la creazione di un nuovo diritto che consentirebbe agli editori di stampa di richiedere una remunerazione per l’uso online delle loro pubblicazioni;
- l’imposizione di misure di monitoraggio dei contenuti su piattaforme online come YouTube, che mirano a risolvere il “divario di valore” e aiutano i titolari dei diritti a monetizzare e controllare meglio la distribuzione dei loro contenuti online;
- la creazione di una nuova eccezione sul copyright per l’uso delle tecniche di “text-and data mining” nell’UE.
Mentre alcuni sostengono che le misure garantiranno una remunerazione equa per i giornalisti, editori e titolari di diritti per l’uso online delle loro opere, altri criticano, tra l’altro, una “tassa di collegamento” percepita, e mettono in evidenza il rischio di filtraggio e controllo di Internet.
LA PROTESTA DELLA COMUNITÀ ITALIANA WIKIPEDIA CONTRO LA LEGGE COPYRIGHT.
Wikipedia il 3 luglio 2018, due giorni prima di questa votazione ha oscurato inizialmente solo la versione italiana spiegando che non si trattava di malfunzionamento, “ma di una scelta. Le ragioni dell’oscuramento sono espresse nel comunicato che ha sostituito le nostre pagine. Non ce ne sono altre. Non ce ne sono di diverse”.
“Riteniamo che l’approvazione della direttiva europea sul copyright nella sua forma attuale limiti le libertà della Rete così come le conosciamo e impedisca la diffusione della conoscenza, che è l’unica missione di Wikipedia. La protezione dei diritti d’autore è un intento lodevole, ma pensiamo che la direttiva abbia contenuti potenzialmente pericolosi e sia fondamentalmente incompleta“.
Se è una direttiva europea, perché è solo la Wikipedia in italiano a protestare?
Lo stesso sito Wikipedia aveva risposto: “La comunità di Wikipedia in italiano è stata la più veloce a reagire, ma altre l’hanno seguita: dalla notte fra il 3 e il 4 luglio sono state oscurate anche le versioni spagnola, polacca, lettone, estone e catalana, oltre a Wikiquote in italiano. Molte altre versioni linguistiche, prima fra tutte quella inglese, hanno deciso di esporre in cima a ogni pagina un banner per comunicare la loro adesione, e altre potrebbero unirsi. Anche la Wikimedia Foundation, la fondazione senza fini di lucro che sostiene Wikipedia, e il suo capitolo Wikimedia Italia, hanno preso chiara posizione contro la proposta di direttiva e confermato il loro sostegno all’oscuramento”.
La Commissione Europea ha risposto rassicurando sul fatto che non ci sono rischi per Wikipedia. Allora perché oscurare?
“Con un emendamento, la Commissione ha dichiarato di voler esentare da una parte degli obblighi della Direttiva (ovvero dall’art. 13) le enciclopedie che operano con licenza non commerciale. È vero che Wikipedia è gratuita, ma i suoi contenuti sono – per esplicita scelta – liberamente utilizzabili da tutti e quindi diffusi con una licenza che non ne preclude l’uso, anche con finalità commerciali, da parte di terzi: la clausola di esclusione non è quindi efficace a mettere Wikipedia al riparo da conseguenze. In ogni caso, tale emendamento alla Direttiva non è efficace a tutelare altri progetti collaborativi che fanno parte dello stesso ecosistema di conoscenza di Wikipedia, ma che non possono essere considerati enciclopedie. Tra questi, Wikiquote (che riporta citazioni), Wikisource (che ospita testi in pubblico dominio), Wikidata (che contiene dati grezzi), Commons (che ospita i contenuti multimediali a cui attingono tutte le Wikipedie).”
Insomma tutto sospeso a settembre.
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