di Mario Galli
Sanità solo per chi può pagarsela. Sanità pubblica…e diritto alla salute ormai ossimori non solo per l’Italia. L’Europa si sta muovendo verso la privazione dei diritti e la privatizzazione della sanità? La disintegrazione del welfare ormai è evidente a tutti.
Ma cosa ha generato l’economicità dei diritti? Un articolo pubblicato sul “British Medical Journal” nel 2011, dal titolo The assault on Universalism, sostiene che:
“La crisi economico finanziaria viene utilizzata in tutti i paesi europei per distruggere i sistemi di welfare”.
Quindi per opporsi al sistema welfare (stato sociale) quale miglior occasione di una buona crisi, magari eterodiretta verso obiettivi antidemocratici e discriminatori? Vi prego, non prendetemi per complottista, cercate di seguire il ragionamento.
Si chiama “azione-reazione-soluzione” ed è il principio applicato dalle elite di governo in ogni periodo storico e con metodi e teniche diverse:
- si determina un’azione (es. crisi finanziaria e conseguente calo dei posti di lavoro);
- a ciò segue una reazione da parte di chi subisce l’azione (es. fame, disoccupazione, sfratti, insolvenza, suicidi);
- a questo punto la società (che ha subito l’azione) è pronta ad accettare qualsiasi soluzione al problema (es. tagli di spesa, privatizzazioni).
La distruzione del welfare (dello stato sociale) sarà uno dei temi affrontati dalla giornata europea di mobilitazione per la difesa della sanità pubblica “Our Health Is Not For Sale” – “La nostra Salute non è in vendita”, del 7 aprile 2017.
Organizzata da una rete di associazoni, comitati, lavoratori, studenti, sindacati, partiti politici e piattaforme sociali, la giornata ha come obiettivo quello di difendere una sanità universale e solidale. Gli organismi in seno alla rete combattono localmente contro la commercializzazione e la privatizzazione della sanità pubblica.
In Italia, tutti quanti ricorderete la battaglia referendaria conclusasi il 4 dicembre 2016. Molti comitati si sono costituiti su tutto il territorio nazionale per difendere la Costituzione da una riforma, voluta dal governo Renzi, da tutti ritenuta di ispirazione autoritaria ed accentratrice. Non è questa la sede per analizzare quella riforma, né il referendum, poiché lo abbiamo già fatto, ma ci soffermeremo su un fatto importantissimo che ha pochi precedenti nella storia repubblicana. I comitati per il No, nati sull’onda della spinta di opposizione alla riforma costituzionale, non si sono sciolti e non hanno cessato di svolgere la loro funzione, ma hanno continuato e stanno continuando la loro opera di difesa e promozione delle istituzioni repubblicane e democratiche.
Per questo motivo il Comitato Nazionale per il No al Referendum e Contro l’Italicum (la riforma elettorale voluta sempre dal governo Renzi), insieme ad altre organizzazioni, ha deciso di aderire alla giornata europea di mobilitazione per la difesa della sanità pubblica “Our Health Is Not For Sale” – “La nostra Salute non è in vendita”, del 7 aprile 2017.
Lo scopo della mobilitazione: ribadire la salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Il Comitato nazionale spiega che:
“Difendere ed estendere il Sistema sanitario pubblico in Italia è un punto essenziale per la realizzazione del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana che impegna tutti gli organi dello Stato a tutelare la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, garantendo cure gratuite agli indigenti.
Per fare tutto ciò è necessario, nelle intenzioni della mobilitazione, dare un deciso “stop” ai tagli al sistema pubblico ed anzi convertire questa tendenza per dare maggiori garanzie di accettabilità dei livelli qualitativi. Va da sé che ridurre le risorse economiche a disposizione del sistema sanitario pubblico vuol dire renderlo meno efficiente e spingere dunque l’utenza a rivolgersi alle strutture sanitarie private, che invece, nelle intenzioni dei comitati “dovrebbero essere parte del sistema di programmazione pubblica rispettandone rigorosamente principi ed obiettivi“.
La mobilitazione si è prefissata l’obiettivo di “contrastare in ogni modo il tentativo di trasformare il sistema sanitario pubblico, fondato sul diritto alla salute, in un sistema basato sulle assicurazioni private e sulla privatizzazione delle cure e della medicina“.
Il sistema sanitario pubblico italiano (SSN): note di storia e considerazioni.
La riforma del 1978 ha costruito il sistema sanitario pubblico italiano (SSN) che, ancora oggi, è riconosciuto universalmente come uno dei migliori nel mondo. Come anche il Comitato rileva:
“purtroppo da troppi anni (il sistema sanitario) è sottoposto ad un costante e progressivo indebolimento sia per i tagli finanziari a cui è sottoposto, sia per l’evidente spinta alla privatizzazione dei servizi. La riforma del 1978 aveva l’obiettivo di sopperire all’insufficienza del precedente sistema mutualistico, che cristallizzava le disuguaglianze nel diritto alla salute, introducendo l’attuazione di principi costituzionali e in particolare il diritto alla cura e alla salute delle persone.
Cosa (o chi) c’è dietro i tagli al sistema sanitario?
Il Comitato prosegue:
“L’indebolimento del Servizio sanitario nazionale viene motivato con ragioni di costo, ma in realtà l’Italia spende per la sanità meno dei Paesi che hanno privatizzato la salute, tanto è vero che la spesa italiana è sotto la media Ocse ed europea. Il vero obiettivo di queste manovre è dare una spallata al sistema pubblico per aprire alla privatizzazione della sanità e agli enormi guadagni che questo consentirebbe sulla salute dei cittadini“.
Per questo il Comitato nazionale invita ad aderire e a partecipare alle manifestazioni che si svolgeranno nella giornata.
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