di Mario Amitrano
Ho pensato molto se scrivere o meno qualcosa sul nuovo programma di Real Time, Napoli Sound, il talent condotto da Luciano Caldore e Nancy Coppola.
Facile, troppo facile, stroncarlo, scriverne tutto il peggio possibile, e accodarsi alle migliaia di persone che sui social hanno massacrato e stanno massacrando tutta l’operazione.
Prima di scrivere, però, bisogna guardare, sentire, e pure ascoltare. E io l’ho fatto.
Non so le intenzioni degli autori del programma quali fossero. Chissà, forse denigratorie, non so. Certo, alcune acconciature, alcuni modi di vestirsi o di parlare sono state probabilmente troppo accentuate, troppo marcate, ma io sono andato oltre, al di là di quello che a prima vista poteva facilmente sembrare.
E così lì dentro, in quell’ora di trasmissione, canzoni e passione, ci ho visto Napoli. Qualcuno storcerà la bocca, padronissimo, ma è inutile fare i moralisti, o i finti moralisti, Napoli è tutto, quindi anche quello che abbiamo visto e sentito a Napoli Sound.
Napoli è il dialetto, il colore, la passione, la musica, le voci, le canzoni, gli amori, i ricordi, le emozioni, la vita, la strada, il sole, il Vesuvio, il mare, e lì dentro tutto questo ci stava, eccome se ci stava.
Luciano Caldore è bravissimo, ha una voce stupenda, ed è anche una brava persona, con una sua storia familiare e personale che gli fa onore. Grande interprete della canzone neo-melodica, negli anni ’90 ebbe un clamoroso successo in un programma che andava in onda la sera su un’emittente privata e che all’epoca si può dire che facesse fermare la Napoli di quel mondo, di quelle canzoni, di quella gente, che lo tempestavano di telefonate in diretta. Ho avuto modo di scrivere su di lui un articolo un paio d’anni fa, in occasione dell’uscita del suo nuovo disco: gli ho sempre riconosciuto l’umiltà, innanzitutto, oltre che la bravura. Quell’umiltà che ha trasmesso anche nel programma in questione, cercando di coinvolgere i giovani aspiranti neo-melodici.
Non conoscevo Nancy, dico la verità, ma ho visto che anche lei, come Caldore, è seguitissima ed amatissima dal suo pubblico, che anche lei ha dimostrato di amare e rispettare, cosa che piace molto alla gente. Ho letto sui social i commenti, per lo più negativi, delle persone, molte infuriate, altre scandalizzate, altre ancora sconvolte.
Eppure, ripeto, Napoli è anche questo. Certo, non solo questo, ma la realtà neo-melodica esiste e piace, con i suoi eccessi e le sue esagerazioni, ma eccessi ed esagerazioni ci sono in tutti i settori e in tutti gli ambienti. Ecco perché, quindi, alla fine, vado controcorrente, e non mi ergo a giudice di nessuno, neppure dei padri in carcere di alcuni cantanti o dei trascorsi burrascosi di alcuni di loro.
Tutti sbagliamo, tutti possono sbagliare. Ma quello è un altro discorso. Dunque, come sempre, viva Napoli, e viva pure Napoli Sound, anche se il Sound di Napoli, e ci mancherebbe, non è solo quello dei neo-melodici. E ripeto: ci mancherebbe, ma lo sappiamo tutti.