di Cinzia Marchegiani
La fine di un incubo sembra avverarsi. Il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico di libero scambio tra Usa e UE che avrebbe l’intento dichiarato di modificare regolamentazioni e standard (le cosiddette ‘barriere non tariffarie’) e di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano, ma celava molti pericoli e la sudditanza alle multinazionali americane, per non parlare dei danni all’economia e del diritto alla salute.
A rendere pubblico la fine di un incubo ci ha pensato Stop TTIP Italia: “importante risultato, ma non abbassiamo la guardia. E prossimo Consiglio Europeo di Bratislava metta la parola fine su TTIP e CETA”
STOP TTIP ITALIA SPIEGA COSA E’ ACCADUTO
C’è voluta la dichiarazione del vice cancelliere tedesco e ministro dell’Economia, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, per mettere la parola fine ai negoziati sul TTIP, l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, di cui si è concluso nel luglio scorso a Bruxelles il 14° round negoziale.
In un’intervista alla rete ZDF Gabriel ha dichiarato che i negoziati sul TTIP sono «di fatto falliti perché noi europei non possiamo accettare supinamente le richiesta americane». Un colpo pesante a quei Paesi membri, Italia in testa, che del Trattato Transatlantico era sostenitori in prima persona.
Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia mette però in guardia: “Una dichiarazione importante perché fa proprie le preoccupazioni della società civile europea e statunitense. Ma c’è comunque da tenere gli occhi aperti: se Sigmar Gabriel sottolinea ciò che da anni hanno sostenuto Stop TTIP Italia e le altre campagne europee, questo non significa che non possa trattarsi di tattica negoziale. Capiremo cosa accade al Consiglio Europeo di Bratislava di settembre dove, tra l’altro, si parlerà anche del preoccupante Accordo con il Canada, il CETA, già approvato ma che grazie alle pressioni dal basso abbiamo ottenuto che venga ratificato anche dai Parlamenti nazionali, senza esautorare i nostri Parlamentari da una decisione così importante per l’economia del nostro Paese. Da Bratislava dovrà uscire un secco stop al TTIP e al CETA, come richiesto dalla maggioranza dei cittadini europei”.
“La dichiarazione di Sigmar Gabriel dovrebbe aprire un serio dibattito interno all’Europa e al nostro Governo su come vengano decise le priorità politiche ed economiche” sottolinea Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia. “Ma l’eventuale e auspicato blocco del negoziato TTIP non risolve il problema: l’accordo con il Canada ormai approvato va bloccato in sede parlamentare, facendo mancare la ratifica da parte di alcuni Paesi membri. Hanno sempre presentato il CETA come precursore del TTIP: una sua approvazione presenterebbe molti dei problemi che il TTIP portava con sé, a cominciare dal dispositivo di tutela degli investimenti, la cui riforma non ci rassicura per nulla sulla tenuta dei diritti sociali e ambientali”.
Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia dichiara: “Una buona notizia, emersa grazie a milioni di persone che si sono opposte e a una pressione dal basso che ha chiesto a gran voce di non derogare sui diritti e sulla qualità”. “Ma un risultato così importante per la società civile non deve farci dimenticare che serve un vero e proprio ribaltamento della politica commerciale europea, ad oggi basata troppo sulla spinta verso la liberalizzazione dei mercati e l’austerità, e troppo poco verso un processo realmente rispettoso delle persone e dell’ambiente”.
Il primo effetto dopo Brexit è l’abbattimento di questo trattato che ha fatto scendere nelle piazze europee, milioni di cittadini, soprattutto giovani veramente preoccupati sul futuro dei loro paesi e dei loro diritti.
Foto fonte Lifegate