di Felice Massaro
Con il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2016, la GlaxoSmithKline s’impegnava a mettere disposizione di Telethon i suoi mille informatori scientifici presso i media, gli studi specialistici, i presidi ospedalieri, i centomila medici di famiglia. Gli informatori-ambasciatori avrebbero sensibilizzato tutti a partecipare attivamente alla raccolta fondi insieme ai loro pazienti, a promuovere la donazione del 5 per mille, a diffondere il materiale riportato sul sito telethon.it.
Grazie a questa strategica operazione di marketing, la Fondazione è stata conosciuta in Italia e nel mondo, superando di gran lunga qualsiasi aspettativa: Rai, Gruppo Poste Italiane, Gruppo Sixty, IBM Italia, Lottomatica, Meridiana, Microsoft, Artigiancassa, Conbipel, Autodromo di Adria, strutture sanitarie, media, aeroporti, supermercati, tabaccherie, maratone televisive, partite del cuore, radio, stampa cartacea, stampa online e tantissimi grandi e medi donatori concorrono alla raccolta fondi che si svolge 365 giorni all’anno. Gli italiani, in Italia e all’estero, si distinguono per offerte, lasciti testamentari e quant’altro.
Non è possibile restarne insensibili se, digitando “Telethon” su un motore di ricerca, appaiono tanti propositi lusinghieri “Telethon finanzia la ricerca per trovare una cura a tutte le malattie genetiche rare. Scopri i traguardi e i progetti futuri della nostra Fondazione...” (download). Un’affermazione che contrasta con la ragione e la offende: le malattie rare sono circa settemila, in centocinquanta anni di ricerche nel mondo è stato possibile dare il nome (non la terapia) a una settantina, sono in corso sperimentazioni cliniche per tre o quattro, una sola terapia è stata approvata dall’Ema con i limiti che indico qui di seguito, di tutte le altre malattie non se ne sa niente di niente.
Né si può essere insensibili se gli sponsor con la fascia di Telethon parlano non solo di propositi ma diffondono proclami eclatanti. Paolo Belli e la sua collega, durante la maratona del 15 dicembre scorso (2019), su RAI 1, alle 10,30 circa, sollecitando i telespettatori a fare sempre più offerte per Telethon, aprirono così:
“… abbiamo trent’anni da festeggiare, trent’anni di grandissimi risultati perché possiamo parlare di cura – abbiamo trovato, è stata trovata la cura per tante malattie ma c’è ancora tantissimo da fare…”. (download)
Annunci eclatanti! Si può parlare di “Cura” solo quando una terapia porta alla “Guarigione” della malattia.
Si può parlare di “Terapia” solo quando un insieme di metodi è stato riconosciuto valido e approvato per l’efficacia, il profilo di sicurezza accettabile, l’assenza di gravi effetti collaterali, la persistenza nel tempo.
Non si può proclamare, addirittura tramite il più imponente media italiano, “… abbiamo trovato, è stata trovata la cura per tante malattie” se la cura per tante malattie non esiste.
Dai messaggi pubblicitari alla realtà – la prima e unica terapia genica autorizzata
Gli annunci e i proclami dei conduttori non trovano riscontro con la realtà e il solo titolo di questo documento (traduzione Google) non lascia un minimo spazio al dubbio: Terapia genica per ADA ‐ SCID, la prima approvazione commerciale di una terapia genica ex vivo in Europa.
La terapia genica riguarda la malattia ADA-SCID, una malattia genetica ereditaria ultra rara, causata da una carenza dell’enzima adenosina deaminasi (ADA).
Autorizata dall’EMA nel 2016 (download), fu annunciata anche tramite il sito ufficiale https://www.ncbi.nlm.nih.gov/ nel giugno 2017 con un titolo inequivocabile: Gene therapy for ADA SCID – the first marketing approval of an ex vivo gene therapy in Europe (Terapia genica per ADA ‐ SCID, la prima approvazione commerciale di una terapia genica ex vivo in Europa…). (download) (traduzione Google).
Essendosi verificati alcuni effetti avversi (“Adverse events were reported for all 18 patients”) (download) (traduzione Google), i pazienti che sono stati trattati con il prodotto sperimentale denominato Strimvelis, trasferito da GlaxoSmithKline a Orchard Therapeutics (download), dovranno essere monitorati fino al 2024 mediante uno studio osservazionale prospettico a lungo termine, (download), in accordo con le raccomandazioni EMA, per monitorare i rischi a lungo termine di mutagenesi inserzionale, oncogenesi, immunogenicità e tossicità epatica, nonché si dovrà verificare la persistenza dell’efficacia della terapia genica ADA-SCID. Lo studio su 15 pazienti inizierà il il 30 dicembre 2019 e sarà completato presumibilmente il 30 luglio 2024.
La sfiducia degli ammalati
I genitori di bambini ormai angeli, ma anche i genitori di bambini ammalati da almeno 1 anno, dopo l’iniziale entusiasmo, resisi consapevoli che la cura non c’è e non ci sarà e che il proprio bambino è destinato, come per la maggior parte, a una sopravvivenza media di 2 anni dall’esordio della malattia, storditi da un’enfasi eccessiva e confusa che si ripete ogni anno durante le maratone televisive e ogni giorno tramite i quotidiani messaggi pubblicitari, non seguono più gli spettacoli delle maratone percependo quei proclami eclatanti quali insulti al loro dolore e alle loro aspettative.
Oltretutto, qualora la cura per il loro figlio ci fosse, non sarebbe accessibile. Ad esempio, la terapia per l’ADA-SCID, pur ancora sotto esame, viene venduta a 700.000 (settecentomila) dollari (download). Un prezzo esagerato se si considera che le ricerche fatte da Telethon vengono pagate dal pubblico. Esagerato se si tiene presente la premessa del citato protocollo d’intesa del 2006 ove si fa esplicito riferimento addirittura all’art.32 della nostra Costituzione che viene riportato nell’accordo: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Dai documenti indicati si rileverebbe che Telethon ha ricevuto da Glaxo 10 milioni di euro e percepirerebbe anche le royalties per la remunerazione di diritti derivanti dal brevetto. È lecito ritenere che, se la Fondazione generosamente sostenuta, avesse limitato tali pretese, si sarebbe data una chance a qualche paziente in più di accedere alla cura?
ADA SCID approvata in Europa – Negli USA c’è la terapia Revcovi da trent’anni
Tale terapia è stata approvata dall’Ema (Agenzia del Farmaco Europea) che ha il compito di garantire la valutazione scientifica, la supervisione e il controllo della sicurezza dei medicinali per uso umano e veterinario nell’UE. Direttore dell’EMA è l’italiano Guido Rasi.
Ancora oggi (30 dicembre 2019) non risulta che la terapia genica ADA SCID sia stata approvata anche dall’Agenzia del Farmaco degli USA (FDA) dove si applica con successo da 30 anni Revcovi, una terapia enzimatica sostitutiva (ERT).
Riporto dal foglio illustrativo: Starting dose with Revcovi® is 0.4 mg/kg/wk based on ideal body weight, divided into two weekly doses for a minimum of 12-24 weeks until immune reconstitution is achieved. Some patients may take longer than 24 weeks to reach immune reconstitution. (La dose iniziale di Revcovi® è di 0,4 mg / kg / settimana in base al peso corporeo ideale, suddivisa in due dosi settimanali per un minimo di 12-24 settimane fino al raggiungimento della ricostituzione immunitaria. Per raggiungere la ricostituzione immunitaria alcuni pazienti possono impiegare più di 24 settimane).
Dalla stessa fonte ufficiale apprendiamo inoltre che la m. ADA SCID viene curata negli USA e in altri Paesi anche con il trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Telethon – Il reale portafoglio di programmi per le malattie genetiche
La diffusione di speranze disattese, oltre a rivelarsi ulteriormente frustrante per i pazienti consapevoli, alla lunga risulterà devastante sulla credibilità della scienza medica.
Riporto il reale portafoglio di programmi di terapia genica ceduto da Telethon a GlaxoSmithKline e da quest’ultima a Orchard Therapeutics:
- Strimvelis, approvato in Europa nel 2016 come prima e unica terapia genica ex vivo autologa per bambini affetti da adenosina deaminasi (ADA) con i limiti indicati;
- due programmi clinici in fase avanzata (non terapie approvate) di studi registrativi in corso per la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott Aldrich. Orchard Therapeutics ha dichiarato che prevede di presentare la domanda di approvazione di OTL 200per la m. metacromatica nella prima metà del 2020, mentre negli USA la richiesta dovrebbe arrivare circa un anno più tardi;
- un programma clinico per la beta talassemia (programma clinico e non terapia);
- Orchard Therapeutics, inoltre, acquisirà il diritto di concedere in licenza esclusiva altri tre programmi preclinici (programmi preclinici e non terapie) dalla Fondazione Telethon e dall’Ospedale San Raffaele, a seguito del completamento degli studi clinici di proof-of-concept, per la mucopolisaccaridosi di tipo 1, la malattia granulomatosa cronica e la leucodistrofia cellulare globoide.
È opportuno ricordare che un programma preclinico (sperimentato ad es. sugli animali) se passa in clinica (sperimentazione sull’uomo) deve superare diverse fasi e, se tutto va bene, solo dopo può essere approvato. Tutti questi passaggi richiedono molti anni per cui l’annuncio “abbiamo la cura per tante malattie”, priva di riscontri nell’effettivo portafoglio ceduto, si manifesta incommentabile!
La tecnica risolutiva – CRISPR e le sue varianti
Va ricordato che non esiste una cura che possa sanare il sistema nervoso centrale se gravemente compromesso da queste malattie. Ai trials sono candidati solo malati asintomatici e presintomatici che rappresentano una minoranza esigua poiché ci si accorge che qualcosa non va solo quando si vedono i sintomi che, nel frattempo, hanno cominciato a fare danni.
La cura genica, qualora esistesse, non potrebbe mai riparare i gravissimi danni che molte malattie, dopo l’esordio, provocano al paziente distruggendo irreparabilmente il sistema nervoso centrale.
Tali limiti potrebbero essere risolti se si ricorre con tempestività a una tecnica, non italiana ma franco-statunitense, potenzialmente risolutiva per tutte le malattie genetiche. Si chiama Crispr/Case9 di cui vi sono varianti sempre più precise e sicure.
Si tratta di forbici molecolari che, come si fa con un foglio Word, modificano il gene difettoso ma possono anche tagliarlo, eliminarlo e incollare il gene sano.
Duilio Giammaria, conduttore di “Petrolio”, su tale tecnica ha realizzato un servizio andato in onda su RAI 2, venerdì 13 dicembre scorso (2019).
Una delle protagoniste, Emmanuelle Charpentier, biochimica genetista e microbiologa, detentrice del brevetto in Europa, definisce tale tecnica in maniera sintetica ed efficace (Chrispr Therapeutics è quotata al Nasdaq)
Poiché si conoscono quali sono i geni difettosi coinvolti in circa 70 malattie, se da uno screening prenatale emergesse il difetto di uno di questi geni, si potrà addirittura intervenire prima della nascita, direttamente sull’embrione, dopo specifici studi.
Tutti ricordano l’intervento del genetista cinese He Jiankui che introdusse nel corredo genetico degli embrioni un gene che avrebbe reso i nascituri più resistenti a una serie di malattie tra cui l’Hiv da cui era affetto il padre. Nella trasmissione si fanno vedere le due gemelline che ancora oggi godono di ottima salute
Nonostante il successo, il genetista fu messo alla gogna e tali pratiche si arrestarono. Le agenzie parlarono di fallimento, il genetista fu costretto all’abiura (come all’epoca tentarono con Galilei), fu licenziato dall’università e persino messo agli arresti domiciliari (download, traduzione Google).
Tutto ciò a causa dell’ostracismo opposto da alcuni scienziati che, arbitrariamente, si autodefiniscono in simili circostanze “comunità scientifica”. Antepongono soprattutto problemi etici nonostante la Bioetica non avanzi pregiudizi. Infatti, le stesse rappresentanti di Bioetica, Alda Charo, docente di bioetica all’università di Wisconsin, ma anche le altre dentro e fuori lo studio, accolgono positivamente l’applicazione clinica di tale tecnica.
Tra coloro che hanno avanzato la richiesta di una moratoria sull’editing genomico di embrioni umani c’è anche l’italiano Luigi Naldini, il direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon. Il conduttore ne sintetizza qui la sua posizione
e riesce subito dopo a contattarlo
Pochi commenti al video. Naldini quindi sostiene
- “Crea grossi problemi etici” (che persino i bioetici escludono);
- “Oggi c’è un tema tecnologico, non siamo ancora pronti per farlo in modo sicuro”. Dedicandosi alla terapia genica e non al Crispr, si comprende il motivo della sua impreparazione ma Naldini non può parlare a nome di altri. Cinesi, americani e tanti altri si sentono preparati e intendono iniziare applicazioni cliniche per alcune delle malattie ben conosciute;
- “E poi c’è un tema etico” (ma l’ha già detto prima, è una ripetizione);
- “Poi credo che gli scienziati non debbano decidere da soli un passaggio del genere così critico, dobbiamo confrontarci con il resto della società per verificare se siamo pronti a farlo… in qualche modo con tutti i rappresentanti della società, i decisori ma anche quello che è il sentire culturale-etico delle varie componenti della società, questo è un passaggio troppo epocale per lasciarlo decidere agli scienziati”
Bum! Non vi lascia perplessi? Dalle sue stesse parole si deduce che i pochi scienziati, lui compreso, avendo chiesto la moratoria, evitandone il confronto, si sono sostituiti “al sentire delle varie componenti ” che, come visto, ritengono etico e urgente intervenire.
Se si vede tutta la trasmissione (qui il link), ci si rende conto che i loro timori (tracotanza umana, vaso di Pandora, creazione dell’uomo perfetto), vengono considerati pretesti e sono snobbati proprio dalla Bioetica. A Chiara Lalli, docente di Bioetica all’Università La Sapienza, presente in studio, il conduttore chiede “Lei sostiene che conviene andarci?” La docente risponde “Non conviene fermarsi, se la tecnologia è sicura non c’è alcuna ragione intrinsecamente morale per bloccare”.
Dimenticava, il dott. Naldini, che ci sono milioni di ammalati, destinati alla morte, che coltivano la speranza di diventare uomini normali. Cosa c’è di più etico che far nascere un bambino sano altrimenti destinato a un esito infausto? Cosa c’è di più etico che intervenire tempestivamente su un bambino o un adulto ammalato evitandogli la distruzione del sistema nervoso centrale?
La creazione dell’uomo perfetto, poi, è un pretesto che fa sorridere gli addetti ai lavori.
Fyodor Urnov, genetista U. C. Barkeley, (link per chi vuol seguire i suoi tweet) ricorda che “la creatività, le emozioni, l’amore hanno tutte una base biologica, sono tutte scritte nel DNA ma siamo molto molto lontani dal poter riscrivere il genoma umano”. Per ora, questo il pensiero di Fyodor Urnov, pensiamo a chi è destinato alla morte.
Per fortuna, in altre realtà si sta andando avanti, sia pure lottando contro chi vuol frenare per cui è auspicabile che Telethon ritiri la richiesta di moratoria e si unisca a coloro che stanno già per applicare Crispr su alcune malattie genetiche. In tal caso le richieste di donazioni sarebbero certamente giustificate e gli ammalati potrebbero riprendere a sperare.
Sant’agostino diceva: “La verità è come un leone, noon avrai bisogno di difenderla. Lasciala libera, si difenderà da sola“.
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