Purtroppo i dipendenti che da tempo stanno manifestando con scioperi sempre più numerosi con adesioni senza precedenti e che hanno sfiorato il 75 % sembrano invisibili a questa politica che rimanda al mittente della protesta comunicati stampa di ordinaria inutilità. Dipendenti nella morsa del Jobs Act o qualcosa di più, quali sono le responsabilità di questo governo?
Presto detto!
FreedomPress non si è fermato ed è andato avanti cercando di capire se sarebbero emersi altri elementi utili e ha ricevuto in questi giorni altre informazioni che è bene diffondere. Ci ha scritto il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, sollecitato dal nostro articolo e ci ha spiegato che la sua collega, la deputata Roberta Lombardi, conosceva benissimo questa situazione e che lei stessa stava approfondendo la vicenda Telecom Italia con gli strumenti a sua disposizione.
La Lombardi infatti con un video del 26 gennaio 2017, descrive cosa sta accadendo in Telecom Italia: “Il management vuole disdire gli accordi collettivi integrativi e vuole avvalersi di un contratto aziendale diverso che prevede strumenti tra i quali: controllo a distanza, riduzione delle ferie, demansionamento fino a due livelli, sospensione scatti di anzianità, superamento salario accessorio, riduzione buono pasto”.
Ma non solo. Nonostante una interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle al Ministro del Lavoro Poletti, il Governo ha risposto che i lavoratori Telecom non avevano nulla da temere. Parole, rassicurazioni non seguite dai fatti poiché con il nuovo anno, la dirigenza Telecom avrebbe effettuato tagli a carico dei lavoratori. La Lombardi conferma, dal suo profilo Facebook, quello che anche FreedomPresso aveva fotografato: “Niente tranche dei premi di risultato già da Giugno 2016, mentre GENEROSI BONUS – fino a 55 MILIONI – vengono elargiti alla dirigenza aziendale guidata da Flavio CATTANEO, dei bonus discutibili visti i risultati di bilancio di Telecom Italia Mobile non entusiasmanti“.
Roberta Lombardi poi accusa il Jobs Act di aver creato questo stato di cose, ponendo di fatto i lavoratori in una posizione più debole rispetto ai datori di lavoro.
L’interrogazione parlamentare è stata presentata il 21 dicembre 2016, come detto, al Ministro del lavoro e delle politiche socialie, oltre a descrivere e premettere alcuni principi indiscutibili come la contrattazione nazionale, uno strumento essenziale per assicurare la forza collettiva dei lavoratori e ottenere condizioni di lavoro dignitose per tutti, anche per chi si trova in situazioni individuali o aziendali particolarmente deboli e ricattabili ed è il riferimento principale, per le retribuzioni, l’inquadramento professionale, l’orario di lavoro e le relazioni sindacali; come la contrattazione azienda, che ha un ruolo complementare, integrativo e non sostitutivo del contratto nazionale, ovvero diaffinare e migliorare a livello aziendale e territoriale le principali materie che regolano il rapporto di lavoro.
Nell’interrogazione, la Lombardi, passa poi a descrivere nel dettaglio le misure intraprese da Telecom Italia contro i lavoratori e poi passa a chiedere se il Ministro interrogato non ritenga necessario intervenire, per quanto di competenza, allo scopo di tutelare i diritti dei lavoratori dell’azienda Tim favorendo il raggiungimento di condizioni migliori di quelle proposte sia sotto il profilo economico che normativo.
INTERROGAZIONE, LA RISPOSTA DEL MINSITRO POLETTI
La risposta è del 12 gennaio. Con essa il Ministro fa riferimento ad un processo di riorganizzazione che ha avviato iniziative volte a favorire il riequilibrio economico e la competitività mediante una strategia commerciale più efficace e la previsione di un piano straordinario di riduzione dei costi per un valore complessivo di 1,6 miliardi.
Secondo il Ministro tanto è bastato per giustificare delle scelte che hanno avuto delle ripercussioni negative sui lavoratori? Quale sia la strategia commerciale non è dato saperlo, ma il Ministro sottolinea che continuerà a monitorare sulla situazione aziendale rappresentata anche al fine di intervenire, ove possibile e nel rispetto delle proprie competenze, per riconoscere una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori interessati.
Quelle che ci poniamo sono alcune domande: perché nessun organo di stampa ne parla? Perché tutte quelle trasmissioni televisive fatte di grida contro gli immigrati e di cittadini esasperati non si occupano dei lavoratori Telecom e delle loro famiglie che rischiano, dopo decenni di lavoro, di ritrovarsi con una riduzione del loro reddito complessivo e con la drammatica condizione psicologica di non essere più motivati a rendere un servizio di qualità.
Pur se in questa Italia va tanto di moda il “sovranismo”, nessuno si occupa del probabile risiko finanziario che c’è dietro questa vicenda e di cui Freedom Press ha tracciato alcune linee nel precedente articolo.
Come redazione di Freedom Press restiamo a disposizioni di chiunque abbia segnalazioni ed informazioni che riguardano questa vicenda che non deve e non può passare sotto silenzio. Oggi tocca ai lavoratori Telecom, domani a chi toccherà?
Ecco il Video di Roberta Lomabardi. “Tolgono al povero per dare ai ricchi”
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