di Cinzia Marchegiani
Una lettera arrivata in redazione che pubblichiamo. Una lettera, una denuncia che non può rimanere in un cassetto. Riguarda i ragazzi studenti che per colpa di un articolo e comma vengono di fatto esclusi e discriminati proprio nell’ambiente scolastico che dovrebbe includere e dare pari opportunità di crescita sociale e formativa. Perché la disabilità non è una colpa e non può essere appannaggio solo di campagna elettorali..
Rita dell’Erba di “Abili al Sorriso” lancia una sfida e una richiesta di risoluzione in merito alla vergognosa vicenda che colpisce gli studenti disabili e si rivolge ai politici: “Vi ricordo, per l’ennesima volta, che siamo essere umani e che i nostri figli hanno diritto allo studio tanto quanto noi genitori abbiamo diritto alla serenità!“
La lettera:
Molti genitori mi hanno contattato, non meravigliati di quanto sta accadendo! Ritorniamo ancora una volta a parlare di coloro che sono nati o diventati disabili. Ci scandalizziamo quando leggiamo che un colosso come l’Ikea abbia potuto licenziare una mamma di un bimbo disabile, per i suoi ritardi lavorativi, per poi cadere nella più totale e contraddittoria assurdità: negare il diritto allo studio ai nostri figli!
Possibile che nessun parlamentare possa prendere atto di quanto accade da Roma in giù? Possibile che si rimanga inermi dinanzi a questa situazione di non integrazione e di chiara e deliberata esclusione?
Ormai è noto, grazie ai vari comunicati stampa che, coloro i quali occupano quel bel posto alla Regione, hanno deciso di escludere il diritto allo studio ai soggetti disabili iperattivi, togliendo loro l’ assistenza scolastica!
Cosa accadrà? Perdonate la mia franchezza, anche questa storia l’abbiamo già letta e, presumibilmente, verrà leso il diritto del comma 3 art.3 nel modo più blasfemo e delittuoso possibile. Si avranno nelle scuole bambini iperattivi abbandonati a se stessi, gli insegnanti, per quanto zelanti e volenterosi, non riusciranno a gestire da soli la situazione e i lavoratori ATA, già notoriamente in condizione di esiguità numerica, non potranno fare molto più di quello che già fanno. I soggetti affetti da disturbi dell’attenzione ed iperattività saranno solo un enorme fastidio, causeranno problemi agli altri alunni, rallenteranno lo svolgimento delle lezioni, con buona pace dei Comuni e delle Regioni che avranno fatto economia e chiuso i bilanci in un passivo più dignitoso e accettabile.
Vorremmo, però, capire con quale coraggio si sta lasciando che avanzi la logica scandalosa, discriminante e perversa che, senza scrupolo alcuno, giustificherebbe il Comune, oltre alla Regione, ad abbandonare la scelta di un modello inclusivo e a ridurre le disabilità di bambini ancora in obbligo scolastico, ad una mera classificazione di articoli e commma.
È evidente che i nostri ragazzi disabili sono solo dei casi con affibbiato un coma, una zavorra improduttiva e inutilmente costosa. Essi non rappresentano il futuro della società e così, in nome della lotta agli sprechi, si taglia al sociale cancellando servizi e posti di lavoro, bollandoli come “sprechi”.
Che vergogna sapere di appartenere ad un paese che considera uno sperpero quel poco che da ai propri figli inermi. Che disgusto assistere impotenti alla frode di uno Stato che depreda i Comuni dei fondi senza restituire nulla, neppure i servizi fondamentali.
Siamo nel XXI secolo: psicologi e pedagogisti parlano a gran voce della necessità di integrare i disabili in visione di un futuro che li veda protagonisti della società grazie alla formazione di “ingegneri educativi” da inserire all’interno delle scuole. Non dovremmo né tanto meno vorremmo essere costretti a denunciare situazioni di esclusione e discriminazione.
Fin quando sarà possibile sostenere questa situazione?
Dobbiamo paventare altre “soluzioni” e temere che si privino arbitrariamente i disabili con art. 3, comma 3 di ore di assistenza per donarle a chi il comma e l’articolo “giusto” non ce l’ha? Non va bene, no!
Sono rimasta di proposito in silenzio ad osservare l’inqualificabile susseguirsi di scelte per nulla condivisibili, ma ora è tempo di muoverci, ancora una volta, per i nostri figli! Non ci saranno scioperi, non ci saranno manifestazioni, il caos lo state creando voi, e noi, ora, inizieremo a ballare nel vostro stesso caos. Mi rivolgo personalmente a tutti i parlamentari italiani, in modo educato e senza alzare i toni; lascio alle testate giornalistiche il mio recapito telefonico, nella speranza che possano contattarmi e, finalmente, tirare le orecchie a chi è più sordo di chi non vuol sentire! Vi ricordo, per l’ennesima volta, che siamo essere umani e che i nostri figli hanno diritto allo studio tanto quanto noi genitori abbiamo diritto alla serenità!
Abili al Sorriso
Rita Dell’Erba 348 2949582
L’invito di Rita dell’Erba di Abili al Sorriso è rivolto ai politici che hanno a cuore la dignità dell’essere umano quanto tale. Se ancora è possibile chiamare questo paese un posto dove le persone, nonché i nostri ragazzi, possono essere ancora un valore aggiunto e non un comma con cui si può giustificare una discriminazione assurda senza precedenti.
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