L’intervista
di Cinzia Marchegiani
Oggi parleremo di un gattino un po’ speciale. Nato da un progetto lungimirante di Michela Policella ha entusiasmato bambini ed insegnati e nel suo avventuroso percorso ha reso il mondo sicuramente più consapevole e migliore. Michela è una ragazza dolcissima (anche se lei dice di avere 42 anni) ed è soprattutto un’artista coinvolgente e di carismatica sensibilità.
Michela è una donna piena di grandi energie e quel senso artistico innato che la porta prima a diplomarsi come Maestra d’Arte, poi a continuare specializzazioni non solo nel mondo della grafica 3D e computer come quello conseguito presso Emmesoft di Torino, ma conseguendo il corso di laurea in Beni Culturali come ovvia logica prosecuzione dei suoi studi artistici ma anche affacciandosi al mondo medico. Michela infatti ha frequentato anche il corso di laurea in Scienze Biologiche Molecolari spinta dalla volontà di aumentare le sue conoscenze sull’atrofia muscolare spinale, la sua stessa patologia, la Sma di tipo 2.
Cosa c’entra Michela con le avventure di un gatto e un audace progetto che ha catturato l’interesse dei bambini e della istituzioni scolastiche?
FreedomPress ha voluto indagare. Ad aprile presso la Biblioteca Comunale di Pisa in un evento dedicato, la Dott.ssa Elena Papaleo presentava a piccoli e adulti il progetto di Michela Policella finalmente portato a termine, per l’appunto “Telemaco e i suoi aMici“.
“Telemaco e i suoi aMici” è qualcosa di più che un semplice libro di storie di un gattino sfortunato nato senza artigli. E’ un progetto che è riuscito a coinvolgere bambini delle elementari impegnati a raccontare e a riflettere sul mondo della disabilità, ma non solo. In questo progetto l’autrice del libro, ha realizzato un bellissimo lavoro di cooperazione teso a sensibilizzare chi lo stava realizzando e anche per chi poteva leggerlo in futuro.
IL PROGETTO A LUNGO RESPIRO, SAPER ANDARE OLTRE UNA LETTURA. Il progetto di “Telemaco e i suoi amici” parte nel 2012 con la stesura di un concorso letterario rivolto alle scuole primarie: alle classi è stato richiesto di scrivere un racconto su Telemaco, un gattino nato senza artigli – e per questo svantaggiato rispetto agli altri gatti. Scopo del concorso era di far riflettere i giovani studenti su tematiche quali l’integrazione, l’importanza dell’agire in gruppo per superare le difficoltà, la capacità di comprendere le esigenze altrui. Le storie inventate dai ragazzi sono state commentate da pedagogisti ed esperti del settore; i racconti più interessanti sono stati successivamente raccolti nel libro “Telemaco e i suoi aMici” edito da La Rondine Edizioni per ASAMSI.
Andiamo a conoscere Michela Policella che attualmente ricopre il ruolo di Consigliere all’interno del Consiglio Direttivo dell’associazione ASAMSI ed è la responsabile del settore gadget e bomboniere solidali. Anche il concorso letterario “Telemaco e i suoi aMici” nasce dalla volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolar modo quella dei giovani studenti delle scuole elementari, nei confronti della disabilità?
Conosco ASAMSI dal 1999 e da allora ne sono volontaria. Mi occupo assieme a mio padre del sito dell’associazione www.asamsi.org e, con mia madre, delle bomboniere solidali e dei gadget. Anche mia sorella collabora realizzando video e foto: praticamente ho coinvolto tutta la famiglia! Ricopro il ruolo di consigliere all’interno del consiglio direttivo e sono in contatto con numerosi soci che si rivolgono a me per aiuti e suggerimenti.
Come nasce l’idea di Telemaco, il gattino senza artigli?
Nel 2012 iniziai a pensare a un progetto dell’associazione per sensibilizzare i bambini su un tema molto delicato come quello della disabilità. Il mio intento era di affrontare questo argomento con serenità senza cadere nell’odiatissimo luogo comune del “bisogna essere gentili nei confronti delle persone più sfortunate di noi”. Quello che mi premeva di più era far capire che un individuo, indipendentemente dalla sua condizione di salute, ha dei pregi e dei difetti, delle risorse a cui attingere e della necessità per cui ha bisogno di aiuto. Ho voluto sottolineare l’importanza del gruppo come un insieme di individui, ognuno con le proprie peculiarità: il disabile, o se preferite il diversamente abile, è parte integrante del gruppo e il suo apporto alle attività comuni è importante esattamente come l’apporto di chiunque altro. Va da sé che il disabile ha bisogno dell’aiuto degli altri, ma pensandoci bene chi non ne ha? Forse il suo è un bisogno più evidente, a volte fastidioso, forse la sua presenza può essere “ingombrante”, ma resta comunque una componente essenziale del gruppo. Gruppo che può essere inteso come gruppo classe, ma anche gruppo di lavoro, gruppo come la famiglia, gruppo di amici, o più semplicemente gruppo inteso come l’intera società.
La magia di “Telemaco e i suoi amici” custodisce progetti ambiziosi?
In effetti l’obiettivo era ed è quello di far capire ai bambini l’importanza del “mettersi nei panni di”, di sviluppare un’empatia nei confronti del prossimo. Al giorno d’oggi credo sia fondamentale recuperare la tolleranza e l’accettazione del diverso, e questo non è riferito solo alla disabilità. I giovani di oggi saranno gli adulti di domani; perciò è importante che imparino precocemente che nel mondo siamo tutti diversi, abbiamo tutti bisogni diversi, difetti ma anche pregi diversi che possono essere valorizzati solo superando le apparenze e, a volte, le difficoltà. La società di oggi spinge troppo spesso a essere superficiali, a assecondare il dantesco “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Certi atteggiamenti possono essere pericolosi per l’intera comunità. Per questo è necessario educare i bambini all’attenzione verso l’altro; se poi “l’altro” è l’anello debole della catena tanto meglio, l’attenzione sarà maggiore e il risultato sarà migliore.
Come è riuscita a realizzare il coinvolgimento dei bambini?
Decisi, alla luce di queste riflessioni, che il modo migliore per affrontare tutti questi profondi argomenti con dei bambini era utilizzare la metafora della favola. Inventai, ispirata dalla mia gatta, una trama da seguire: mamma gatta mette alla luce quattro gattini, di cui uno nasce senza artigli. Un vero problema per un gatto: come farà a difendersi, ad arrampicarsi, a procurarsi il cibo? Mamma gatta è fiduciosa, sa che il suo gattino è pieno di risorse e riuscirà a cavarsela. Decide quindi di chiamarlo Telemaco, nome che significa “colui che combatte da lontano”, un modo per dire che, anche se fisicamente non è grado di affrontare determinate situazioni, può farlo con modi alternativi. Il concorso letterario, rivolto alle classi 4 e 5 delle scuole primarie, richiedeva la stesura di un racconto partendo da questo incipit. Un unico racconto per classe, frutto della collaborazione di tutto il gruppo. In questo modo gli alunni avrebbero collaborato, sfruttato le risorse di ciascuno, per raggiungere l’obiettivo comune. Agli insegnanti si chiedevano commenti sull’attività svolta in classe e sugli atteggiamenti e sulle reazioni dei giovani allievi.
Il concorso deve aver riscosso un certo successo, il libro ne è una testimonianza. Cosa ci può raccontare del dietro le quinte?
Le favole arrivate a ASAMSI sono state veramente belle, fantasiose, gradevoli da leggere, ricche di situazioni a dir poco esilaranti; le osservazioni degli insegnanti sono state piene di entusiasmo, con alcune riflessioni molto interessanti. Il concorso prevedeva anche un feedback agli insegnanti con dei commenti da parte di pedagogisti e esperti del settore. Tutto il materiale, favole, osservazioni degli insegnanti e commenti dei pedagogisti, è confluito nel libro, “Telemaco e i suoi aMici”, appunto.
Dove si può trovare?
Edito da La Rondine Edizioni, il libro è disponibile su prenotazione in ogni libreria, sul sito della casa editrice, su ibs.it e su Amazon.
Il libro ha in serbo altri progetti, visto che è stato capace di coinvolgere i bambini nella sua realizzazione?
In effetti per questo “gattino” le avventure non finiscono qui. Telemaco sta arrivando in numerose scuole come progetto didattico-educativo. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a info@asamsi.org . L’invito è rivolto veramente a tutti, in particolare ai genitori e agli insegnanti. Telemaco è un mezzo che hanno le scuole per consentire agli alunni di rapportarsi con il mondo della disabilità in modo leggero e divertente. Questa occasione, opportunamente guidata dagli insegnanti, potrà essere utile per lo sviluppo di un maggior senso civico e di un atteggiamento più sensibile nei confronti delle persone con una diversa autonomia.
Michela, questo gattino però è proprio fortunato. Ci salutiamo nella speranza che questo progetto possa essere portato in tantissime scuole per una crescita armoniosa delle future generazioni. A chi saranno devoluti i soldi per l’acquisto del libro?
Questo libro è il risultato di un lavoro di squadra (come nello spirito di Telemaco) per questo ho deciso di devolvere i diritti d’autore a ASAMSI. Io ho messo l’idea, ho realizzato il concorso e ho contattato le scuole, ma hanno partecipato molte altre persone, interne ed esterne all’associazione: Alessandra Contu, Stefania Salti, Serena Mortari, Michela Benedetti, Lia Sacchini, Valerio Cioni e tanti altri collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione del concorso. Tutte queste persone, che ringrazio vivamente per aver prestato gratuitamente la loro professionalità, hanno, come me, l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche sopra citate, di far conoscere ASAMSI e di finanziare le attività associative con il ricavato di questo libro.
Quando le sinergie diventano capolavori di vita. Un audace gattino che ha vissuto tante storie, quelle più belle raccontate con gli occhi e la fantasia dei bambini ora è un libro che vuole essere conosciuto ed è in viaggio per chi desidera far parte della sua avventura.
Congratulazioni Michela!