di Cinzia Mrachegiani
Tanto tuonò che piovve. Purtroppo!
Altro che carne sintetica, il Parlamento italiano approva la coltivazione in campo aperto dei vegetali a fini scientifici e sperimentali ottenuti tramite nuove tecniche tecniche di mutagenesi, denominati NBT, NGT e/o TEA, previa autorizzazione di organi centrali.
Ad informarci di tale pericolo interviene il dott. Marco Tiberti, presidente dell’associazione European Consumers APS:
“Purtroppo non siamo stati ascoltati. E’ stata pubblicata nella G. U. n. 136 del 13 giugno 2023 la legge n. 68 del 2023, di conversione in legge (con modifiche) del decreto legge n. 39 del 2023 (c. d. “decreto siccità”) il cui art. 9bis (introdotto nel decreto legge dal Parlamento, conl’avallo del Governo) permette la coltivazione, in campo aperto, ai fini sperimentali e scientifici, dei vegetali ottenuti tramite nuove tecniche di mutagenesi, denominati NBT, NGT e/o TEA, previa autorizzazione di organi centrali.”
Tiberti spiega: “Questi nuovi NBT, NGT e/o TEA sono parificati agli OGM (come tali soggetti alla stessa disciplina) dalle sentenze, vincolanti, della Corte di Giustizia del 25 luglio 2018, causa C-528/16, e 7 febbraio 2023, causa C-688/21, perché privi di quella ‘lunga tradizione di sicurezza fitosanitaria ed ambientale’ richiesta dalla Direttiva 2001/18/CE che regola gli OGM.”
IL DOTT TIBERTI SPIEGA IL CASO RISO CLEARFIELD: “QUESTO RISO OTTENUTO TRAMITE MUTAGENESI DAL 2006 E’ STATO POI PERMESSO DI ESSERE ISCRITTO NEL REGISTRO VARIETÀ NAZIONALI. IL RISO CLEARFIELD POI SI E’ COMPORTATO COME UN OGM TRASFERENDO LA SUA RESISTENZA AD ALTRE ERBE PROVOCANDO DISTRUZIONE DELLA BIOMASSA PRESENTE E DELLA LORO FERTILITA’
Il caso riso Clearfield fa da scuola, chiarisce Tiberti:” Tra questi vegetali nuovi ottenuti tramite mutagenesi, da assimilare agli OGM, la Corte di Giustizia UE, cit., annovera anche il riso Clearfield che dal 2006 l’Italia ha considerato vegetale convenzionale, iscrivibile (e iscritto) nel Registro delle Varietà Nazionali e, dunque, coltivabile liberamente senza autorizzazione alcuna.
Nel concreto, tuttavia, questo riso Clearfield si è comportato come un OGM (dando ragione alle richiamate sentenze della Corte di Giustizia UE), trasferendo sistematicamente la sua resistenza agli erbicidi alle erbe infestanti che si volevano (e si vogliono) eliminare (riso crodo e giavoni), provocando, infine, la distruzione della biomassa presente nei terreni e della loro fertilità che sopravvive solo ricorrendo costantemente ai fertilizzanti chimici.”
E QUINDI DOTT. TIBERTI?
“Conclusione, – spiega pietrificato il dott. Tiberti – la fecondità naturale di queste aree è venuta meno, rendendo, nel contempo, impossibile la coltivazione sulle stesse aree i vegetali convenzionali e/o biologici.
Non pago di simili risultati disastrosi, ora il legislatore nazionale, ovvero il Parlamento, con un colpo di mano, degno di miglior causa, ha provveduto a liberalizzare, di fatto, la coltivazione di tutti gli OGM, comunque denominati, NBT, NGT e/o TEA, coprendo questa liberalizzazione con la foglia di fico della “sperimentazione” in campo aperto, facendo finta di non accorgersi di quanto accaduto con il riso Clearfield, che, per inciso, significa ‘campo pulito!’
EUROPEAN CONSUMERS DENUNCIA ALTRE INCONGRUENZE
“Ma le incongruenze non finiscono qui!
Se, infatti, si considera il dettato di tale art. 9bis, si potrà notare, che il legislatore ha ritenuto “prudente” ed “opportuno” chiarire che a queste sperimentazioni in campo aperto, non deve essere applicato il dettato dell’art. 8, commi 6 e 2, punto c) del decreto legislativo n. 224 del 2003 che impone, prima di ogni coltivazione di OGM (e assimilati) “la valutazione del rischio per l’agrobiodiversità”, dimenticando sia il dettato del nuovo art. 9 della Costituzione per il quale, tra l’altro, “La Repubblica … Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”, sia il dettato dell’art. 26quater del Dlgs 8 luglio 2003, n. 224, sulle “misure che limitano o vietano la coltivazione di OGM sul territorio nazionale”, che, dopo aver elencato i motivi che permettono di introdurre questo divieto, tra i quali obiettivi di politica ambientale, obiettivi di politica agricola, esigenza di evitare la presenza di OGM in altri prodotti (comma 1), al comma 3 così precisa
“.. le misure di cui al comma 1 non devono contrastare con la valutazione del rischio ambientale effettuata ai sensi della Direttiva 2001/18/CE”.
E poi ancora la Direttiva 2001/18/CE che al 4° “considerando” specifica
“gli organismi viventi immessi nell’ambiente in grandi o piccole quantità per scopi sperimentali o come prodotti commerciali possano riprodursi e diffondersi oltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali emissioni possono essere irreversibili”.
Aggiunge e puntualizza il successivo 5° “considerando”: “La tutela della salute umana e dell’ambiente richiede che venga prestata la debita attenzione al controllo di rischi derivanti dall’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (OGM)”.
EUROPEAN CONSUMERS APS INASCOLATA ANCHE DAL PRESIDENTE MATTARELLA: “EVIDENTEMENTE L’ISTANZA E’ STATA SOTTOVALUTATA”
“Purtroppo – spiega il presidente di European Consumers, Marco Tiberti – ogni intervento di questa Associazione sul legislatore e sul Governo prima che fosse approvata una simile disposizione è risultato, purtroppo, vano, come vana è risultata l’istanza al Presidente della Repubblica perché, ai sensi dell’art. 74 della Costituzione, rinviasse alle Camere tale disciplina (il c.d. “decreto siccità”) per una migliore valutazione del dettato del cit. art. 9bis, chiaramente illegittimo sotto il profilo Costituzionale.”
(Link: Lettera al Presidente Mattarella).
Evidentemente l’istanza è stata sottovalutata, come sottovalutata è stata la materia del contendere che tocca diritti inalienabili di ogni cittadino ovvero la salubrità del cibo, delle aree agricole, dell’ambiente.
EUROPEAN CONSUMERS APS SI AGGRAPPA ALLA CORTE COSTITUZIONALE
“Resta la Corte Costituzionale che, sollecitata dalla Regione Marche, provvide, – spiega Tiberti – con senso di responsabilità, a dichiarare illegittima la legge n. 5 del 2005 nella sua quasi totalità (ved. sent. n. 116 del 2006) che ammetteva la coltivazione di tutti i vegetali GM in campo aperto.
Aggiungasi che, al presente, sembra che la Commissione Europea abbia predisposto un testo di regolamento con cui si dichiarano equivalenti ai vegetali convenzionali gran parte dei vegetali NBT, NGT e/o TEA, che la Corte di Giustizia UE ha già valutato e considerato assimilabili agli OGM.”
Conclude amareggiato e esterefatto il presidente Marco Tiberti:
Per la Commissione, dunque, a nulla valgono queste sentenze, né a nulla vale la volontà dei cittadini comunitari che, nella quasi totalità, rifiutano simili prodotti.
EUROPEAN CONSUMERS ASP: “NON RESTA ALL’ITALIA DI FAR VALERE L’ART.9 DELLA COSTITUZIONE”
“Se, malgrado tutto, questo nuovo regolamento dovesse essere approvato, non resta all’Italia che far valere l’art. 9 della Costituzione, cit. (e i sopra richiamati diritti inalienabili di ogni cittadino) il cui dettato prevale su qualsivoglia disciplina, – il presidente Marco Tiberti spiega – compresa quella comunitaria, così come più volte chiarito dalla stessa Corte Costituzionale.”
Ad ogni buon conto, l’Associazione European Consumers ASP ritiene non più procrastinabile l’interpello, tramite referendum consultivo, dell’intero corpo elettorale, “chiamato a decidere in prima persona su temi di tale natura che non ammettono rappresentanze infedeli di chicchessia.”
EUROPEAN CONSUMERS LANCIA L’APPELLO:
Appello alle Regioni e alle Province autonome perché facciano valere davanti alla Corte Costituzionale l’illegittimità dell’art. 9bis della legge n. 68 del 2023 che, di fatto, sdogana la coltivazione degli OGM e simili in campo aperto, aprendo la strada alla scomparsa dei vegetali convenzionali e biologici.
1.EUROPEAN CONSUMERS APS E L’APPELLO ALLE REGIONI E ALLE PROVINCE AUTONOME perché facciano valere davanti alla Corte Costituzionale l’illegittimità dell’art. 9bis del D. L. n. 39 del 2023. L’associazione contesta l’indifferenza generale soprattutto della stampa e TV (che quando vuole riesce ad entrare in tuttele case degli italiani) che ignorando una siffatta autorizazzione non hanno informato i cittadini dell’iter con cui sono stati introdotti gli OGM in Italia dal Parlamento, con l’avallo del Governo.
LINK —> All.-1-Appello-alle-Regioni-e-Prov.-Autonome-su-incostituzionalità-art.-9bis_D.-L.-n.-39_2023
2.EUROPEAN CONSUMERS APS SCRIVE ALLA REGIONE LAZIO E PRESIDENTE ROCCA facendo presente oltre i danni irreversibili alla biomassa, alla fertilità e l’attacco alla sovranità alimentare italiana, segnala la imbarazzante incongruenza oltre ogni leggittimità poichè:
“Quando questi vegetali si vogliono coltivare a pieno campo, per fini sperimentali, gli interessati debbono munirsi di una autorizzazione della pubblica amministrazione di livello centrale perché assimilati agli OGM, quando, invece, questi stessi vegetali si vogliono coltivare a pieno campo, per fini produttivi, questa autorizzazione nazionale non è necessaria perchè considerati vegetali convenzionali, iscrivibili (e/o iscritti) come tali nel Registro Nazionale delle Varietà.“
LINK —> LAZIO_Lettera-di-sollecitazione-su-incostituzionalità-art.-9bis_L.-n.-68_2023
Ai posteri il giudizio, ma solo se possono essere informati. Forse ci penserà ChatGPT!
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