Farmaci in commercio, farmaci frutto spesso di sofferenza animale che potrebbe essere evitata se si attivassero metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Non solo! Quanti farmaci vengono ritirati dopo l’avvio della IV fase di sperimentazione che si chiama farmacovigilanza? Troppi purtroppo. Un destino questo legato al metodo scientifico che vuole testare i farmaci e le loro attività attraverso lo studio pre–clinico che si effettua sulle cavie animali. Studi che spesso non riescono ad essere predittivi per il genere umano e quindi tutelare le stesse persone che poi consumeranno i farmaci in base alle loro patologie.
E’ un rischio calcolato che ben tutti sanno, tanto che quando un farmaco riceve l’autorizzazione AIC, la sperimentazione di fatto non cessa, e il monitoraggio sugli effetti tossici e reazioni avverse continua sotto un nuovo nome, appunto la “farmacovigilanza”, poiché nella fase precedente, studio clinico fase III, vengono coinvolte un numero esiguo di persone rispetto al numero dei potenziali pazienti che assumeranno il farmaco in vendita nelle farmacie, previa prescrizione del medico stesso. Le reazioni tossiche riscontrate in questa fase IV possono essere anche di gravi entità tale da indurre il ritiro del farmaco stesso.
Ma quanti animali vengono coinvolti in questi esperimenti? Il numero è elevatissimo, e rimane di fondo il problema più grave: sono farmaci realmente sicuri? Quanti effetti iatrogeni si valutano solo a post commercializzazione inoltrata?
Il Tavolo Tecnico sui Metodi Alternativi pur se avviato a singhiozzo, ora sta cominciando a procede secondo l’iter adeguato. Il Ministero della salute ha da poco cominciato a condurre un’indagine per acquisire informazioni sul livello di conoscenza, utilizzo e diffusione dei metodi alternativi all’interno degli enti di ricerca, in attuazione del principio di sviluppo dei metodi alternativi alla sperimentazione animale, stabilito dalla Direttiva 2010/63/UE.
In data odierna, 6 giugno 2016, il Ministero della Salute che coordina il “Tavolo tecnico sui metodi alternativi” ha messo a punto due questionari che sono disponibili on line per la compilazione da parte di Università ed enti di ricerca fino al 31 luglio 2016.
Il Tavolo Tecnico, coordinato dalla Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della salute, è composto da rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna, Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale, del Partito Animalista Europeo e di Research4Life (che dal 2015 raccoglie le realtà coinvolte a vario titolo nel panorama della ricerca biomedica italiana: enti di ricerca, ospedali, organizzazioni non profit, università e industrie) e da esperti designati a seconda delle tematiche affrontate.
I questionari indicati dal Ministero della salute sono due:
- “Ricerca”, per acquisire informazioni sul livello di conoscenza e utilizzo dei metodi alternativi
- “Didattica”, per acquisire informazioni sul livello di conoscenza e diffusione dei metodi alternativi
Il Ministero mette anche a disposizione una casella di posta elettronica dedicata, dove è possibile avere i chiarimenti sui quesiti metodialternativi@sanita.it
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” fornisce assistenza per eventuali problemi informatici al recapito csn@vetinfo.it
Un passaggio di grande evoluzione attende il progresso scientifico teso a proteggere gli animali sacrificati per farmaci che poi rischiano di essere tolti dal mercato perché la loro revisione sulle persone ha prodotto troppo criticità che si gioca sulla pelle degli stessi pazienti.
La stessa AIFA ricorda la problematica legata al ritiro dei medicinali: “I dati a disposizione al momento di capire se vale la pena metterlo a disposizione della comunità sono sempre limitati a ciò che siamo in grado di valutare in un ambito sperimentale”.
di Cinzia Marchegiani