di Cinzia Marchegiani
Totalàn (Malaga, Spagna) – Il mondo è rimasto sospeso in attesa di un miracolo, estrarre il piccolo Julen, bimbo di due anni caduto in un buco di appena 25 centimetri e profondo 110 metri, ma soprattutto spera che Julen sia vivo.
Julen cadeva nel pozzo il 13 gennaio 2019 intorno alle due di pomeriggio nella zona di Dolmen del Cerro de la Corona nel comune di Malaga Totalán. Secondo le informazioni riportate dai giornali il buco sembra sia una fossa di prospezione per cercare acqua con un diametro di 25 centimetri.
Dopo dieci giorni e dopo che i lavori di perforazione di un tunnel adiacente abbiano subito numerosi ostacoli, il salvataggio rimane un’operazione delicata e complicata.
È stata definita un’operazione al cronometro poiché incessantemente tutti gli operatori non hanno risparmiato energie, lavoro e lacrime in questo intervento difficile, duro e sconvolgente, sfidando il tempo per poter salvare Julen.
JULEN RICORDA IL DRAMMA DEL PICCOLO ALFREDINO RAMPI CADUTO NEL POZZO 38 ANNI FA A VERMICINO VICINO ROMA
Questo dramma ricorda con un rinnovato dolore immenso la tragedia consumata in Italia 39 anni fa nella località Vermicino, alle porte di Roma, quando nel pomeriggio del 10 giugno 1981 il piccolo Alfredo, per tutti Alfredino, cadeva in un pozzo. Quando arrivarono i primi soccorritori, il bambino era rimasto bloccato a 36 metri di profondità. Un’impresa impossibile estrarlo dall’alto. Da quel momento iniziò la maratona televisiva del calvario inedito che purtroppo terminò tre giorni dopo, quando alle 6,30 del 23 giugno Alfredino fu segnata l’ora della sua morte. Alfredino moriva inghiottito dal pozzo mentre il suo corpo fu recuperato soltanto 28 giorni dopo. Venti milioni di italiani seguirono col fiato sospeso la diretta tv da parte della RAI. Ogni operazione seppur innovativa fu vana. Un epilogo atroce che segnò la nascita della Protezione Civile. Leggere QUI
JULEN UNA TELECRONACA MINUTO PER MINUTO, LA SOFFERENZA DEI FAMILIARI, LA TENSIONE E IL LAVORO INCESSANTE DELLA SQUADRA DI SOCCORSO
Dai giornali locali (Noticias) la telecronaca dei lavori e dello sforzo e tensione degli stessi operatori viene riferita attimo per attimo. Raccontano delle difficoltà incontrate che hanno frenato l’avanzamento dello stesso salvataggio:
“Oggi sono ripresi i lavori di rivestimento e sono stati introdotti i primi 40 metri, i più complicati, quelli che ieri hanno costretto a rifare il tunnel verticale e sono stati effettuati i lavori di pulizia. L’instancabile lavoro di salvataggio non si è fermato per un minuto. Durante l’alba hanno finito di affrontare l’ultima battuta d’arresto, la deviazione nel tunnel verticale che ha ritardato il lavoro di sollevamento, ora già ripreso. Il trapano con cui è stato scavato il tunnel verticale è stato nuovamente utilizzato”.
Per tutelare la vita dei minatori che scenderanno nel tunnel parallelo è stato spiegato che intorno all’area del condotto ci sarà un sollevatore di terra di 12 metri come piattaforma per evitare frane e garantire la sicurezza totale nel lavoro più rischioso, quello dei minatori che proveranno a scavare il tunnelr orizzontale per poter estrarre il piccolo Julen”.
L’operativo è formato dai membri del Consorzio dei Vigili del Fuoco di Málaga (CPB), Guardia Civil, incluso il Soccorso Alpino e il Team di intervento; Polizia nazionale e locale, oltre all’attivazione del gruppo di emergenza dell’Andalusia (GREA) e del gruppo di intervento psicologico in caso di emergenza e disastri.
Per capire la profondità del pozzo in cui sarebbe caduto Julen la squadra di soccorso è stata aiutata da una telecamera che avrebbe toccato il fondo a 80 metri senza vedere il minore, quando il pozzo ha un’altezza di circa 150 metri. Questo ha suggerito la possibilità di un collasso.
Gli otto minatori della brigata di salvataggio sono preparati per il momento in cui arriverà il loro turno di agire e sperano che oggi possano entrare. Una volta arrivati nel punto designato dovranno scavare a mano il tunnel parallelo e contemporaneamente metterlo in sicurezza per evitare il collasso del tunnel stesso.
Molti i ringraziamenti sono stati per lo sforzo agli ingegneri della CICCP Andalucia, Ceuta Y Melilla e ad Angel Garcia Vidal, rappresentante provinciale del collegio a Malaga, il quale ha dichiarato:
“Tutti lavoriamo con la testa e con il cuore, è inevitabile.
C’ è tanta emozione in tutto ciò che si sta facendo che non pesano le ore, né la stanchezza, né assolutamente nulla.
Raggiunti i 60 m, forato completo tunnel verticale #julen
Aspettavamo questo momento ‘come acqua di maggio’.
C’è stata un’emozione tremenda tra i macchinisti, gli operatori, i tecnici…
Le persone che sono qui a lavorare sono per togliersi il cappello.
Quello che stanno facendo, le ore che stanno mettendo, è assolutamente impressionante.
Anche ti saltano le lacrime, certo, non succede niente, ma bisogna seguire. Siamo più vicini “.
Angel Garcia Vidal scrive: “Continueremo a lavorare instancabilmente finché non raggiungeremo la fine”.
Su Noticias parla Juan Lopez-Escobar, CEO del Collegio degli Ingegneri delle Miniere del Sud:” Questa operazione di mesi è stata fatto in giorni. Sono i migliori, si tratta di una squadra d’elite” . E poi: ” È una situazione ‘agonizzante’ ma stanno lavorando con la speranza che Julen torni al triciclo che lo sta aspettando. Tutti i gruppi lo fanno con fede, dedizione e senza limiti di sforzo, nessun minatore rimane nella miniera, e Julen è il nostro minatore oggi”.
Foto Credit Noticias
ARTICOLI CORRELATI
Vermicino. Mamma Franca ricorda la tragedia del figlio Alfredo Rampi. Il calvario iniziava 37 anni fa in diretta TV
Addio a Nando Broglio. I Vigili del Fuoco ricordano il collega che sostenne Alfredino nel pozzo di Vermicino
Per seguire gli aggiornamenti potete seguirci su Facebook cliccando QUI e mettendo mi piace o Twitter cliccando QUI e mettendo segui