di Cinzia Marchegiani
Ieri sera su Rai1 è andata in onda la prima puntata di “Sotto Copertura” – La cattura di Zagaria, la serie televisiva che racconta la cattura del boss dei Casalesi da parte dei poliziotti della Squadra mobile di Napoli dopo quindici anni di latitanza.
“Basta, non sfondate, sono qui. Mi arrendo”. Quando ha capito che non c’era più nulla da fare la voce di Michele Zagaria si è sentita dal sottosuolo mentre chiedeva alla polizia di non sfondare più il pavimento perchè si sarebbe consegnato spontaneamente. Zagaria era nascosto in un bunker all’interno di un’abitazione di Casapesenna (Caserta).
Tra il bunker sotterraneo e il pavimento della casa c’erano cinque metri di cemento armato.
Il boss viveva in un inaccessibile bunker nascosto sotto i reticoli di case di Casapesenna (Caserta), suo paese natale. E dà lì continuava a dirigere il suo impero criminale. Non solo racket: Zagaria, il re del cemento, ha messo le mani, con le sue imprese ripulite e una strategia spietata, sulle grandi opere italiane degli ultimi anni.
LE INDAGINI
Le indagini che consentono la sua cattura il 7 dicembre 2011 sono state svolte con l’utilizzo di microspie, appostamenti, incroci di dati, ma soprattutto, per prendere il boss dei Casalesi, il capo della Squadra mobile è stato costretto a trattare con i confidenti per raccogliere le informazioni dai camorristi.
SOTTO COPERTURA, UNA SERIE TV IN 8 EPISODI, DUE IN OGNI PUNTATA
Il film, nei suoi otto episodi, due in ogni puntata, racconta una storia realmente accaduta e fedelmente riportata, grazie alla consulenza dei veri protagonisti; inoltre le scene sono state girate nei luoghi dove si sono svolti i fatti: Casal di Principe, Casapesenna, Napoli, nel vero bunker di Zagaria oltre ad alcune scene realizzate nella casa dove il boss ha vissuto per alcuni anni.
LA CATTURA DEL BOSS ZAGARIA, LATITANTE DA 15 ANNI, IL RE DEL CEMENTO
Il boss soprannominato ”Capastorta” era da tempo considerato l’ultimo grande latitante dei Casalesi. Si nascondeva in via Mascagni, a Casapesenna, il paese dei Zagaria, dal quale non si è mai allontanato in 15 anni di latitanza.
Era specializzato nel settore edile e le sue imprese casertane si erano imposte sul mercato nazionale non solo praticando prezzi concorrenziali ma anche garantendo costantemente sui cantieri uomini e mezzi e tempi ridotti per la realizzazione delle opere.
Il suo ”feudo” era il triangolo compreso tra Casapesenna, San Cipriano d’Aversa e Casal di Principe, dove il boss è proprietario di un impero di milioni di euro accumulati con la droga, le estorsioni ed il controllo degli appalti.
Il potere del boss si fondava proprio sul controllo del territorio.
LA CONFESSIONE DI UN PENTITO DEI CASALESI
”A partire dal 2001 e fino a poco prima del mio arresto – ha messo a verbale un pentito dei Casalesi, Emilio di Caterino – per le grosse estorsioni, qualunque fosse il territorio in cui esse avvenivano e qualunque fosse la fazione dei Casalesi che aveva il controllo di quel territorio, il denaro comunque arrivava a Michele Zagaria, il quale provvedeva a distribuirlo fra tutti”.
L’OPERAZIONE DELLA CATTURA CONDOTTA DALLA SQUADRA MOBILE DI NAPOLI, 100 POLIZIOTTI PER LE PERQUISIZIONI
L’operazione è stata condotta dalla Squadra mobile di Napoli, insieme a quella di Caserta e al Servizio centrale operativo della Polizia con l’impiego di cento poliziotti per le perquisizioni.
Il boss della camorra era ricercato per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, rapina e altri reati.
Le prime parole che il boss Michele Zagaria ha rivolto ai poliziotti e ai magistrati che l”hanno raggiunto nel bunker sono state ironiche: ”Avete vinto voi, ha vinto lo Stato”.
Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si era congratulato con il capo della polizia, Antonio Manganelli, per l’importante operazione.”La cattura di Zagaria – ha dichiarato il ministro dell’Interno Cancellieri – è un grandissimo successo dello Stato non solo al clan dei casalesi ma all’intera organizzazione camorristica, che si è reso possibile grazie allo straordinario lavoro e impegno delle Forze dell’ordine e della Magistratura”.
”E’ stata un’operazione complicata” a causa ”del bunker, in questo i Casalesi sono specialisti, che era a 4 metri di profondità” ha dichiarato il capo della Polizia, Antonio Manganelli, che ha proseguito dicendo che ”il percorso investigativo che porta a localizzare un latitante è molto complicato ma una volta localizzato la fase operativa è relativamente più semplice”.
SOTTO COPERTURA, nel cast Claudio Gioè, Alessandro Preziosi, Bianca Guaccero, Antonio Folletto, Matteo Martari, Antonio Gerardi, Giulia Fiume, Alejandra Onieva.
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