di Cinzia Marchegiani
Quanto sono sicuri i farmaci immessi nel mercato? Quante informazioni abbiamo sulla sicurezza d’uso dei farmaci di recente approvazione? La Farmacovigilanza è un’attività essenziale per conoscere meglio il profilo di sicurezza dei farmaci, per informare correttamente i medici che li prescrivono e per tutelare i pazienti che li assumono, garantendone la sicurezza d’impiego nel tempo.
Il Dott. Luca PASINA, Responsabile dell’Unità di Farmacoterapia e Appropriatezza Prescrittiva, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “MarioNegri” Milano affronta un tema importante che riguarda la sicurezza dei farmaci di recente approvazione. La sua analisi dovrebbe far riflettere le Agenzie regolatorie che approvano i farmaci nel mondo del mercato.
“La maggior parte degli studi clinici per l’immissione in commercio di un nuovo farmaco vengono di norma condotti su di una popolazione relativamente piccola e per una durata di osservazione limitata: si reclutano infatti un migliaio di pazienti che vengono seguiti per un periodo che non supera i sei mesi. Queste circostanze tendono a limitare la possibilità che eventi avversi gravi possano essere identificati nel corso degli studi di approvazione di un farmaco, in particolare quando tali eventi avversi si verificano con una bassa frequenza. I rischi sulla sicurezza dei farmaci diventano pertanto più evidenti nel periodo post-marketing (cioè quando il farmaco viene autorizzato e immesso nel mercato, e di conseguenza il paziente a cui viene prescritto questo farmaco diventerà fonte di informazioni riguardo tutte le osservazioni di sicurezza e beneficio del farmaco stesso, NdR) quando un medicinale viene impiegato in popolazioni più numerose, meno rappresentative di quelle incluse negli studi clinici e per periodi di utilizzo superiori.
Inoltre anche la valutazione accelerata per l’immissione in commercio di farmaci innovativi, destinati a combattere malattie per cui non ci sono trattamenti disponibili o ad offrire ai pazienti un grande vantaggio terapeutico rispetto alle cure esistenti, possono giocare un ruolo importante nell’identificazione delle informazioni di sicurezza dei medicinali”.
Il Dott. Luca PASINA in merito a queste importanti domande mostra e spiega uno studio recente pubblicato su Jama che ha esaminato le informazioni di sicurezza postmarketing per i farmaci approvati dalla FDA tra il 1° gennaio 2001 e il 31 dicembre 2010:
“Al fine di valutare la frequenza con cui gli eventi avversi si verificano nel periodo successivo all’immissione in commercio di un farmaco, un recente studio pubblicato su JAMA ha esaminato tutte le informazioni di sicurezza postmarketing disponibili al 28 febbraio 2017 per i farmaci approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) tra l’1 gennaio 2001 e il 31 dicembre 2010. Lo studio ha osservato che importanti rischi sulla sicurezza erano stati segnalati per circa un terzo dei farmaci dopo circa 4 anni dalla data di approvazione da parte dell’FDA.
Lo studio ha preso in considerazione 222 nuovi farmaci (183 farmaci di sintesi e 39 biologici) per i quali sono stati registrati 123 eventi di sicurezza post-marketing (3 ritiri dal commercio, 61 “black box warning” inseriti nella scheda tecnica e 59 comunicazioni di sicurezza inviate al personale sanitario). Queste segnalazioni riguardavano globalmente 71 farmaci (32% delle nuove terapie).
Il ritiro dal commercio è avvenuto in casi rari, interessando solamente valdecoxib (un antinfiammatorio cox-2 selettivo) e tegaserod (un
agonista serotoninergico sui recettori 5-HT4 per il trattamento del colon irritabile e della stipsi) a causa dell’aumentato rischio di eventi cardiovascolari; e l’efalizumab (un anticorpo monoclonale approvato per il trattamento della psoriasi) per il rischio di leucoencefalopatia progressiva.
Più frequenti sono invece risultati i “black box warning” inseriti in scheda tecnica (n=61), che hanno riguardato eventi avversi potenzialmente fatali a carico di 43 farmaci, in particolare antipsicotici, antidepressivi attivi sulla ricaptazione della serotonina (SSRI) e anticorpi monoclonali anti-TNFα (adalimumab, certolizumab, golimumab).
Altrettanto frequenti sono risultate le comunicazioni di sicurezza inviate al personale sanitario (n=59) e relative ad eventi avversi gravi, anche se non tali da essere considerati fatali. Queste comunicazioni hanno interessato 44 farmaci, ed in particolare triptani, inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, bifosfonati e inibitori della dipeptidil-peptidasi IV (inibitori della DPP-4).
Tra i farmaci interessati dalle segnalazioni di eventi avversi post-marketing è stato infine osservato che oltre ai farmaci biologici e a quelli attivi sul sistema nervoso centrale anche le categorie di farmaci sottoposte a procedure accelerate di approvazione sono risultate essere quelle più coinvolte da questi provvedimenti”.
Il Dott. Luca Pasina in conclusione spiega che lo studio ha evidenziato che molti importanti rischi relativi alla sicurezza d’uso dei farmaci emergono solo anni dopo la loro approvazione, esponendo così molti pazienti a possibili eventi avversi non noti.
“I risultati dello studio sembrano una diretta conseguenza dei tempi di approvazione che spesso sono più veloci al fine di garantire la pronta disponibilità di terapie innovative o dalla quali ci si attendono importanti benefici. è tuttavia opportuno tener presente che qualsiasi nuovo prodotto deve essere continuamente e attentamente monitorato, poiché nessun farmaco è privo di rischi e durante la fase che precede l’immissione in commercio non si è al momento in grado di rilevare tutti i possibili eventi avversi (anche gravi) che potrebbero insorgere” – chiosa Pasina.
Bibliografia
Downing NS, Shah ND, Aminawung JA, Pease AM, Zeitoun
JD, Krumholz HM, Ross JS. Postmarket Safety Events
Among Novel Therapeutics Approved by the US Food and
Drug Administration