di Cinzia Marchegiani
Mentre oggi alla Camera dei Deputati si affronta la fiducia al Governo Conte, ieri 5 giugno 2018 al Senato con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti (la maggioranza è di 145) l’Assemblea ha approvato la mozione presentata dai senatori Crimi (M5S) e Candiani (Lega), approvando le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio dei Ministri Conte ed esprime la fiducia al Governo.
Al Senato l’intervento del senatore a vita Mario Monti (gruppo Misto) non è passato inosservato, e per questo lo lasciamo nella sua interezza:
“Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, formulo al nuovo Governo sinceri auguri di buon lavoro nell’interesse dell’Italia. Inoltre, chiunque abbia avuto l’onore e l’onere di sedere dove lei siede da oggi, presidente Conte, non può non rivolgere a lei un augurio speciale. Io non confido nell’insuccesso di questo Governo.
Si è detto che lei sarebbe un Capo del Governo dimezzato in quanto ha ai suoi fianchi due leader politici a tutto tondo, i vice presidenti Di Maio e Salvini. Credo che non lo sarà, spero che non lo sarà. Un Governo è efficace se chi lo guida è il Presidente del Consiglio e se questi esercita pienamente i suoi poteri e le sue responsabilità.
Piuttosto, sono certo che il Governo otterrebbe un credito maggiore e un consenso maggiore, anche presso chi in Parlamento e nel Paese oggi non lo appoggia, se iniziasse la sua vita con un atto di modestia e di realismo.
Non il Presidente del Consiglio, ma l’intero vostro Governo nascerebbe oggi come Governo dimezzato se altre forze politiche non avessero dato, in un momento difficilissimo della vita del Paese, prova di grande responsabilità. Qualunque cosa voi, signori del Governo, possiate pensare di Forza Italia, del Partito Democratico, dell’allora Terzo Polo e di Fratelli d’Italia nella sua fase iniziale, il fatto che dal novembre 2011, quando chi vi parla è stato chiamato a prendere quel posto, per oltre un anno, abbiano sostenuto provvedimenti impopolari, ha consentito di portare l’Italia fuori da una spaventosa crisi finanziaria e gradualmente di portarla ad una ancor troppo lenta ripresa.
Voi, con tutto il rispetto, colleghi della Lega e del Movimento 5 Stelle, come Lega esercitavate una coerente e bruciante opposizione in Parlamento e nel Paese, e il Movimento 5 Stelle, nel Paese, nei siti, diffondeva in modo molto cinico – spesso in totale contrasto con la realtà fattuale – tesi che non andavano certo, come è legittimo, nella direzione degli sforzi dell’allora Governo, che l’allora Parlamento, con il 92 per cento di fiducia, incoraggiò. Sì, voi avreste oggi la troika: sareste un Governo dimezzato perché sareste ridotti ad agenti di un Governo semicoloniale. (Commenti dai Gruppi M5S e L-SP).
La troika è una realtà disgustosa, a mio parere, anche se promana dall’Unione europea e dal Fondo monetario, e abbiamo fatto di tutto – cittadini italiani, forze politiche, il mio Governo e io personalmente – per risparmiare all’Italia questa dimostrazione di scarsa dignità.
La troika è stata evitata, con lo sforzo di risanamento fatto all’interno del Paese, grazie a un lungo braccio di ferro con la Germania e con la cancelliera Merkel, culminato nel giugno 2012 – il Ministro degli affari esteri che siede accanto a voi può fornirvi ogni indicazione e suggerimento, avendo egli avuto un ruolo significativo al mio fianco (Applausi della senatrice Malpezzi) –e fu quella la premessa che consentì alla Banca centrale europea la svolta verso le politiche che oggi, semmai, corrono solo il rischio di farci addormentare un po’ tutti.
Non è escluso – questo non lo dico con spirito di provocazione, ma solo con senso del dovere, avendo dedicato nella mia vita forse più tempo di tante altre persone all’esame da vicino di questi problemi – che l’Italia possa dover subire ciò che ha evitato allora, cioè l’umiliazione della troika.(Commenti dal Gruppo M5S). Io mi auguro vivamente di no.
Oggi lo spread, questo indicatore osservato in modo un po’ troppo manicheo, ma che pure esiste, è di 235 punti per l’Italia, di 98 per la Spagna, di 143 per il Portogallo, e questo in regime di quantitative easing: togliete quello, come fra un po’ avverrà, e questo 235 non è enormemente diverso da quel 575 che il ministro Moavero, io e tanti parlamentari qui ancora ricordiamo.
Il vostro è il Governo del cambiamento; a questo vorrei applaudire sottolineando al tempo stesso qualche… (Richiami del Presidente). Concludo, signor Presidente.
Anzitutto, vorrei salutare un cambiamento già avvenuto: è stato sconcertante, ma nella buona direzione, il valore aggiunto e la preoccupazione tolta, di edizione in edizione, dal contratto per il Governo. Voi sapete che, tuttavia, scrivere che si chiede il condono di 250 miliardi di euro alla Banca centrale è una cosa che si può cancellare, ma che lascia negli osservatori stranieri…“
Se qualcuno ancora non sapeva o dubitava quanto i mercati finanziari entrassero in contatto con la politica e la condizionassero in maniera così diretta, il senatore a vita Mario Monti lascerebbe cadere ogni ferreo dubbio.
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