di Daniel Prosperi
Voglio fare un gioco oggi. Quanti di voi sanno da dove derivi la parola “legge”? Credo tanti. In ogni caso, deriva dal latino “Lex”, no l’ex quella è una donna che v’ha lasciato! Un’altra parola dai. “Norma”. Dal greco “nomizo” che significa appunto “normare”.
Tutto ciò che dovrebbe essere “normale” trova sintesi nelle norme. Ebbene, so che molti di voi rimarranno nemmeno troppo stupiti, ma sappiate che non è come avete scritto tutti sui social “stanotte torna l’unica cosa rimasta legale in Italia: l’Ora!”
E proprio ora, anche se ho dormito ancora meno per cercare questa informazione, sappiate che l’Ora legale non è legale. Istituita con un regio decreto dei primi del ‘900, adottata durante le due grandi guerre per avere un’ora in più di luce per combattere, riapplicata in Italia dal 1966, con la legge 14 maggio 1965, n. 553, che prevede l’introduzione dell’ora estiva dal 22 maggio al 24 settembre ed è l’unica ancora attualmente in vigore.
Insomma, per convenzione, ci dicono che ogni ultima domenica di marzo e di ottobre dobbiamo spostare le lancette, ma questa azione discende da alcune direttive europee, ovvero 8 di cui l’ultima, la n. 2000/84/CE. Le Direttive europee sono vincolanti ed applicabili in tutti gli Stati membri con efficacia presupponente l’adozione di una legge interna ad ogni stato conforme. Ma noi, non l’abbiamo mai adottata, contravvenendo allo stesso principio di gerarchia del Diritto. Questo excursus era dovuto a far comprendere come, su una quasi superflua normativa consuetudinaria, l’Italia non rende efficaci le Direttive europee, figurarsi su tematiche importanti.
Ogni anno paghiamo milioni di euro di sanzioni all’Unione Europea proprio per tal motivo, per la superficialità dei nostri governanti. Non si comprende perché, con tutti i politici, i lacchè e i dipendenti statali che paghiamo profumatamente con il nostro lavoro quotidiano e con il futuro di un’intera generazione, perché non facciano ciò per cui sono pagati.
E così, a nostra insaputa ultradecennale, anche l’ora è, impropriamente, illegale.
Un Paese dove si condanna a 30 anni un soggetto che ha optato per la vendetta privata, ma si sarebbero dati 3 anni di domiciliari all’incensurato ragazzo oggetto di vendetta mortale. Un Paese dove si festeggiano 60 anni da trattati internazionali contemplati con obiettivi di benessere e valorizzazione umana, ma applicati sporcandoli del sangue di bambini del Medio Oriente per obiettivi puramente oligarchico-economici. Un Paese dove è “normale” essere corrotti, disonesti intellettualmente, arroganti, saccenti, furbi, ma è sentirsi ed essere diversi se si è onesti, puliti, umili.
Anno Domini 2017. Gli stessi parlamentari di 17 anni fa stanno decidendo di legalizzare le droghe leggere, quando ancora non hanno nemmeno legalizzato l’ora dell’ultima domenica di marzo. Patetici è a dir poco? Incompetenti è un complimento.
E ora, sostiamo ‘ste lancette va, sperando non ci facciano la multa, visto che è illegale!