Roma – Il ministro Graziano Delrio finisce nei guai e si riaccende il caso Dieselgate in Italia.
“Fu molto chiaro e sicuro di sè il ministro Delrio quando fece comunicare in Commissione alla Camera che non c’erano ‘nei modelli diesel di altre case, a parte quelli Volkswagen identificati, i software di manipolazione per aggirare le normative ambientali sulle emissioni’. Avevamo pensato che fosse la solita arroganza del potere a non voler approfondire nè chiarire ma quello che leggiamo in questi giorni testimonia che il ministro rassicurando tutti si è spinto molto più in là del consentito”.
Lo denunciano i deputati M5S in Commissione Trasporti alla Camera, che specificano:
“Su pressione Ue, in Italia il governo, pur di coprire le malefatte della Fiat, ha realizzato un rapporto rassicurante. Ma il Movimento 5 Stelle ne ha da subito denunciato gli aspetti fallaci: ad esempio le prove su qualsiasi tipo di auto erano ridicole. Addirittura le auto Fiat venivano testate negli stabilimenti Fiat, mentre quelle delle altre case dal CNR. Tanto che i parlamentari del M5S hanno presentato un esposto alla procura di Roma”.
Esposto che andrà integrato con le ultime notizie: “Infatti – continuano i deputati M5S – l’Epa, agenzia americana per la protezione ambientale, accusa Fiat Chrysler di aver messo in vendita nel 2014 oltre 100mila veicoli con motori diesel dotati di un dispositivo che permette emissioni inquinanti superiori alle norme. E da un articolo di oggi leggiamo che una ricercatrice ha smentito il ministro sostenendo di non essere in grado di sapere se sulle auto testate ci fossero software per truccare le emissioni“.
E oltre al danno la beffa: “In Usa i consumatori VW risarciti con circa 20 miliardi di dollari, mentre i consumatori italiani sono rimasti a bocca asciutta” chiosa il comunicato a firma dei deputati del M5S in Commissione Trasporti.