Roma – E lo scandalo canili di Roma emerge con tutta la sua amarezza e rabbia. A informarci di questa bruttura interviene il Partito Animalista Europeo spiegando in che modalità l’ANAC scopre un sistema fuorilegge, tutta la documentazione e la delibera è alla Procura, alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza:
Il business illegale sui canili comunali di Roma è stato ufficialmente accertato dall’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. L’ultima Delibera, la n. 759, non lascia interpretazioni di sorta, la gestione del servizio di canile tra Comune di Roma Capitale e gestori privati è fuorilegge da ben 15 anni. I randagi venivano considerati unicamente merce di scambio, canili sovraffollati per potere incassare milioni di euro di finanziamenti pubblici, 60 in 15 anni di cui 48 intascati come stipendi, ai cani solo le briciole che continuavano a morire rinchiusi a vita.
Il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli in merito dichiara: “Finalmente è emersa la verità sul sistema speculativo e ingiustificatamente lucrativo a danno degli animali ma anche dell’Amministrazione capitolina con ricadute, quindi, su tutti i cittadini romani che si son visti incrementare le tasse locali. A Roma i cani costano il 400% rispetto alla media nazionale ed ai parametri del Ministero della Salute, una cifra spropositata che se fosse stata impegnata per il benessere dei randagi non avrei obiettato ma a loro è stato destinato soltanto il 10%, questo ha fatto si che da sempre il canile La Muratella fosse in sovrannumero addirittura del doppio per cui è stato autorizzato. Cani sofferenti rinchiusi a vita soltanto per garantire il “canone” milionario”.
L’ANAC SCOPRE L’AFFAIRE MILIONARIO E MANDA LA DELIBERA ALLA PROCURA DI ROMA, CORTE DEI CONTI E GUARDIA DI FINANZA
Nel dettaglio Fuccelli snocciola l’affaire del lucro che ha sempre denunciato come Partito Animalista Europeo: “L’ANAC del magistrato Cantone ha scoperto una vera e propria mafia dei canili, confermando come le nostre denunce querele fossero puntuali, ed ha deliberato quanto segue: l’affidamento della gestione canili/gattili di Roma Capitale per 15 anni non è stato conforme ai principi di efficacia, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, al principio generale di rotazione tra gli operatori economici, al principio di economicità della gestione delle risorse economiche pubbliche, ai principi del buon andamento ed imparzialità dell’attività amministrativa con ricadute negative sulla qualità delle prestazioni ; l’esecuzione dei servizi non è avvenuta nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza. L’ANAC rileva, inoltre, la carenza di un adeguata programmazione nell’attività di affidamento del servizio di canile nonché carenze di verifica dei requisiti di ordine morale e carenze nella fase di verifica dell’esecuzione del contratto con riguardo alla verifica di conformità alla prestazione resa, prima della liquidazione del corrispettivo. Per tutto ciò l’ANAC ha trasmesso la presente Delibera alla Procura di Roma ed alla Corte dei Conti per accertamenti di carattere penale, amministrativo e fiscale, alle Aziende ASL per accertamenti di carattere sanitario, al Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma per gli accertamenti di carattere patrimoniale sulle Onlus che hanno gestito i canili di proprietà di Roma Capitale, AVCPP e L’Impronta“.
Per Fuccelli questa è una importantissima notizia che arriva dopo tanti anni di denunce, che permetterà di far luce su chi ha gestito gli animali di questa città: “Il cerchio si stringe intorno a funzionari comunali compiacenti con i gestori privati disonesti e senza scrupoli, è questione di poco. Stano che la senatrice Monica Cirinnà, allora responsabile dell’UDA l’ufficio che amministrava 8 milioni di euro/anno per risolvere le problematiche animaliste, problematiche tutt’ora presenti, non si sia ancora data alla fuga” – conclude in una nota Fuccelli.