E’ lo stesso Mauro Pili, deputato di Unidos a lanciare la notizia della denuncia a suo carico per aver realizzato un reportage del poligono militare di Teulada, ed aver pubblicato le foto di un deposito che custodiva scorie radioattive di missili.
TUTTO INIZIA CON UN AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULL’URANIO IMPOVERITO DEL 3 AGOSTO 2016
Tutto era iniziato dalla scoperta di questo posto durante l’audizione in Commissione d’inchiesta Uranio Impoverito del 3 agosto 2016, quando il dirigente Arpas Sardegna Massimo Cappai e delegato della procura per l’inchiesta su Teulada aveva fornito, alle domande pressanti del deputato di Unidos, rivelazioni pesanti che lo stesso Pili aveva messo mette nero su bianco sul suo sito: “Abbiamo ritrovato numerosi resti di missili Milan in tutto il territorio del poligono, sia nelle aree a terra sia nella penisola. Le aree a terra sono tre. Una si chiama Seddas de Croveddu, un’altra Perda Rosa e la terza area Cogolidus. Seddas de Croveddu si trova all’interno del poligono Alfa. A Seddas de Croveddu e a Perda Rosa ci sono tuttora dei carri bersaglio, nel cui intorno sono stati trovati numerosi resti di missili Milan. Alcuni risultavano avere ancora una parte o tutta la lunetta di torio, quindi erano radioattivi”, riportava Pili.
PERMESSO DI VISITA ISPETTIVA PER PILI
L’On Pili dopo due giorni, ed esattamente il 5 agosto 2016 aveva ricevuto il permesso di fare un’ispezione proprio in questo deposito. Il suo reportage pubblico commentato e fotografato ha fatto però scattare un’indagine per presunta violazione di “Segreto di Stato” da parte dei carabinieri del nucleo di Polizia militare. Segreto di Stato che, secondo Pili, non è mai arrivato. E dunque non si era sentito in obbligo di segreto.
Commenta Pili: “Dunque, alla fine mi hanno denunciato. Violazione di segreto di Stato e, perchè no, anche procurato allarme. L’accusa è quella di aver pubblicato immagini (foto) di un deposito di materiale radioattivo nel bel mezzo di una base militare (Teulada). Per l’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio la pena va da sei mesi a tre anni di carcere. Per il procurato allarme appena sei mesi. Me ne farò una ragione“.
L’On. Pili però non ci sta e si difende: “Vado avanti, come ho sempre fatto, ben consapevole di aver agito nel rispetto delle norme, ma sopratutto di aver fatto ciò che la coscienza mi imponeva di fare! Quella stessa coscienza che scompare in chi nega morti di Stato, nega militari e civili caduti sotto il fuoco di uranio e torio, di chi deve proteggere interessi più grandi a scapito di quelli più deboli. Quelle immagini non le ho pubblicate io, ma la mia coscienza. Le ha pubblicate la mia rabbia, quella di chi ha assistito al più infantile tentativo di imbrogliare me e i sardi“.
Il deputato Unidos cerca di spiegare di nuovo come è avvenuta questa scoperta: “Il 3 agosto la Camera dei deputati aveva già sciolto le righe. Il magazzino delle valigie si era già svuotato. Treni e aerei già pieni di deputati in rientro. Al secondo piano del palazzo delle commissioni d’inchiesta (una commissione non si nega a nessuno) va di scena l’ennesima audizione della commissione Uranio impoverito. Audito prevacanziero il responsabile dell’Arpas Sardegna, Massimo Cappai. Quella che doveva essere una normale audizione si trasforma in un attimo in qualcosa di più. Il faccia a faccia è serrato. Chiedo che fine abbiano fatto i missili Milan, quelli che uccidono con il torio e non solo. Quale sia il bilancio delle scorie di quei missili. Dove siano stati rinvenuti. Il dirigente dell’Arpas a domanda esplicita comunica alla commissione che parla come delegato della procura, braccio tecnico della magistratura. E risponde senza tergiversare: ‘Abbiamo trovato residui radioattivi di missili Milan oltre che nella zona Delta anche in altre tre aree. Tutto il materiale che è stato recuperato è depositato all’interno del comando del poligono di Teulada in un’area riservata, nella quale si applicano le norme di radioprotezione‘ “.
Pili spiega che “La traduzione del significato di ‘area riservata dove si applicano le norme di radioprotezione’ è semplice: deposito temporaneo di rifiuti o materiali radioattivi, o meglio nucleari. Nel procurato allarme, dunque, non sarei né primo né solo. La notizia divulgata in commissione d’inchiesta poteva essere sottoposta a segreto di Stato, ma nessuno lo ha chiesto. Un normalissimo deputato dinanzi ad una tale affermazione ha due scelte: ombrellone o visita ispettiva“.
E così Pili scelse la seconda opzione: visita ispettiva. “Alle 8.34 del mattino di giovedì decido di porre fine ai miei dubbi: la mail parte alla volta del Ministro della Difesa. Si chiede in base alle norme vigenti di autorizzare entro le prossime 24 ore la mia visita ispettiva alla base di Teulada. La risposta arriva in serata: dalle 8.34 di venerdì la sua visita è autorizzata. C’è un però, però: non potrà visitare nessuna area classificata, ovvero sottoposta a regime di segreto di Stato” riporta Pili la risposta del ministero.
Pili continua la sua arringa: “Per visitare le aree classificate occorre un permesso speciale del ministro. Avevo visitato altre volte Teulada e ogni volta avevo documentato tutto, foto, video e audio. Mai mi era stato fatto cenno ad aree sottoposte a segreto di stato. Questa volta sì. Precisazione, quella del Ministero, che lasciava intendere che qualcosa da nascondere ci fosse. Non me ne dolgo più di tanto. L’indomani, primissimo pomeriggio di venerdì 5 agosto, sono sul posto. Chiedo di sapere quali sono le aree classificate, o meglio sottoposte a segreto di stato. Mi risponde il comandante che schiva la domanda: mi dica quello che vuole vedere e cercheremo di accontentarla. Esplicito le richieste: voglio vedere il deposito di materiali radioattivi, il deposito carburanti, area lavaggi mezzi meccanici, aree ritrovamento pezzi missili radioattivi, penisola delta e foce su cala Zafferano. La risposta è chiara: può vedere tutto. Una sola aggiunta: non si possono fare immagini. Replico: guardi che le immagini si possono fare ovunque in una visita ispettiva, fatte salve le aree soggette a segreto di stato. Dunque, se non sono classificate è un abuso impedirmi di documentare la visita ispettiva. Protesto e chiedo di segnalare ai superiori che si tratta di una violazione delle norme“.
IL REPORTAGE DI PILI
Pili in quel deposito farà un reportage non solo fotografico, ma scritto e spiega il motivo anche delle foto: “Sono solo, in quella base. Loro sanno che la ‘mia’ verità senza un solo fotogramma sarà smentibile in un attimo. Non ho nemmeno un testimone. Se il mio tablet non avesse da qualche minuto iniziato a registrare inavvertitamente tutto quanto mi avrebbero smentito all’istante e nessuno avrebbe mai creduto ad un deposito di scorie nucleari in un vecchio magazzino abbandonato a se stesso con porte in cartone, vetri divelti, muri devastati dall’incuria. Registra tutto quel marchingegno. Non si lascia sfuggire nemmeno una parola di quel che dicono su quel luogo da negare a tutti. E l’affermazione del tecnico è chiara: questo è un deposito temporaneo di materiali radioattivi“.
Pili afferma che quelle sono “Accuse ridicole, quanto intimidatorie. Non ho forse consegnato personalmente le immagini girate un anno fa dentro la base di Teulada alla Procura della Repubblica che mi sentì per ore sul disastro rinvenuto in quelle aree? Perchè allora le immagini furono consentite e oggi no? Per quale motivo quando ci fu l’incendio a Capo Frasca la visita fu documentata con video e immagini dallo stesso comando dell’aeronautica oltre che dal sottoscritto?”
Il deputato Unidos lancia la sfida: “Da che mondo è mondo le immagini sono l’unica prova della verità. Ed è per questo motivo che non rinuncerò per alcun motivo al mondo a pubblicare quel video che il mio tablet ha impressionato come prova dei fatti. Il mio racconto poteva essere smentito, quelle immagini, quelle verità impressionate nel tablet. No. Denunciarmi è l’ultimo vile attentato alla libertà di chi si batte, e si continuerà a battere, contro chi pensa di poter trasformare la Sardegna in una discarica di Stato” e annuncia: “Dunque, pubblicherò tutto, compreso quel video ‘vietato’, affinché l’eventuale processo si compia sino in fondo. A schiena dritta e testa alta“, conclude Pili.
MA QUALI AREE SONO STATE FATTE ISPEZIONARE ALL’ON.PILI SE SERVIVA UN’AUTORIZZAZIONE PER QUELLE SOTTOPOSTE A SEGRETO DI STATO?
E il dubbio rimane. Se l’Onorevole Pili era stato avvisato che serviva un permesso speciale per visitare le aree sottoposte al Segreto di Stato e ancor meglio: “La sua visita è autorizzata. C’è un però, però: non potrà visitare nessuna area classificata, ovvero sottoposta a regime di segreto di Stato”- come aveva anticipato prima della visita ispettiva lo stesso deputato Pili, sorge una domanda: Che area è stata fatta vedere all’On.Pili se gli era stato annunciato che le aree sottoposte a Segreto di Stato non erano aperte alla visita ispettiva?
IL DEPUTATO PILI ANNUNCIA CONFERENZA STAMPA IL 13 AGOSTO 2016 PRESSO HOTEL DI CAGLIARI
Pili proprio pochi istanti fa ha annunciato una conferenza stampa: “No al segreto di stato sul deposito radioattivo di Teulada. Sabato 13 agosto alle ore 10.30 presso il T Hotel a Cagliari – conferenza stampa Mauro Pili su denuncia ministero della difesa per violazione segreto d’ufficio su visita ispettiva poligono Teulada. Nel corso della conferenza stampa saranno divulgati tutti i documenti anche video relativamente alla visita. Chi fosse interessato a partecipare puó farlo. Grazie”.