di Cinzia Marchegiani
Lazio. Gravi le inefficienze nella sanità laziale negli ospedali della Capitale ma anche in Provincia che stamno mettendo a rischio il diritto del malato e anche degli operatori sanitari.
Dopo il caso del decesso di un uomo ad Albano Laziale con il racconto-denuncia delle sei telefonate disperate della figlia alle quali ha risposto la voce registrata del servizio unico delle emergenze 112 invitandola a rimanere “in attesa” arriva la denuncia e avviso della presentazione di un primo esposto in Procura riguardo la situazione del San Camillo da parte del NurSind Roma, Sindacato delle Professioni Infermieristiche.
Siamo nel 2017 eppure la denuncia appena pervenuta dal Segretario Amministrativo NurSind Roma, Stefano Barone sembra raccontare di una Regione italiana ancora nella fase post bellica.
Stefano Barone lancia pubblicamente una denuncia dettagliata riguardo lo stato dell’arte in cui proprio gli infermieri devono dimenarsi e vivere giornalmente la sanità pubblica.
Ecco la denuncia… “Il re è nudo”:
Volevamo iniziare l’epistola con ‘c’era una volta…’ ma non è stato possibile, le favole appartengono ad altri.
La scrivente O.S. denuncia ancora una volta la drammatica situazione che colpisce i vari ospedali della provincia di ROMA che derivano dalla convergenza di una serie di inefficienze che culminano nell’incapacità del sistema di gestire i picchi di afflusso improvvisi.
La ormai cronica carenza di posti letto, così come purtroppo capita sempre più spesso e come abbiamo denunciato più volte, fa sì che alcuni ricoverati trascorrono parte della loro degenza su letti montati “al volo” e successivamente sistemate nei corridoi senza nessuna sicurezza per utenti e colleghi.
È assurdo ma sembra quasi che la presenza del letto in corridoio un Unità Operativa funga da catalizzatore di processi virtuosi atti a ottimizzare il turnover dei pazienti, per dirla con un raffinato eufemismo. La presenza dei posti letto in corridoio e la mancanza di personale infermieristico turnante h24 rappresentano sono solo alcune delle vergogne che umiliano tutti gli utenti che usufruiscono giornalmente della sanità pubblica.
È evidente come ci sia una diretta correlazione tra taglio dei posti letto e mancanza di personale infermieristico h24 e per questo l’unico processo virtuoso che accettiamo dalla Regione è l’incrementazione del personale infermieristico visto che oggi nella sanità pubblica tra tagli al personale e blocchi del turn over gli infermieri viaggiano con una media età superiore ai 50 anni.
Questa nostra richiesta gridata in tutti i tavoli sindacali ci ha portato a intraprendere da diverso tempo una lunga lotta con le Amministrazioni sfociate ultimamente con uno stato di agitazione in corso allo Spallanzani e al San Camillo dove siamo in attesa della chiamata da parte del Prefetto. I nostri propositi sono stati spiegati nei tavoli sindacali alle Aziende dove tuttavia non abbiamo mai ricevuto risposte concrete e risolutive dalla parte pubblica. Nel frattempo i colleghi sono giornalmente “segregati” nei reparti senza avere la certezza di tornare a casa a fine turno continuando a garantire la dovuta assistenza nella speranza che un giorno le idee partorite dalle menti dei nostri quadri portino a condizioni di lavoro accettabili.
Non si può procedere a misure di crisi da parte delle Direzioni Sanitarie (vedi San Camillo) senza che non venga incrementato conseguentemente il numero degli infermieri nelle Unità Operative addetti all’assistenza. La nostra è una speranza ma, vista la situazione oramai cronica, ho la certezza che NurSind proclamerà altri stati di agitazione a tutela della salute dei lavoratori che ormai sono ridotti allo stremo per una politica bieca che porta solo a delle ‘non soluzioni’. E così per un motivo o l’altro, gli infermieri h 24 sono costretti a lavorare sempre in emergenza e l’unica garanzia per gli utenti è rappresentata proprio dalla professionalità e dalla disponibilità degli stessi in forza presso i vari nosocomi.
Concorsi, mobilità intra ed extra regionali, assunzioni a tempo determinato per noi va tutto bene a patto che si trovi una soluzione ad una situazione oramai inaccettabile.
Oramai negli Ospedali si viaggia sui minimi di sciopero (qualcuno di voi se n’è accorto?) con rischi di denuncia che andranno a colpire solo i colleghi stremati da troppo tempo da una ‘disorganizzazione programmatica’ associata ad una assoluta mancanza di progetti propositivi da parte della dirigenza tutta. Per questo la scrivente O.S. comunica che sta procedendo a presentare un primo esposto in Procura verso il San Camillo a tutela dei colleghi. Ogni anno lo stesso film immutato nel tempo ovvero cambiano i dirigenti ma, purtroppo per noi lavoratori, non le soluzioni.
Care Amministrazioni e cara Regione, siete ancora in tempo per fermare questo scempio deliberando una serie di iniziative non visionarie ma reali e concrete a difesa del personale infermieristico con il fine ultimo di garantire quel diritto alla salute letteralmente umiliato da una precaria organizzazione del lavoro vigente nelle Aziende e sul Territorio. L’immobilismo è palese, oramai il Re è nudo.
Il Segretario Amministrativo NurSind Roma, Stefano Barone
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