di Cinzia Marchegiani
I cittadini italiani lo hanno compreso da tempo. Curarsi in Italia è un privilegio di pochi, di coloro che non aspettano tempi bliblici e pagano visite e diagnostica allo stesso ospedale che in intramoenia invero ti dà appuntamento immediatamente. L’importante è avere un bel portafoglio gonfio. Per chi non ce l’ha ma non può permettersi il lusso di aspettare fa sacrifici oltre quelli già chiesti da questi governi che negli ultimi dieci anni non fa che togliere servizi e diritti dicendo che ce lo chiede l’UE. Lavorare dignitosamente in sanità anche quello è diventato non solo un privilegio, ma una chimera.
IL CENSIS LO AVEVA CHIARITO GIA’ NEL 2017:
Censis, rapporto “Sanità pubblica e privata”. Cosa lascia il dicastero della salute guidato dalla Lorenzin? Curarsi è un lusso!
Il 31 luglio 2017 veniva pubblicato il VII Rapporto Rbm-Censis sulla sanità pubblica, privata e intermediata, presentato in occasione del Welfare Day 2017 con il patrocinio del Ministero della Salute: “Sale a 37,3 miliardi di euro la spesa privata per la sanità. Nell’ultimo anno 12,2 milioni di italiani hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie (1,2 milioni in più rispetto all’anno precedente). E le liste d’attesa sono sempre più lunghe”
Dal Rapporto emergeva che la spesa sanitaria privata degli italiani continua a crescere. Nel 2016 è arrivata a 37,3 miliardi di euro ed è sostenuta in grandissima parte direttamente dalle famiglie.
GIULIANO SALUTE (UGL): E’ STATO IL COVID A PORTARE ALLA LUCE LO STATO DISASTROSO DELLE NOSTRE STRUTTURE, LE CONDIZIONI IMPOSSIBILI IN CUI SI TROVANO A LAVORARE I PROFESSIONISTI DELLA SANITÁ”
Il sindacato Salute UGL torna sempre più critico sulla gestione sanità e denuncia quello che non molti ancora non hanno il coraggio di dire:
“È stato il Covid a portare alla luce, anche per chi evidentemente complice dello sfascio faceva finta di non vedere, lo stato disastroso delle nostre strutture, le condizioni impossibili in cui si trovano a lavorare i professionisti della sanità. Gli organici sono ridotti all’osso e in futuro si prevede si assottiglieranno ancora di più. Basti pensare ai concorsi per posti di medico nei Pronto Soccorso che vanno deserti“
Il segretarioUGL Salute Gianluca Giuliano chiede un serio confronto per tutelare proprio gli operatori sanitari, ora la beffa degli operatori ucraini che senza vaccino possono sostituire il personale italiano
“Quadro catastrofico, si avvii confronto tra sindacati e istituzioni”
In una nota Gianluca Giuliano, Segretario della Ugl Salute denuncia e chiede subito un reale cambio di rotta:
“Lo scenario che si presenta a chi volge lo sguardo sulla sanità italiana è catastrofico. E se non si interverrà con la massima urgenza la situazione rischia di diventare irrecuperabile”.
Il Segretario della Ugl Salute Gianluca Giuliano torna ancora una volta a lanciare un grido d’allarme. Dove emergono molti paradossi e violazione dei diritti dei lavoratori nel comparto sanità:
“Curarsi in Italia rischia di diventare un privilegio per pochi e la colpa non può essere in alcun modo addossata agli operatori sanitari. Loro hanno subito sulla propria pelle la scellerata macelleria messicana che negli anni ha visto susseguirsi solo tagli. È stato il Covid a portare alla luce, anche per chi evidentemente complice dello sfascio faceva finta di non vedere, lo stato disastroso delle nostre strutture, le condizioni impossibili in cui si trovano a lavorare i professionisti della sanità. Gli organici sono ridotti all’osso e in futuro si prevede si assottiglieranno ancora di più. Basti pensare ai concorsi per posti di medico nei Pronto Soccorso che vanno deserti. Questo è lo specchio attuale del gradimento delle giovani generazioni per professioni che un tempo attiravano schiere di pretendenti. La confusione, in chi deve decidere, regna sovrana. Si consente così a cittadini stranieri di ottenere contratti senza aver compiuto il percorso vaccinale, quello stesso che nei mesi scorsi è stato obbligatorio creando così un’assoluta discriminazione nei confronti dei professionisti italiani. È arrivato il momento di affrontare con lucidità, considerando lo stato di emergenza da cui non riusciamo a tirarci fuori, questa situazione. Per rafforzare gli organici, ora che i contagi aumentano esponenzialmente, bisogna valutare di reintegrare gli operatori non vaccinati obbligandoli certamente a controlli continui che attestino la negatività al virus. E smettiamola di chiamarli eroi. Sono lavoratori che hanno scelto di mettersi a disposizione della collettività ed in cambio chiedono di veder salvaguardata la dignità e i propri diritti. Quelli non garantiti da contratti che pongono l’Italia tra i fanalini di coda d’Europa e assolutamente negati, ad esempio, alle famiglie dei medici morti per covid che attendono ancora gli indennizzi che non potranno certo restituire i loro cari ma almeno alleviare le difficoltà di vita quotidiana di chi si è trovato privato del proprio capo famiglia. La politica e le istituzioni devono smetterla di ignorare il disastro”
Giuliano conclude: “Chiediamo un confronto immediato, un tavolo permanente con tutte le parti coinvolte che affronti i problemi immediati degli operatori sanitari e dei cittadini e inizi un percorso per la programmazione di un nuovo SSN che non può più essere rimandato”.
Ad oggi nessun piano pandemico concreto in atto, piano che né Conte né Draghi hanno messo in agenda. Basta vedere i risultati e i titoli di giornale
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