Roma – Piazze inascoltate, il Rosatellum è stato approvato con scrutinio segreto con 375 favorevoli e 215 contrari. Il testo approvato dalla Camera nella seduta del 12 ottobre 2017 delinea un sistema elettorale misto.
Inutili le manifestazioni sotto Piazza Montecitorio dei cittadini italiani. La nuova legge elettorale è stata approvata alla Camera dei Deputati, ma il malumore non serpeggia solo nei cittadini ma anche in molti politici appartenenti proprio a quei gruppi che hanno fortemente difeso il Rosatellum. Ma è già è tempo di campagna elettorale e ne vedremo di tutti i colori.
Ma cosa prevede ora la nuova legge elettorale tanto contestata nelle piazze?
L’assegnazione di 231 seggi alla Camera (cui si aggiunge 1 collegio in Valle d’Aosta) e di 109 seggi al Senato (cui si aggiungono 1 collegio in Valle d’Aosta e 6 collegi in Trentino-Alto Adige) è effettuata nei collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. L’assegnazione dei restanti seggi avviene, nell’ambito di collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che hanno superato le soglie di sbarramento: sono quindi proclamati eletti in ciascun collegio plurinominale, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista del collegio, secondo l’ordine di presentazione.
Il Governo è delegato ad adottare un decreto legislativo, previo parere parlamentare, per la determinazione dei collegi, entro 30 giorni dall’approvazione della legge.
 Il testo è stato approvato al termine dell’esame svolto dalla I Commissione Affari costituzionali delle proposte di legge presentate da diversi gruppi per la riforma del sistema di elezione della Camera e del Senato. Nel mese di giugno 2017 la I Commissione aveva approvato un testo, di impianto proporzionale, su cui si è svolta la discussione generale in Assemblea nella giornata di martedì 6 giugno 2017. Nella seduta dell’8 giugno 2017, dopo l’approvazione, con votazione segreta, di due identici emendamenti volti a superare la disciplina speciale per il Trentino Alto-Adige, il testo è stato rinviato in Commissione; nel mese di settembre 2017 l’esame è ripreso ed ha portato alla definizione del nuovo testo oggi all’esame dell’Aula della Camera.
 Il testo approvato dalla Camera
Il testo approvato dalla Camera nella seduta del 12 ottobre 2017 delinea un sistema elettorale misto secondo la disciplina di seguito illustrata.
La ripartizione del territorio nazionale
Alla Camera il territorio nazionale è ripartito in 28 circoscrizioni individuate nella Tabella A allegata al testo unico per l’elezione della Camera (dPR 361/1957).
Per alcune circoscrizioni il territorio coincide con quello dell’intera regione, mentre per altre il territorio regionale è ripartito in più circoscrizioni (2 in Piemonte, 4 in Lombardia, 2 in Veneto, 2 in Lazio, 2 in Campania, 2 in Sicilia).
I confini della circoscrizione sono determinati, nella Tabella A, dall’aggregazione di più collegi uninominali previsti dal decreto legislativo n. 535 del 1993 per il Senato (adottato in attuazione della legge n. 276 del 1993).
Ciascuna circoscrizione è suddivisa in collegi uninominali ed in uno o più collegi plurinominali. I 231 collegi uninominali del territorio nazionale sono ripartiti in ciascuna circoscrizione sulla base della popolazione (cui si aggiunge il collegio uninominale della Valle d’Aosta).
La determinazione dei collegi uninominali – così come quella dei collegi plurinominali – è rimessa ad una delega legislativa da attuare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, previo parere parlamentare, sulla base dei criteri e dei principi direttivi previsti all’articolo 3.
È la legge a stabilire che in Trentino-Alto Adige e in Molise sono costituiti, rispettivamente, 6 e 2 collegi uninominali, individuati nella Tabella A.1 allegata al testo unico per l’elezione della Camera (d.P.R. n. 361/1957).
Per la assegnazione del restante numero di seggi, con metodo proporzionale, ciascuna circoscrizione è ripartita in collegi plurinominali costituiti dalla aggregazione del territorio di collegi uninominali contigui e tali che a ciascuno di essi sia assegnato, di norma, un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a otto.
Al Senato il territorio nazionale è ripartito in 20 circoscrizioni corrispondenti al territorio di ciascuna regione.
Ciascuna circoscrizione regionale è suddivisa in collegi uninominali ed in uno o più collegi plurinominali. I 109 collegi uninominali del territorio nazionale sono ripartiti in ciascuna circoscrizione sulla base della popolazione (ad essi si aggiungono 1collegio in Valle d’Aosta e 6 collegi in Trentino-Alto Adige); la determinazione dei collegi uninominali – così come quella dei collegi plurinominali – è rimessa alla già illustrata delega legislativa da attuare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, previo parere parlamentare, sulla base dei criteri e dei principi direttivi previsti all’articolo 3.
Al Senato i collegi plurinominali sono costituiti dalla aggregazione del territorio di collegi uninominali contigui e tali che a ciascuno di essi sia assegnato, di norma, un numero di seggi non inferiore a due e non superiore a otto.
La presentazione delle liste e delle candidature
Ciascun partito o gruppo politico organizzato che intende presentarsi alle elezioni – sia alla Camera sia al Senato – è tenuto a depositare il proprio contrassegno e ad indicare la propria denominazione presso il Ministero dell’interno nei termini previsti; contestualmente al deposito del contrassegno deve essere altresì depositato il programma elettorale, nel quale viene dichiarato il nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica.
Il nuovo art. 14 del d.P.R. n. 361/1957 prevede che il partito o gruppo politico organizzato è tenuto a depositare il relativo statuto ovvero, in mancanza, una dichiarazione che indica gli elementi minimi di trasparenza previsti dalla legge: il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato; il soggetto che ha la titolarità del contrassegno depositato e la sede legale nel territorio dello Stato; gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione nonché le relative attribuzioni.
Si stabilisce inoltre che, in apposita sezione del sito Internet del Ministero dell’interno, denominata «Elezioni trasparenti», per ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato che ha presentato le liste sono pubblicati in maniera facilmente accessibile: il contrassegno depositato, con l’indicazione del soggetto che ha conferito il mandato per il deposito; lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza; il programma elettorale, con il nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica.
Sia alla Camera sia al Senato i partiti o i gruppi politici organizzati possono presentarsi come lista singola o in coalizione. La coalizione è unica a livello nazionale ed è disciplinata dal nuovo art. 14-bis. I partiti in coalizione presentano candidati unitari nei collegi uninominali.
Sia alla Camera sia al Senato, in ogni collegio plurinominale, ciascuna lista è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato ordine numerico. Il numero dei candidati della lista non può essere inferiore alla metà , con arrotondamento all’unità superiore, dei seggi assegnati al collegio plurinominale e non può essere superiore al limite massimo di seggi assegnati al collegio plurinominale; in ogni caso il numero dei candidati non può essere inferiore a due né superiore a quattro.
In sede di presentazione della lista sono indicati tutti i candidati nei collegi uninominali compresi nel collegio plurinominale; ciascuna lista deve presentare candidature in almeno due terzi dei collegi plurinominali della circoscrizione, a pena di inammissibilità .
La lista – sia alla Camera sia al Senato – deve essere sottoscritta da almeno 1.500 e da non più di 2.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nel medesimo collegio plurinominale o, in caso di collegio plurinominale compreso in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tale collegio plurinominale.
E’ prevista inoltre una delega al Governo, da esercitare entro sei mesi, per definire le modalità per consentire in via sperimentale la raccolta con modalità digitale delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle liste.
Nel caso di liste collegate in coalizione, queste presentano il medesimo candidato nei collegi uninominali, ad eccezione delle liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute che possono presentare separatamente il proprio candidato; in ogni caso, nella lista e nei manifesti, un riquadro più ampio ricomprende tutte le liste collegate.
Il Ministero dell’interno è tenuto a mettere a disposizione sul proprio sito internet il fac-simile dei moduli per il deposito delle liste e degli altri documenti necessari.
Le pluricandidature e la rappresentanza di genere
Sia alla Camera sia al Senato nessun candidato può essere incluso in liste con lo stesso contrassegno in più di 5 collegi plurinominali, a pena di nullità dell’elezione. La candidatura della stessa persona in più di un collegio uninominale è nulla. Il candidato in un collegio uninominale può essere candidato altresì nei collegi plurinominali, fermo restando il limite di 5.
Non può essere, infine, candidato alla Camera o al Senato il candidato nella circoscrizione Estero.
Il deputato eletto in più collegi plurinominali è proclamato nel collegio nel quale la lista cui appartiene ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio. Il deputato eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali si intende eletto nel collegio uninominale.
Sono previste specifiche disposizioni per garantire la rappresentanza di genere.
In primo luogo, a pena di inammissibilità , nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali, sia della Camera sia del Senato, i candidati devono essere collocati secondo un ordine alternato di genere.
Al contempo, alla Camera è previsto che nel complesso delle candidature presentate da ogni lista o coalizione di liste nei collegi uninominali a livello nazionale, nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento, con arrotondamento all’unità più prossima. Inoltre, nel complesso delle liste nei collegi plurinominali presentate da ciascuna lista a livello nazionale, nessuno dei due generi può essere rappresentato nella posizione di capolista in misura superiore al 60 per cento, con arrotondamento all’unità più prossima. L’Ufficio centrale nazionale assicura il rispetto di tali prescrizioni.
Al Senato le medesime previsioni sono stabilite a livello regionale e spetta all’Ufficio elettorale regionale assicurare il rispetto delle medesime.
La modalità di espressione del voto
Per quanto riguarda le modalità di espressione del voto, ciascun elettore dispone di un voto da esprimere su un’unica scheda, recante il nome del candidato nel collegio uninominale e il contrassegno di ciascuna lista o, nel caso di liste collegate in coalizione, i contrassegni di tali liste, con a fianco i nominativi dei candidati – da due a quattro – nel collegio plurinominale.
Il voto è espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto è valido a favore della lista e ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, i voti sono comunque validi a favore della lista e ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale; nel caso di più liste collegate in coalizione, i voti sono ripartiti tra le liste della coalizione in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna nel collegio uninominale. Le modalità di voto sono riportate anche nella parte esterna della scheda elettorale.
L’articolo 59-bis specifica altresì che se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nome e il cognome del candidato del collegio uninominale e sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale il voto è comunque valido a favore della lista e ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale. Se l’elettore traccia un segno sul contrassegno e un altro segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore della lista e ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale. Se l’elettore traccia un segno, comunque apposto, sul rettangolo contenente il nome e il cognome del candidato nel collegio uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non è collegato, il voto è nullo. Resta in ogni caso fermo che ogni altro modo di espressione del voto, difforme dalle disposizioni del testo unico, ne determina la nullità nel caso in cui sia manifesta l’intenzione di annullare la scheda o di rendere riconoscibile il voto.
Sono previste altresì nuove disposizioni che attengono alla fase dello spoglio delle schede e del relativo scrutinio; le schede elettorali dovranno essere provviste di un tagliando anti-frode con codice progressivo alfanumerico.
L’attribuzione dei seggi e la proclamazione degli eletti
Come già ricordato, nei collegi uninominali il seggio è assegnato al candidato che consegue il maggior numero di voti validi; in caso di parità è eletto il più giovane per età .
Per i seggi da assegnare alle liste e alle coalizioni di liste nei collegi plurinominali, alla Camera il riparto avviene a livello nazionale, con metodo proporzionale, tra le coalizioni di liste e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Le soglie di sbarramento sono del 3% a livello nazionale per le liste singole e del 10% a livello nazionale per le coalizioni (e del 3 % per le liste infra-coalizione nel caso in cui la coalizione non avesse raggiunto la soglia del 10%); per le coalizioni non vengono in ogni caso computati i voti dei partiti che non hanno superato la soglia dell’1%. Specifiche disposizioni garantiscono le minoranze linguistiche: la soglia prevista è in tal caso pari al 20% a livello regionale o aver eletto almeno due candidati nei collegi uninominali.
Al Senato l’assegnazione dei seggi alle liste è effettuata con metodo proporzionale e avviene a livello regionale.
Accedono al riparto le coalizioni di liste che abbiano ottenuto sul piano nazionalealmeno il 10% dei voti validi espressi e le liste che abbiano ottenuto sul piano nazionale almeno il 3% dei voti validi espressi, nonché le liste che abbiano conseguito almeno il 20% dei voti validi espressi nella regione o, per le minoranze linguistiche, aver eletto almeno due candidati nei collegi uninominali.
Al termine delle operazioni degli uffici elettorali, in cui viene determinato il numero di seggi spettanti alle coalizioni e alle liste, singole e coalizzate, sono proclamati eletti in ciascun collegio plurinominale, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista del collegio, secondo l’ordine di presentazione.
Sono altresì specificate le modalità con cui si procede, sia alla Camera sia al Senato, alla proclamazione degli eletti in caso di esaurimento della lista presentata nel collegio plurinominale.
Delega al Governo
Come già ricordato il testo reca una delega al Governo (art. 3) – da esercitare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge – per la determinazione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali della Camera e del Senato, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari (da esprimere entro 15 giorni dalla trasmissione dello schema di decreto).
Disposizioni transitorie e finali ed entrata in vigore
L’articolo 5 del testo reca alcune disposizioni transitorie:
- in materia di esonero delle sottoscrizioni per le prime elezioni successive alla data di entrata in vigore della legge;
- relativamente ai tempi per esercitare l’opzione per il voto degli italiani temporaneamente all’estero;
- in relazione ai requisiti di elettorato passivo per la circoscrizione Estero;
- in ordine ai soggetti abilitati all’abilitazione delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste.
È prevista, infine, l’entrata in vigore della legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
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