di Cinzia Marchegiani
Il sindacato delle professioni Infermieristiche NurSind Roma lo aveva annunciato. Sull’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini gravavano e tuttora sono presenti gravi problemi malagestione in virtù della carenza infermieristica che si ripercuote sui turni degli infermieri. Il Sindacato delle Professioni Infermieristi dopo numerose denunce fatte dai lavoratori aveva proclamato lo Stato di Agitazione Sindacale a firma della la Segreteria Nursind Aziendale.
Il Segretario Amministrativo NurSind Roma, Stefano Barone dopo il primo annuncio con cui avvertiva che “Senza Infermieri l’ospedale muore” motivandone i punti critici…
“Dopo le numerose denunce fatte dai lavoratori e dalla scrivente O.S. in relazione:
- Alla carenza di personale infermieristico che implica un potenziale rischio sia per gli utenti sia per il personale coinvolto.
- All’evidente fallimento del piano estivo redatto dall’Amministrazione.
- Alla condizione di forte disagio lavorativo che subiscono gli Infermieri oramai vessati da doppi turni e ordini di servizio illegittimi “oggi per oggi” con evidenti ricadute sulla vita familiare.
- Alla da noi sempre contestata moda da parte dell’Amministrazione di adeguare unilateralmente il numero del personale alle dotazioni minime in caso di sciopero previste dal Contratto Integrativo con gravi rischi legati alla qualità dell’assistenza data all’utenza tutta!”
….in data 24 luglio 2015 nonostante le sollecitazioni, lo stesso Segretario Amministrativo NurSind Roma, Stefano Barone avverte che prosegue “Lo stato di agitazione sindacale“:
“Durante gli incontri successivi avuti con il Direttore Generale l’OS scrivente ha riscontrato che l’Azienda ha presentato solo ed unicamente dei piani centrati su obbiettivi a medio e lungo termine senza nessuna garanzia per il futuro prossimo del personale infermieristico costretto ancora oggi a lavorare sotto organico, con ordini di servizio illegittimi e con la minaccia non celata della ‘pronta disponibilità obbligatoria’ per le aree critiche. L’attuale contesto sanitario, caratterizzato da contenimento delle spese, tagli lineari, blocco del turn-over e delle mancate incentivazioni contrattuali richiede già alla figura dell’infermiere grandi sacrifici in termini di tempo dedicato e carico di lavoro sostenibile che portano sempre più spesso a forme di demansionamento legalizzato (assenza di OSS), di un inappropriato utilizzo delle proprie competenza professionali e di una impossibilità a garantire adeguati standard assistenziali per sistematica inadeguatezza dell’organico”.
Il segretario Barone sottolinea:“A tutto questo si aggiunge una organizzazione del lavoro sicuramente deficitaria portata avanti a colpi di ‘spot’ senza nessun progetto valido e condiviso in cui i responsabili aziendali non hanno mai valutato la molteplicità dei processi operativi connesse con le numerose correlazioni tra risorse umane e carichi di lavoro“.
Per queste motivazioni “La scrivente O.S. per conto dei nostri iscritti stanchi oramai di questo stato dell’arte è costretta a proseguire lo stato di agitazione in attesa della convocazione da parte della Prefettura per l’espletamento delle procedure di raffreddamento”.
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