Il caso ordinanza zanzaricidi
di Cinzia Marchegiani
Roma Capitale – Il caso Ordinanza Zanzaricidi emessa dalla Giunta Capitolina non si smorza, anzi si tinge di giallo. Levata di scudi nei confronti della Sindaca di Roma Capitale da parte dei Gruppi Ricerca Ecologica (associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente) e di European Consumers (associazione a difesa dei consumatori riconosociuta nel CRUC) quale conseguenza di un ipotizzato dietro front in merito all’utilizzo di sostanze tossiche nella lotta adulticida alla zanzara tigre.
«L’atteggiamento dell’attuale Amministrazione Capitolina è, sostanzialmente, in totale continuità con le precedenti esperienze (dall’ordinanza n.80/2016 del Commissario Tronca, agli analoghi provvedimenti adottati dai Sindaci Marino ed Alemanno) – ha affermato Marco Tiberti, esecutivo nazionale GRE e Responsabile Dipartimenti Acque e Alimentazione in European Consumers – ed addirittura, sotto la guida del M5S, l’8 giugno scorso presso la sede in Circonvallazione Ostiense ci si è spinti a incontrare i massimi esponenti dell’industria chimica di zanzaricidi, mettendoli seduti attorno ad un tavolo con le organizzazioni ambientaliste e l’Ispra nell’utopistica speranza di poter trovare un punto di incontro tra posizioni non solo divergenti ma addirittura contrastanti. Cosa sperava di ottenere la responsabile della Direzione promozione tutela ambientale e benessere degli animali, a nostro avviso incautamente nominata dall’Assessore Pinuccia Montanari anche coordinatrice del gruppo di lavoro biodiversità in seno al Forum Ambiente? Era ovvio che il tavolo saltasse, ed ora il cerino è tutto nelle mani della Sindaca Virginia Raggi che deve decidere, una volta per tutte, se ascoltare il Presidente della Commissione Ambiente Daniele Diaco che si è sempre dichiarato per una città libera da pesticidi in nome del principio di precauzione, o dalla parte dei burocrati che da decenni condizionano ogni tentativo di cambiare le cose a Roma e che ancora una volta si sono schierati dalla parte sbagliata, ovvero quella degli interessi privati, in spregio della tutela della salute dei cittadini e l’ambiente».
TIBERTI: “ABBIAMO PROVE CERTE DI COME GLI UFFICI ABBIANO OSTACOLATO L’INPUT RICEVUTO DALLA POLITICA”
Marco Tiberti va oltre e spiega il dietro le quinte:
Continua Tiberti: “Abbiamo prove certe, e siamo pronti a renderle pubbliche, di come gli uffici abbiamo ostacolato l’input ricevuto dalla politica, che in maniera lungimirante sembrava avesse ben colto il senso delle raccomandazioni degli scienziati rispetto all’utilizzo indiscriminato di prodotti, ma che poi non sono state recepite appieno dall’ordinanza 62/2017, dove anzi una ‘diabolica’ manina ha cesellato virgole, parole e frasi stravolgendo il senso del dispositivo sindacale fino al punto da ridimensionarlo ad una mera enunciazione di principi che all’atto pratico si sta rivelando assolutamente inefficace. Adesso temiamo di più: ovvero che con la scusa di una proroga di un termine prescrittivo concesso agli amministratori di condominio, le convincenti pressioni dell’industria della chimica, scesa in forze da Milano a Roma per tutelare i propri biechi interessi economici, possano indurre qualche funzionario a tentare di far modificare l’ordinanza (che già di per sé è piena di falle e crepe) addirittura reintroducendo espressamente la possibilità di utilizzare nebulizzatori nonché l’impiego a tappeto prodotti tossici non solo per l’ecosistema, ma anche per l’uomo e per i nascituri, nonostante sia oramai dimostrata l’associazione tra insetticidi ed autismo, dopo che da anni ISPRA, ISDE, CNR, AIRC e la letteratura scientifica internazionale hanno acclarato i collegamenti con Alzheimer, Parkinson, diabete, malattie cardiocircolatorie, respiratorie, sclerosi laterale amiotrofica, patologie renali, disordini riproduttivi e cancro».
CARLO DE FALCO, PRESIDENTE REGIONALE DEI GRUPPI RICERCA ECOLOGICA: “LA GRANDE INDUSTRIA CHIMICA NON HA DIGERITO IL RIFERIMENTO NELL’ORDINANZA DELLA RAGGI DELLE SOSTANZE MUTAGENE, CANCEROGENE E TOSSICHE PER LA RIPRODUZIONE E SVILUPPO EMBRIOFETALE”
Categorico anche Carlo De Falco, Presidente regionale per il Lazio dei Gruppi Ricerca Ecologica: “Sappiamo bene che la grande industria chimica non ha digerito l’espresso riferimento nell’ordinanza della Sindaca alle frasi di rischio classificate con la lettera R (corrispondenti alle H) ai sensi del Regolamento della Comunità Europea n.1272/2008, ovvero le sostanze mutagene, cancerogene, tossiche per la riproduzione e lo sviluppo embriofetale, utilizzate da anni nel controllo degli organismi molesti ed oggi vietate nonostante che per l’intralcio della macchina burocratica non sia stato espressamente previsto, come da noi richiesto, esclusivamente l’utilizzo di prodotti ammessi in agricoltura biologica. Gli uffici hanno depennato anche l’espresso richiamo, in relazione al principio di precauzione, del Regolamento esecutivo del Piano Azione Nazionale Pesticidi Decreto Interministeriale 22 gennaio 2014 che detta norme ben precise nell’uso di prodotti ad azione insetticida nelle aree urbane, nonché del Decreto del MIPAAF del 10 marzo 2015, ‘Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette’, assolutamente cogente considerati i grandi spazi di interesse naturalistico e il reticolo idrografico ancora presenti nel Comune di Roma e che avrebbe confermato la volontà dell’Autorità pubblica di avere un approccio particolare verso le aree protette”.
DE FALCO CONTINUA E CHIEDE IL VERO CAMBIAMENTO AL M5S CHE HA SEMPRE DETTO DI COMBATTERE L’USO DI SOSTANZE NOCIVE ALL’UOMO E ALL’AMBIENTE: “NON SI FA RIFERIMENTO AL DECRETO INTERMINISTERIALE DEL 22.1.2014 CHE DETTA NORME PIÙ PRECISE COME DA STUDI ISPRA, ISDE”
“Dove però l’Amministrazione Capitolina sta mostrando enormi limiti – continua De Falco – è nel controllo del territorio, quasi una resa incondizionata all’illegalità: non è stata nemmeno recepita la nostra proposta di prevedere un meccanismo autorizzatorio dei trattamenti in aree private, nonché la possibilità di fare controlli mediante personale autorizzato nei condomini/comprensori dove si fossero rilevate ‘manifeste condizioni d’infestazione con elevato disagio’ per identificare le eventuali fonti di infestazione e la posa di ovitrappole per il monitoraggio in continuo e la verifica dell’efficacia degli interventi attuati. Anzi, sempre una diabolica ‘manina burocratica‘ ha previsto che in particolare emergenza di infestazione le ditte di disinfestazione potrebbero utilizzare sostanze sintetiche quali piretroidi, facendo leva sulla Circolare del Ministero della Salute del 16 giugno 2016 dove questi prodotti sono inseriti, ma che invece non dovrebbero essere utilizzati in ambito urbano ai sensi del decreto Interministeriale del 22 gennaio 2014, firmato anche dallo stesso Ministero della Salute, che detta norme ben precise nell’uso di prodotti ad azione insetticida nelle aree urbane e che come da studi Ispra e Isde colpiscono solo con lo 0,1% la zanzara mentre permangono nell’ambiente e alcuni dei quali possono bioaccumularsi come il DDT».
I Gruppi Ricerca Ecologica ed European Consumers ritengono che la maggioranza pentastellata sia ormai ad un bivio e debba assumersi appieno le proprie responsabilità politiche, decidendo se cedere alle pressioni dorate dell’industria e della criminalità che illegalmente opera sul territorio, o invertendo con decisione la rotta tutelando senza ambiguità l’ambiente e la salute dei romani.
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