Roma – Va all’attacco il Codacons sulle accese polemiche che hanno investito Paola Muraro, ormai diventato “Il caso dell’assessore all’ambiente del Comune di Roma” in passato consulente di AMA, e che ora finisce alla Corte dei Conti del Lazio.
Il Codacons infatti ha presentato infatti un esposto alla magistratura contabile, chiedendo di aprire un’inchiesta sullo scandalo scoppiato nella capitale e sul possibile conflitto di interessi in capo all’assessore.
Scrive il Codacons nell’esposto: “La condotta posta in essere dall’Assessore all’Ambiente Paola Muraro nel blitz programmato nell’Azienda AMA, dopo aver ricoperto la carica di consulente per la stessa azienda nell’arco di 12 anni sino allo scorso 30 giugno, appare in netta violazione con le disposizioni costituzionali sino al punto di vanificare ed annullare la fiducia ed il rispetto che i cittadini dovrebbero riporre nella P.A. Il conflitto di interessi – continua il Codacons – delineato in questa fattispecie avrebbe carattere perpetuo data la carica di Assessore all’Ambiente e dunque il potere e dovere di intervenire nel settore dei rifiuti urbani durante l’intero mandato. E’ evidente a tutti, come alla luce degli incarichi di consulenza e del preminente e significativo ruolo ricoperto dall’attuale Assessore all’Ambiente, fino ad alcuni mesi fa, all’interno AMA, oggi nell’occhio del ciclone e al centro di polemiche furibonde, vi sia il rischio forte che le funzioni di Assessore all’Ambiente che la stessa oggi ricopre, con i consessi poteri istituzionali di condizionamento nei confronti di AMA medesima, potrebbero essere asserviti agli interessi privati, sopra evidenziati, di cui la stessa è chiaramente portatrice. E comunque tali poteri assessorili potrebbero essere da essa anche utilizzati per cercare di non far emergere eventuali sue responsabilità nella gestione di AMA negli anni – gli ultimi 12 – in cui la stessa è stata, appunto, consulente di tale Azienda. Al riguardo, vogliamo sottolineare, come in generale, si realizza una situazione di conflitto di interessi tutte le volte in cui vi sia il rischio astratto che una certa funzione, in ragione degli interessi privati di cui è portatore il soggetto che ricopre una data carica, possa essere deviata dai suoi fini istituzionali, connessa alla cura dei pubblici interessi, per essere asservita alla tutela di tali interessi privati”.
Per tale motivo l’associazione ha chiesto alla Corte dei Conti, nell’ambito della propria sfera di competenza, di voler verificare se i fatti riportati siano stati fonte di danno erariale per il Comune di Roma, individuando le eventuali responsabilità.