di Marielena Masciello, criminologa
Dacca! Chi di noi sapeva che Dacca è la capitale del Bangladesh prima del 1° luglio 2016? Eppure il 17 agosto del 2005 la stessa ha subito una serie di esplosioni in vari quartieri, per un totale di 500 bombe esplose in 300 zone del Bangladesh, rivendicate da un gruppo terroristico affiliato ad Al Qaeda, con più di 115 feriti nella sola Dacca.
Purtroppo questa volta tra le 20 persone morte, nove sono le vittime italiane, quindi l’empatia dell’appartenenza ad una stessa nazione rende più sentita e triste questa vicenda, soprattutto se si pensa che queste persone “non se la sono andata a cercare”, ma stavano cenando tranquillamente in un noto ristorante di un quartiere “in” della città, per poi venir sequestrati, torturati e sgozzati da sei ragazzi bengalesi molto benestanti che avevano studiato in prestigiose Università, anche le loro famiglie erano ignare che potessero compiere questa strage “ideologica-religiosa-isisiana”.
Ormai queste tipologie di stragi non hanno più legge, non si riesce più ad individuare il “soggetto tipo“. Non è vero che l’inclinazione al fondamentalismo è dettata dall’analfabetismo, considerando che già all’epoca delle Torri Gemelle gli attentatori erano piloti, neanche si può dire che molti criminali agiscano così perché in passato hanno subito traumi di violenze e maltrattamenti. Forse un filo conduttore si può riscontrare nella severa religiosità ed una propensione allo spirito di sacrificio, in questo caso entrambe sono deviate da patologie narcisistiche, deliranti, paranoidee, bordeline e antisociali.
Tutti questi ingredienti di disturbi della personalità inducono i terroristi kamikaze ad avere nella loro testa un comportamento altruistico, per preservare la loro idea di fede e di vendetta nei confronti dei cosidetti “crociati” o infedeli.
Infedeli, crociati, rendiamoci conto che usano questi termini, verso chi non è di religione islamica, ad esempio i jihadisti del Daesh di origine bengalese hanno affermato che la strage di Dacca è stata una rivincita per i crimini contro i musulmani, se partiamo dalle Crociate che sono avvenute tra l’ XI e il XIII sec, non ne usciamo più!
Dall’inizio dei tempi l’uomo guerriglia per qualsiasi cosa, dall’imposizione per il dominio territoriale a quello religioso e etnico, nell’arco dei secoli ha terminato molte guerre e delineato i territori, mentre i popoli e le religioni si sono evoluti. Pensate che addirittura il Vaticano nel 1992, dopo ben 359 anni ha chiesto pubblicamente scusa a Galileo Galilei, perché ha appurato che è la Terra che gira intorno al sole e non viceversa.
Addirittura il 12 febbraio 2001 sempre il Vaticano ha abrogato definitivamente la pena di morte in nome di Dio, quindi nell’arco dei secoli tutti sono stati vittime e carnefici, e proprio in nome delle religioni si è compiuta qualsiasi nefandezza.
Il potere religioso ha permesso un’evoluzione sociale notevole, ma nello specifico per quanto riguarda la religione islamica che viene irrispettosamente rappresentata attraverso simili barbarie “primitive” mi permetto di citare un estratto tratto dal testo dello scrittore-neurologo Virginio De Luca “Perchè l’Isis“, Edizioni Giuseppe Laterza: “La religione islamica, per la sua semplicità teologica, si è trovata inconsapevolmente ad essere ricettacolo di personalità deboli o criminali, che rifiutano la vita e che cercano di trovare nella religione la giustificazione delle loro azioni. Una religione può crescere se nei suoi insegnamenti c’è l’esistenza dell’altro e la parola di Dio perde di significato se non la comprende e se esclude quella evoluzione della conoscenza, che tale esistenza permette“.
Purtroppo ancora oggi nel mondo musulmano il trascendente ha trasformato la religione in un potere politico immutabile, in una sua interpretazione anti-storica, portando al suo interno guerra e distruzione in una continua instabilità sociale.