Regione Lazio – Lo scorso 21 settembre 2018 Paola Spadari, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio è stata ascoltata in commissione Vigilanza sul pluralismo dell’informazione su crisi editoriale, cronisti minacciati, querele temerarie e nuove frontiere della professione.
I temi trattati in audizione riguardano la crisi occupazionale nel settore giornalistico che inevitabilmente si ripercuote sulla qualità dell’informazione, il considerevole aumento del numero dei cronisti minacciati nel Lazi e le querele temerarie che colpiscono soprattutto i freelance non garantiti. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari è stata ascoltata dalla terza commissione consiliare permanente, Vigilanza sul pluralismo dell’informazione, presieduta da Davide Barillari (M5s).
Spadari ha introdotto il tema della crisi epocale del settore editoriale che dura dal 2007, “determinata dal combinato disposto dell’avvento delle tecnologie digitali e delle ripercussioni della crisi economica più generale”.
La presidente dell’Ordine Spadari ne ha riportato i numeri: “3500 giornalisti sacrificati negli ultimi cinque anni, 800 solo l’anno scorso, con una contemporanea riduzione dei salari, tra solidarietà e cassa integrazione, il trasferimento al Nord di realtà editoriali come Sky, i tagli nelle redazioni di quotidiani come Il Tempo, il Giornale, delle agenzie come l’Ansa e Askanews, che hanno comportato, ‘non solo un sacrificio in termini occupazionali, ma rischia anche di ripercuotersi sulla qualità dell’informazione e sulle voci che compongono il delicato equilibrio del pluralismo’”.
SPADARI: “TRISTE PRIMATO DEL LAZIO: MAGGIOR ATTACCO AI GIORNALISTI E BLOGGER”
“Non posso fare a meno – ha proseguito Spadari – di denunciare anche in questa sede un triste primato detenuto nel Lazio, costituito dal numero di giornalisti minacciati sotto scorta: la nostra è la regione nella quale è stato accertato il maggior numero di attacchi a giornalisti e blogger e nella quale negli ultimi anni si è registrata una forte accentazione di questo fenomeno. Nel periodo 2011-2017 sono stati 623 i casi documentati su un totale di 2602 casi nell’intero paese – dati verificati dall’associazione Ossigeno per l’informazione – con un’incidenza del 24 per cento, aumentata progressivamente fino al 40 per cento con 46 episodi su un totale di 117 casi dell’intero territorio nazionale nel 2017”.
Spadari ha ricordato il ruolo degli organismi di rappresentanza della categoria dei giornalisti che hanno portato all’attenzione delle istituzioni le difficili condizioni di colleghi minacciati, come Federica Angeli, che da anni vive sotto scorta per aver denunciato l’attività estorsiva nel territorio di Ostia. Altro fenomeno in crescita, le liti temerarie che colpiscono i giornalisti non garantiti. Ai colleghi l’Ordine insieme agli altri organismi della categoria offre il proprio supporto, costituendosi parte civile nei processi penali.
La presidente Spadari ha ricordato anche la necessità di completare la riforma della legge istitutiva dell’Ordine, risalente al 1963:
“Seppure valida nei suoi principi – ha detto a tale proposito Spadari – la legge ha subito in questi anni un rinnovamento nella prassi. Ciò ha determinato una sostanziale apertura alle nuove figure che si stanno affacciando al panorama informativo che deve accogliere le nuove sfide e le opportunità del web, tenendo saldi i principi cardine del valore della funzione del giornalista e della deontologia che deve osservare.”
Nel corso dell’incontro sono intervenuti i consiglieri Rodolfo Lena (Pd) e Marta Bonafoni (Lista Zingaretti), oltre allo stesso presidente della commissione Barillari il quale ha preannunciato un’audizione ad hoc con l’associazione Ossigeno per l’informazione, proprio sul tema dei giornalisti minacciati, che rientra nella serie di approfondimenti della terza commissione. In qualità di presidente della prima commissione, Lena ha ricordato che Federica Angeli è stata ascoltata nella passata legislatura, dichiarandosi disponibile ad una audizione congiunta.
La consigliera Bonafoni ha posto l’accento sul fatto che “l’aumento di giornalisti minacciati non è da mettersi in relazione solo a fenomeni legati alla criminalità organizzata, bensì anche a una rabbia sociale diffusa, che si abbatte sui cronisti che si occupano di dissipare, attraverso una corretta informazione, pregiudizi su fenomeni delicati come l’immigrazione”.
A cura dell’Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio
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