Regione Lazio – In tutta Italia non esiste alcuna epidemia, nel Lazio nessuna percentuale sotto il 95% delle coperture vaccinali eppure la giunta Regione Lazio ha voluto seguire le Regioni rosse che si sono attivate per coercizzare con i trattamenti vaccinali i bambini piccolissimi, vietando loro l’accesso ai nidi se non saranno in regola con le vaccinazioni obbligatorie, che in Italia sono solo quattro…
“Vogliamo introdurre questo requisito d’accesso per i nidi – ha spiegato il Presidente della Commissione VII – Politiche Sociali e Salute del Consiglio Regionale del Lazio, Rodolfo Lena – perché ormai anche la giustizia amministrativa ha stabilito che l’iscrizione ad un asilo comporta la convivenza dei bambini in un ambiente ristretto, per cui la mancanza di vaccinazione, per un elementare principio di precauzione sanitaria, si ripercuoterebbe sulla salute degli altri, anche quelli con particolare debolezze e fragilità immunitarie: per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è che tutti gli altri siano vaccinati“.
Vaccinati…o immunizzati? I legislatori sono interessati veramente a tutelari i bambini dal contagio delle malattie e quindi proteggerli? La legge sembrerebbe interessata esclusivamente a vaccinare. Importa se il trattamento preventivo sanitario effettuato sui bambini sani è stato efficace? In questa legge si monitorerà se la coercizione ha prodotto la sua azione? E si attuerà une seria vaccinovigilanza…spesso un miraggio? I danni da vaccino esistono e non sono leggenda metropolitana purtroppo e non sono etichettati sotto la voce AUTISMO come piacerebbe far credere, ma ultimamente per sdoganare queste reazioni avverse fa più scena dire e pronunciare Autismo come la bufala delle complicanze da vaccino.
Comunque l’assessore Lena ci tiene a precisare che la condizione sine qua non per l’accesso dei bambini all’asilo è la vaccinazione….non l’immunizzazione!
Davide Barillari, Consigliere M5S Lazio addirittura definisce questa manovra sanitaria alquanto bizzarra nei tempi come è stata presentata: “E’ la prima volta che una legge di giunta arriva in commissione sanita’ nel tempo record di soli 2 giorni, e un consigliere di maggioranza tenti addirittura di farla votare in pochi minuti, in una seduta carbonara convocata in sole 24 ore“.
LA LETTERA INVIATA A ZINGARETTI PONE L’ACCENTO SU TEMATICHE CHE SEMBRANO ESSERE STATE IGNORATE, EPPURE CITANO FONTI ISTITUZIONALI…CI SARÀ UN CONFRONTO?
“Genitori Laziali per la Libertà di Scelta” hanno scritto una lettera inviata per posta elettronica al Governatore Nicola Zingaretti e Giunta regionale, allarmati da questa nuova legge che condizionerà la vita di molte famiglie, e anche le aspettative di salute dei propri figli. Una lettera molto dettagliata e che se letta attentamente fa emergere quegli spettri che si vogliono declassare o meglio omertare sulla pratica vaccinale ma che è motivo di grande preoccupazione che lasciamo nella sua interezza, affinché ogni singolo lettore possa capire il senso della missiva e delle richieste rivolte agli stessi legislatori:
Egr. Nicola Zingaretti
Presidente Giunta Regionale Lazio
Spett.le Giunta Regionale
Settima commissione della Giunta Regionale
e p.c. Consiglieri Regionali
Oggetto: discussione su “Assolvimento dell’obbligo vaccinale da parte del minore per l’accesso negli asili nido pubblici e privati di cui alla Legge Regionale16 giugno 1980, n.59.”, proposta dalla Regione Lazio
Con la presente si intende portare all’attenzione del Presidente della Giunta Regionale Lazio, dell’intera Giunta Regionale, della Settima Commissione e dei Consiglieri Regionali, la posizione e il parere di un numeroso gruppo di cittadini riguardo all’iter intrapreso dalla Regione Lazio sull’imposizione dell’obbligo vaccinale per l’accesso agli asili nido.
Allo stato attuale delle cose noi genitori veniamo invitati dalle Asl a effettuare le vaccinazioni secondo il calendario regionale e abbiamo la reale possibilità di informarci più approfonditamente circa tale pratica, chiedendo colloqui con i Responsabili dei Centri Vaccinazioni a cui possiamo porre delle domande lecite circa le vaccinazioni proposte. Abbiamo quindi la facoltà di esercitare una scelta libera nell’interesse della salute dei nostri figli. Ci sentiamo tutelati perché abbiamo la reale possibilità di capire e di dissipare i dubbi che a ogni genitore coscienzioso, come noi ci riteniamo, inevitabilmente sorgono anche semplicemente entrando in una Asl e leggendo nelle sue bacheche informative esposte al pubblico la legge 210 del 1992 che dispone nell’Art. 1 che ‘Chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di un’autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla presente legge’.
La stessa legge nell’art. 7, infatti, impone
1.Ai fini della prevenzione delle complicanze causate da vaccinazioni, le unità sanitarie locali predispongono e attuano, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, progetti di informazione rivolti alla popolazione e in particolare ai donatori e ai soggetti riceventi materiali biologici umani, alle persone da vaccinare e alle persone a contatto.
2. I progetti di cui al comma 1 assicurano una corretta informazione sull’uso dei vaccini, sui possibili rischi e complicanze, sui metodi di prevenzione e sono prioritariamente rivolti ai genitori, alle scuole ed alle comunità in genere.
3. Le regioni, attraverso le unità sanitarie locali, curano la raccolta dei dati conoscitivi sulle complicanze da vaccino, anche al fine di adeguare a tali dati i progetti di informazione e i metodi di prevenzione.
Con il DPR 26 gennaio 1999 n. 355 viene di fatto consentita l’iscrizione alle scuole dell’obbligo anche in assenza di presentazione del certificato di avvenuta vaccinazione o dichiarazione sostitutiva.” e “La Circolare del Ministero della Salute n. 6 del 20/4/2000 ritiene inoltre, per analogia, che le disposizioni contenute nel DPR 26/1/99 n. 355 possano essere considerate valide anche ai fini dell’ammissione ad altre collettività.”
Ci chiediamo pertanto quali siano le motivazioni che portano la Giunta Regionale Lazio a porre l’assolvimento dell’obbligo vaccinale come requisito di accesso agli asili nido pubblici e privati. Si sono forse modificate le condizioni epidemiologiche? Dai dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità (http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/dati_Ita.asp) le coperture risultano al di sopra di quelle minime previste (secondo un lavoro di Anderson e May del 1990), per interrompere la trasmissione delle infezioni con specifiche caratteristiche epidemiologiche. In particolare è prevista una copertura minima dell’80-85% per interrompere la trasmissione di poliomielite e difterite (nel Lazio la copertura è rispettivamente del 95,26% e 95,24%), del 92-95% per la pertosse (nel Lazio la copertura è del 95,21%). Inoltre, il tetano non è una malattia contagiosa e l’epatite B si trasmette per via parenterale e sessuale per cui è altamente improbabile il contagio tra bambini.
Se la proposta della Giunta Regionale Lazio concluderà l’iter di approvazione di tale proposta di legge, vedremo violato l’Art. 3 della nostra Costituzione “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Verrà meno il rispetto della libertà individuale sancito dalla nostra Costituzione nell’Articolo 32 che di seguito riportiamo “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Tale provvedimento inoltre violerebbe l’articolo 3 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, l’articolo 5 della Convenzione Internazionale di Oviedo (ratificata dallo Stato Italiano con Legge 145/2001) ed infine la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia.
Inoltre andrebbe contro il Codice Deontologico Medico che all’Art 4: Libertà e indipendenza della professione. Autonomia e responsabilità del medico “L’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di LIBERTA’, INDIPENDENZA, AUTONOMIA e RESPONSABILITA’. Il medico ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale SENZA SOTTOSTARE A INTERESSI, IMPOSIZIONI O CONDIZIONAMENTI DI QUALSIASI NATURA”. Sappiamo infatti che ogni medico deve poter applicare liberamente, dopo attenta valutazione, il principio di precauzione che include quindi la possibilità di sconsigliare un vaccino, o modificarne i tempi di somministrazione rispetto ai calendari proposti.
Ci chiediamo: cosa è cambiato rispetto agli anni passati per cui vale la pena superare ‘i limiti imposti dal rispetto della persona umana’, e quindi dei bambini in questo caso? Quali epidemie ha avuto la nostra regione rispetto alle malattie incluse nei vaccini obbligatori (Poliomielite, Difterite, Tetano, Epatite B) e negli altri facoltativi (morbillo, parotite, rosolia, Haemophilus B, pneumococco e meningococco)?
Vorremmo quindi prendere visione dei dati epidemiologici che Vi hanno portato a voler incidere sui diritti di una parte della popolazione. Ad oggi non ci risulta che ci siano epidemie (http://www.epicentro.iss.it) che debbano spingere una Regione a obbligare anziché informare.
Ci chiediamo: come mai in alcune regioni è tuttora possibile presentare una forma di dissenso mentre nel Lazio tale possibilità viene negata e viene solo imposto l’obbligo vaccinale?
Inoltre ci preme sottolineare che esisterebbero anche problemi concreti all’attuazione dell’imposizione delle vaccinazioni obbligatorie, che in Italia sono quattro: poliomielite, difterite, tetano, epatite B. Ad oggi tali vaccinazioni vengono somministrate all’interno della vaccinazione esavalente, che comprende quindi anche altre due vaccinazioni (pertosse ed Haemophilus influenzae B) che sarebbero facoltative ma a cui non ci si può sottrarre volendo adempiere l’obbligo. Questa pratica rappresenterebbe secondo le normative vigenti un abuso.
Donato Greco (consulente Ecdc per le malattie infettive e membro del Reparto di Epidemiologia delle malattie infettive Cnesps-Iss), in un recente articolo del dicembre 2016 afferma che “Oggi il concetto di “obbligatorietà” confligge con il concetto di “promozione” della salute che è alla base di qualsiasi efficace azione preventiva”, evidenziando delle carenze nel sistema organizzativo e informativo a monte, che non possono certamente essere risolte con la coercizione.
Non è nostra intenzione entrare nel merito degli aspetti prettamente medici che meritano approfondimento a parte, ma affermiamo semplicemente che l’herd immunity per il tetano e l’epatite B non esiste e che i valori di copertura per poliomielite e difterite sono sicuramente al di sopra della soglia di rischio. Ci piacerebbe che la Regione organizzasse un confronto pubblico con tecnici e esperti su questi temi perché siamo soltanto genitori attenti che vogliono capire quale sia la scelta migliore per i propri figli e vogliono farlo con la fiducia in uno Stato, l’amministrazione Regionale Lazio in questo specifico caso, aperto al confronto e pronto ad investire nell’informazione prima di costringere a una pratica medica non esente dai rischi di reazioni avverse.
Siamo a conoscenza di riconoscimenti ufficiali a bambini danneggiati da vaccino, ci chiediamo quindi se questo succedesse per adempiere a quello che l’amministrazione regionale ci chiede per consentire l’accesso ai nidi e alle materne ai nostri figli, chi si prenderebbe la responsabilità dell’accaduto?
Un altro aspetto importante, per questa regione e per l’intero paese, è il seguente: è stata fatta una stima a lungo termine sui costi che questo provvedimento comporterebbe?
La maggior parte dei genitori di bambini in età di nido sono naturalmente giovani e in un momento di crisi lavorativa come quello che sta attraversando il nostro paese, quante famiglie potrebbero permettersi di tenere il proprio figlio a casa rinunciando al proprio lavoro? È giusto mettere una famiglia di doversi privare di un servizio così importante? Gli asili nido e le scuole materne rappresentano il primo approccio alla società esterna per un bambino e privarlo di questa possibilità è un atto di discriminazione.
Ci chiediamo come mai solo i nostri figli verrebbero considerati veicoli di malattie all’interno di nidi e materne e altri luoghi pubblici senza nemmeno prendere in considerazione se le maestre e il personale degli asili sia coperto da tutte le malattie per cui chiedete le vaccinazioni obbligatorie. Secondo questa logica sarebbe necessario effettuare esami immunologici a chiunque venga in contatto con i bambini nei nidi, compresi gli stessi genitori.
Abbiamo domande, molte domande che meritano risposta.
Crediamo che questo sia un tema su cui il dialogo non deve mancare.
Alla luce di quanto detto finora chiediamo che non venga approvata la proposta dell’obbligo vaccinale per l’accesso ai nidi nella Regione Lazio.
Confidiamo inoltre che vogliate organizzare un incontro con noi cittadini in cui poterci confrontare e dialogare in maniera costruttiva su un tema così delicato e importante che coinvolge la salute e la formazione di quanto abbiamo di più caro al mondo: i nostri figli, il futuro di questa società.
Insomma, questi genitori sembrano davvero informati e non citano siti antivax, ma solo autorevoli fonti, possibile che la Regione Lazio debba legiferare in sordina, senza un un confronto serio sul tema delle vaccinazioni?
Se questa legge passa senza un confronto, senza una reale motivazione, rimarrà l’ombra di una coercizione sanitaria realizzata senza che sia esistita alcuna necessità e senza poter perseguire il fine, quello di verificare la protezione dei bambini. I genitori hanno dimostrato con questa missiva di aver valutato seriamente molte problematiche e fatto luce su molte informazioni sanitarie che spesso non sono neanche menzionate dai legislatori…perché?
Forse è il caso che i politici facciano un salto di qualità… In fondo la salute dei bambini è un benessere troppo prezioso e un valido motivo per confrontarsi insieme.