di Cinzia Marchegiani
Mafia Capitale – I vertici del PD della Regione Lazio travolti da un nuovo filone sul Mondo di Mezzo. I giornali ne hanno parlato diffusamente.
La Stampa oggi riporta la notizia:
“Un nuovo filone dell’inchiesta ’Mafia Capitale’ rischia di travolgere il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e insieme a lui la deputata del Pd, Micaela Campana. La procura di Roma – su sollecitazione dei giudici della X sezione penale del tribunale di Roma – ha infatti iscritto i due sul registro degli indagati con l’accusa di falsa testimonianza per quanto dichiarato come testimoni nell’aula bunker di Rebibbia. Il nuovo procedimento si fonda in sostanza sulle motivazioni della sentenza ’Mondo di Mezzo’. Sul governatore Zingaretti il Tribunale dice che la sua audizione dà ‘adito al sospetto di una testimonianza falsa o reticente’. Più incisivo, invece, il giudizio verso Campana: ‘I collegamenti di Buzzi con la parlamentare Pd Campana risultano verosimili anche alla luce della lunga testimonianza, in diversi punti poco credibile, resa dalla stessa Campana’”.
LOMBARDI: “ZINGARETTI INDAGATO IN MAFIA CAPITALE, CHIARISCA I SUOI RAPPORTI CON CIONCI”
Roberta Lombardi senza giri di parole spiega: “In questi giorni è successa una cosa molto grave. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è indagato per falsa testimonianza nell’ambito dell’inchiesta comunemente nota coma Mafia Capitale.
I fatti sono questi:
1. Un anno e mezzo fa Zingaretti viene indagato per concorso in corruzione e turbativa d’asta per il processo passato alle cronache con il nome di Mafia Capitale. Nulla si sa di questa indagine, nulla si sa di come va il processo, si sa solo che si avvale della facoltà di non rispondere davanti ai giudici che tentavano di interrogarlo. Viene poi prosciolto dalle accuse e solo procedimento penale concluso si viene a sapere che era stato coinvolto in un procedimento così grave e che si era rifiutato di dare testimonianza ai giudici.
2. Il processo Mafia Capitale va avanti. Sono uscite le motivazioni della sentenza qualche giorno e nelle motivazioni viene iscritto da giudici nero su bianco che vogliono dare mandato alla Procura affinché venga iscritto sempre nel registro degli indagati il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti perché durante la sua testimonianza questa volta su altri imputati di Mafia Capitale avrebbe fornito delle informazioni false o reticenti, soprattutto sui suoi legami con tale Giuseppe Cionci, un faccendiere abbastanza noto in Regione Lazio che è stato anche il tesoriere della sua campagna elettorale e che Salvatore Buzzi definiva ‘l’uomo dei soldi di Zingaretti‘”.
La Lombardi, accusa anche giornali e i giornalisti per l’assenza di domande dirette a Zingaretti in questa sua nuova veste nel processo del Mondo di Mezzo:
“Ebbene questi sono i fatti. Avete letto qualche articolo di giornale se non qualche trafiletto in 35esima pagina di un qualche quotidiano? Non mi pare. Neanche articoli sui quotidiani online. Eppure quando c’è qualcosa che riguarda il M5S, anche di entità minore, veniamo sbattuti sui giornali come se fosse la notizia del secolo. In queste ore, peraltro, Zingaretti ha avuto degli incontri pubblici con giornalisti al seguito e nessuno gli ha fatto una domanda sulla sua indagine. Nessuna. E’ molto grave e spero che d’ora in avanti la stampa nazionale e locale sappiano svolgere il loro ruolo di watchdog, che giustamente svolgono verso il M5S, anche nei confronti di Zingaretti, che per la seconda volta viene indagato in un processo molto grave come Mafia Capitale, che ha avuto ripercussioni gravissime sulla vita dei cittadini romani e laziali“.
LOMBARDI CONTINUA: “ZINGARETTI SI E’ RICANDIDATO ALLA GUIDA DELLA REGIONE, DEVE RISPONDERE! NON CI DEVONO ESSERE DUBBI SULLA ONORABILITÁ”
La Lombardi preme ad avere risposte: “Perché sia chiaro: Zingaretti può rifiutarsi di rispondere davanti ai giudici finché può, ma non può rifiutarsi di rispondere delle sue azioni davanti all’opinione pubblica e chiarire i sui rapporti con Giuseppe Cionci! Deve assumersene la responsabilità politica, anche in previsione del fatto che si è ricandidato alla guida della Regione, il che è di per se molto preoccupante. Perché lo è? Perché una persona che si candida a un ruolo così cruciale che guida tanti settori importanti della nostra vita, come il diritto alla salute, alla casa, a un ambiente pulito, all’acqua, deve essere una persona sulla cui onorabilità non ci possono essere dubbi. Noi cittadini ci meritiamo persone di una specchiata onestà, persone che si preoccupano quando vanno in una istituzione pubblica dei diritti dei cittadini.”
Conclude la Lombardi con un Hashtag #LaNostraRegioneDiVita : “E la Regione Lazio deve tornare ad essere per i suoi temi”
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