di Cinzia Marchegiani
Gli italiani hanno scoperto la nuova Pasionaria del fronte del Sì del referendum Costituzionale. Lei è il ministro della salute Beatrice Lorenzin, che in un tour senza sosta promuove in tutt’Italia la sua versione della sanità dopo il referendum se vincerà il sì. La stessa sanità che proprio negli ultimi anni del suo dicastero nel confronto internazionale è tra gli ultimi posti in Europa. La fonte è di quelle serie Meridiano Sanità.
Insomma dopo il referendum, se vincerà il “Sì” pazienti avranno una sanità migliore, servizi efficienti, Lea e farmaci per tutti?
A riportare nell’alveolo di un’amara realtà ci ha pensato Piernicola Pedicini, Portavoce M5S al Parlamento Europeo e lo fa semplicemente perchè non è bello poter illudere malati e anche gli operatori sanitari: “Renzi e i suoi ministri sono in affanno. Lo si capisce dalle falsità che stanno raccontando sulla riforma costituzionale per poter raccattare qualche Sì in più. L’ultima a lanciarsi in esternazioni fuorvianti è la ministra della Salute Lorenzin che, pur di sostenere che se passasse la riforma anche l’organizzazione sanitaria otterrebbe dei rivoluzionari benefici, ha dichiarato alla stampa una serie di bugie e inesattezze“.
L’On.Pedicini comincia ad elencarle.
“La prima. Ha detto la Lorenzin, nel nostro Paese ogni Regione fa come gli pare e ci sono 21 sistemi sanitari diversi. Abbiamo materie concorrenti, conflitti su chi deve fare cosa. Con la riforma cambierà tutto in meglio“.
Alla ministra controbatte con determinazione l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini: “Il federalismo sanitario non sarà modificato da questa riforma – afferma – e rimarranno 21 sistemi sanitari diversi perché nella proposta di riforma è specificato che ‘spetta alle Regioni la potestà legislativa in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari’. Questo vuol dire che la gestione della Sanità non fa parte delle materie concorrenti ed è evidente che continueranno le Regioni ad occuparsene”.
La seconda inesattezza della ministra, spiega Pedicini: “La competenza esclusiva dello Stato diventano le disposizioni generali e comuni, ad esempio i piani diagnostici-terapeutici”.
Sbagliato – replica Pedicini: “Nella proposta di riforma c’è scritto che passano allo Stato le ‘disposizioni generali e comuni per la tutela della salute’, non per la sanità! I piani diagnostici-terapeutici non fanno parte delle ‘disposizioni generali e comuni per la tutela della salute’ per cui o la Lorenzin non ha letto bene la riforma costituzionale o, peggio ancora, non conosce la differenza tra Salute e Sanità!”
La terza esternazione della Lorenzin: “Alle Regioni resta l’organizzazione e la programmazione sanitaria, ma se una Regione non garantisce i Lea, livelli essenziali di assistenza, lo Stato fa valere la clausola di supremazia e interviene. È un passo avanti enorme per la sanità”.
Peccato – chiosa l’eurodeputato del M5S : “che la ministra ometta che la determinazione dei Lea sono già di competenza dello Stato e rimangono di sua competenza esattamente come nella vigente Costituzione“.
“Insomma, – spiega Pedicini – tante falsità che mettono in luce come anche sul tema della sanità questa riforma è solo un gran pasticcio che provocherebbe ulteriori conflitti di competenze Stato-Regioni. Se vincesse il Sì al referendum, ci sarebbe solo un piccolo ampliamento di competenze a favore dello Stato, ma nella sostanza tutto resterebbe come prima. Questo perché non viene fatta la scelta di sancire con nitidezza che la gestione della sanità deve essere garantita dallo Stato invece che dalle Regioni, comprese le cinque a statuto speciale”.
In tutti i modi conclude il pentastellato: “Anche se non sappiamo se le affermazioni della ministra siano frutto di ignoranza, malafede o di un bluff propagandistico, il 4 dicembre fermiamoli votando No”.