Il diritto dell’elettore sul voto del Referendum Costituzionale all’estero sembra a rischio. Il voto avviene infatti per corrispondenza.
I plichi inviati agli italiani all’estero devono essere rispediti in una busta che ha per ovvietà indicato il nome e il cognome dell’elettore.Â
Come spiega la Farnesina gli elettori residenti all’estero ed iscritti nell’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) riceveranno come di consueto il plico elettorale al loro indirizzo di residenza. Il Consolato/Ambasciata in base alla lista degli indirizzi spedisce il plico che deve pervenire al domicilio dell’elettore all’estero entro il 20 novembre 2016.
Tutti i plichi poi complilati con il voto dovranno pervenire in consolato alle ore 16 locali di giovedì 1 dicembre. Plichi che verranno aperti conoscendo il nome e il cognome dell’elettore. Tra l’altro sembra che il timbro verrà apposto soltato all’apertura del plico stesso.
IL COMITATO DEL NO INSORGE: “IMPUGNEREMO LA CONSULTATZIONE SE I VOTI ALL’ESTERO SARANNO DETERMINANTI”
“Se il referendum venisse vinto dal Sì e il voto dei cittadini italiani all’estero dovesse rivelarsi determinante, allora Impugneremo questa consultazione“. Lo ha annunciato il presidente del Comitato per il No, Alessandro Pace, ipotizzando un ricorso all’ufficio centrale del referendum, che è un organo giurisdizionale, e davanti alla Corte costituzionale. Per Pace, infatti, “il modo con cui si vota all’estero non garantisce la segretezza“.
Il voto degli italiani all’estro all’ultimo referendum ha influito per il 4/5%, quindi potrebbe essere determinante.