di Cinzia Marchegiani
Rita Dell’Erba, Delegata Responsabile Ufficio Politiche della Disabilità UGL Provincia di Brindisi scrive al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il titolo della missiva lascia poche interpretazioni: “E’INUTILE BUSSARE… QUI NON TI APRIRÀ NESSUNO“
“In data 03/10/2017, la sottoscritta espone la problematica scaturita dall’applicazione delle linee guida regionali, che regolano il servizio d’integrazione scolastica per gli handicappati delle scuole secondarie di secondo grado, non avendo ricevuto alcun riscontro da parte del Presidente Emiliano, provvedo ad integrare il precedente comunicato con ulteriori chiarimenti.
La ratifica della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, (UNPRCD) in Italia avvenuta con la legge num. 18 del 2009 , dovrebbe aver consentito ai diversamente abili di divenire parte integrante ed integrata della società, sostenendo la loro “piena ed efficace partecipazione nella società civile sulla base del principio di uguaglianza con gli altri cittadini europei “.
L’approccio valido è, quindi fondato sul rispetto imprescindibile ed inviolabile dei diritti umani, perché l’UNPRCD, valorizza la diversità in ogni sua forma ed aspetto. Lo scopo della convenzione è così quello di garantire un’adeguata protezione dei diritti del disabile, promuovendone l’effettiva partecipazione all’interno della società “civile” attraverso politiche incluse. I principi chiave della Convenzione, sono dunque garantiti dal rispetto per l’autonomia, la dignità e l’indipendenza delle persone con disabilità, le pari opportunità in relazione agli altri cittadini europei, la facilitazione dell’accesso all’informazione, il rispetto dell’ identità’ dei minori, e per tanto sono tenute a favorire lo sviluppo delle potenzialità e capacità dei diversamente abili.
Gli Stati membri che hanno aderito alla Convenzione, devono adottare ogni misura possibile, affinché si attui l’effettiva applicazione dell’ UNPRCD !
La legge 107 del 2015,meglio conosciuta come della “Buona Scuola”, ha dato al governo delega in bianco affinché si attui in modo efficace, l’inclusione effettiva degli alunni con disabilità e con Bisogni Educativi Speciali. Attraverso un sistema pedagogico-educativo inclusivo, si può operare per la costruzione di una società fondata sull’accoglienza e sulla convivenza delle diversità, intese come valore aggiunto, nonché esperienze di crescita per ciascuno.
Il processo d’integrazione e di inclusività’, oggi vituperata e lesa, ha una sua lunga storia giuridica, che si spinge indietro di alcuni decenni. L’ integrazione in Italia, vanta molta disattesa ed inapplicata normativa.
A partire dalla Costituzione, con gli art.3 -diritto all’uguaglianza,art.34-diritto allo studio, 38-diritto all’assistenza e avviamento professionale, 32-diritto alla salute, 30;38-diritto all’educazione.
Procedendo con la legge 118/71 ,art.28 “provvedimenti e principi per l’inserimento degli alunni con disabilità in classi normali”.
Proseguendo con la legge 517/77, con la Sentenza della Corte Costituzionale numero 215 del 1987, il C.M. 262 del 1988 e la legge quadro 104 del 1992, “per l’assistenza l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” , con riferimento agli art. numero 12-13-14-15-16 , che rappresentano ancora oggi, un punto di riferimento fondamentale per il raggiungimento di un’integrazione scolastica di qualità.
Ed ancora il testo unico L.297 del 1994 , riguardante l’assegnazione dell’insegnante di sostegno;
La legge nr.17 del 1999 che integra la legge quadro 104/94.
La nota 4274 del 2009, linee guida per l’integra scolastica.
La Convenzione ONU del 1959.
La legge 228 del 2000.
La Direttiva Ministeriale del 12/12.
La nota 1551 del 2013.
La nota 2563 del 2013.
E da ultimo, ma non certamente per importanza, il Decreto legislativo nr 66 del 2017 riguardante l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, che all’art.3 recita testualmente : “lo Stato, le Regioni, gli Enti locali, nel rispetto della normativa vigente, perseguono l’obiettivo di garantire le prestazioni per l’integrazione scolastica”.
La non applicazione delle norme giuridiche, non può avere pesi e misure diversi,va punita perché è reato!
Inaccettabile, impensabile, inammissibile, in una società che voglia definirsi “civile” e calata in un contesto “Europeo”.
E così l’Italia fa parte dei Paesi europei, senza tenere conto dei diritti dei propri FIGLI DISABILI, in che modo verrebbe istituito il tavolo tecnico europeo, e chi affronta queste tematiche inerenti alla fascia degli handicappati a dispetto delle leggi promulgate?
Perché mai, si fanno le leggi e non si applicano?
Quale sarebbe lo scopo, rendere il popolo dei disabili ignorante, limitando il suo diritto allo studio?
In Europa si discute di Economia, ma si prendono in considerazione i calcoli restrittivi per gli handicappati?
Come si può attuare tutto questo, con Province in banca rotta che forniscono assistenti alla disabilità, per una manciata di ore a settimane, o ancora, se il MIUR e per esso i CSA, non inviano personale di sostegno a sufficienza ? Ci sono casi scoperti e addirittura quelli più gravi, con deroga totale, hanno effettivamente una deroga parziale.
In buona sostanza ad un Cieco gli si dice: “ TROVA LA STRADA,IL SORDOMUTO, TI DARÀ UNA MANO…!”.
L’Europa sta all’Italia, tanto quanto le Regioni non stanno nella stessa Nazione!Il problema è nazionale, forse non ve ne rendete conto!
Cos’altro bisogna fare Presidente Michele Emiliabo, per darVI la possibilità di rivedere le linee guida adeguandole alle leggi Europee?
Noi un’idea ce l’avremmo, a breve anche una data.
Sempre volendola ringraziare di persona e non tramite comunicati stampa, in fede
Rita Dell’Erba
Delegata Responsabile Ufficio Politiche della Disabilità UGL Provincia di Brindisi“
In attesa della risposta del Presidente Emiliano
Potete seguire FreedomPress su Facebook cliccando QUI e mettendo Mi piace