Sant’Antimo (Ce) – Proprio nel giorno della memoria per la vittima delle mafie, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno sventato un piano letale ai danni di un collega che indagava sul clan Puca.
Ad accertarlo i magistrati della Dda di Napoli, nel corso di una lunga indagine, che diverse ore fa ha consentito di arrestare otto persone tra capi ed elementi di spicco del clan Puca di Sant’Antimo. Otto in tutto le ordinanze di custodia in carcere per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsioni, armi e droga.
Sequestri. Due mitragliatrici “Uzi” e una mitragliatrice da guerra M12, sette pistole semiautomatiche e munizioni: è questo il resoconto dei sequestri avvenuti durante il blitz di questa mattina. L’inchiesta ha consentito di scandagliare il grado di infiltrazione del clan nella provincia di Caserta e nella zona di Napoli Nord.
«Dalle indagini è emerso un livello di pericolosità molto elevato del clan testimoniato da un lato da una disponibilità enorme di armi da fuoco e dall’altro anche dalla ideazione di un vero e progetto omicidiario nei confronti di uno degli operatori impegnati nelle investigazioni»: così il colonnello Rino Coppola, comandante del gruppo di Castello di Cisterna, ha commentato. «La finalità era quella ovviamente di allentare la pressione investigativa esercitata sul clan e sui componenti ed evitare che potessero essere concluse le investigazioni. Il personale ha operato in una situazione di rischio ed è riuscito a portare a compimento l’indagine nel miglior modo possibile», ha poi concluso.