Appello inviato agli indirizzi della Presidenza del Consiglio:
Pregiatissimo Presidente,
Sono un giovane ragazzo della Provincia di Roma, appassionato di politica ed esuberante, intraprendente risolutore.
Il mondo sta andando verso una deriva alla quale quella dei continenti gli fa un baffo!
Non mi soffermo sui problemi interni, che tanto non saranno mai oggetto di legislazione né rientrano nei pensieri di voi che governate, ma sul panorama geopolitico, ove attualmente siamo giunti da una situazione di stallo ad uno status quo di fermentazione, un autunno mondiale cupo e spaventoso.
In questo frangente, l’Italia deve e può fornire aiuto sostanziale. Perché non propone un Summit internazionale a Roma, portando anche bambini che possano far sciogliere un po’ il cuore di chi tra i capi di Stato ancora lo possiede.
Vogliamo tutti un mondo di pace.
“Si vis Pacem, para Bellum”. Sono decenni però che l’uomo è in guerra con la sua stessa ipocrita malvagità.
Non vi siete tutti un po’ stancati, anche solo leggermente?
Aspetti, Presidente. So già la sua risposta. “È difficile regolamentare e risolvere i delicatissimi equilibri”. Ma caro Presidente, quelli con cui dovrebbe intraprendere un dialogo pacifico e razionale, non sono alieni di un altro pianeta, sono altri esseri umani. Il non provare perpetuo a dialogare e a cercare di essere un mediatore è il nostro fallimento.
Glielo sto chiedendo da essere umano, ci provi!
Non solo perché io lo farei se mi trovassi al suo posto, ma perché nessuno lo ha mai fatto e non è stato all’ambiziosa altezza di farlo!
Penso che lei come uomo e come rappresentante del popolo italiano voglia produrre qualche atto riformante. La sua cultura può aiutarla ad aiutare e a capire quale miglior strada del dialogo è possibile intraprendere. Tutti insieme.
Lo faccia per l’Italia, per i milioni di bambini, per i migranti, per noi giovani, lo faccia per me ma soprattutto per Lei, Presidente.
Siamo un grande Paese fatto da grandi uomini. Un Dio importante ci ha donato tutto. Non è arrivato il momento di ripagare, di ricontraccambiare il regalo fattoci?
La Prego, Presidente, glielo chiede l’Italia delle partite Iva, delle serrande aperte alle 6 tutti i giorni, degli infermieri sottopagati e alienati, delle forze dell’Ordine, degli studenti, degli infanti, dei genitori, del sacrificio di tanti affinché potesse esistere come Stato. Vale molto di più di quando una cosa “la chiede l’Europa”, perché glielo chiedono esseri umani, suoi colleghi cittadini, in quanto anche Lei ha lo status di cittadino italiano.
Basta farci del male!
In fondo, Le voglio bene Presidente, ha assunto la sua funzione in maniera non dispiacevole. Faccia vedere al mondo chi siamo, quanto valiamo. I migliori in tutti i campi, invidia di tutti sul pianeta, sono italiani! Anche per loro lo faccia, Presidente.
W L’ITALIA
Cordialmente
Daniel Prosperi
Un italiano, un cittadino qualunque del mondo