di Raffaele Menniti
La preparazione estiva è il momento fondamentale della stagione. Squadre, dirigenze e allenatori, lavorano duramente per preparare la competizione  alle porte. I primi, sudano sul campo, studiando, provando e riprovando gli schemi che l’allenatore propone. I secondi lavorano negli uffici, cercando di preparare nei minimi particolari il campionato e cercando di arricchire la rosa con nuovi talenti capaci di far salire il livello generale della rosa.
Il compito degli allenatori, però, è il più duro. Tra nuovi arrivi e vecchie conoscenze, in questo periodo, devono riuscire a lasciare qualcosa di importante impresso nella mente dei giocatori. Il lavoro del coach è duplice: lavorare sul campo e sulla lavagna tattica studiando nuovi modi per creare armonia e leggiadria tecnica e tattica nei giocatori. A causa, però, dei tornei nazionali estivi, molte rose sono decimate e questo momento di preparazione viene bistrattato e preso poco in considerazione.
Si provano molti schemi, si impara a stare in campo come il mister chiede, insomma il precampionato diviene la fucina dei movimenti e posizioni per i calciatori. Molti scelgono le montagne, per il clima e la tranquillità dei luoghi, nei quali i giocatori, lontani dal mondo, si immergono totalmente nella dimensione calcistica.