domenica, 24 Novembre 2024

Polizze e RaggiGate. Di Maio: “Voglio le scuse dell’ordine dei giornalisti”. Il Presidente del CNOG Iacopino risponde

Roma – Ma davvero la Raggi aveva intascato soldi dalla Polizza che Salvatore Romeo ex capo della segreteria le aveva intestato a sua insaputa? Eppure molti giornali avrebbero fatto intendere questo e molto altro parlando del mondo del “Raggio Magico”. Le presunte ricostruzioni fantasiose avrebbero fatto infuriare l’On. Luigi Di Maio che pubblicamente ha chiesto l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti riguardo agli articoli che secondo lui hanno diffamato senza documenti l’onorabilità e l’onestà del Sindaco Raggi .

DI MAIO CHIEDE INTERVENTO DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI

Luigi Di Maio, deputato 5 Stelle e vicepresidente della Camera, a “L’aria che tira” su La7 chiede l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti e in particolare del suo Presidente Iacopino sul caso Raggi e Polizze: “Io, come M5S, però voglio le scuse dell’Ordine nazionale dei giornalisti per la campagna diffamatoria sulle polizze e Virginia Raggi. Chiedo a Iacopino le sue scuse”.

Noipoi ha proseguito Di Maio  – non dobbiamo sentirci in colpa di niente perché non abbiamo rubato un euro a nessuno. Certo – ha ammesso – gli errori si fanno ma respingo una visione catastrofica della Giunta di Roma”. E poi Di Maio ha aggiunto: “Ingenuità della Raggi? Io non lo so, so che è una donna molto decisa. E comunque quando lavori fianco a fianco per anni con qualcuno, devi fare una scelta: ti fidi o non ti fidi. I miei collaboratori, ad esempio, non sono del Movimento ma se commettono una sciocchezza ne rispondo io”.

LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DEL CNOG, ENZO IACOPINO 

Immediata la risposta del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti all’On. Di Maio
“L’on. Luigi Di Maio sollecita, chiamandomi direttamente in causa, delle scuse in relazione a quanto riportato da alcuni nell’ambito della vicenda delle polizze assicurative. L’on Di Maio sa che non amo sottrarmi alle responsabilità e la stessa sindaca Virginia Raggi ne è consapevole tanto che ritenne di dovermi pubblicamente ringraziare quando qualcuno ipotizzò un suo ruolo tra i supporter del leader di un altro movimento politico.
Personalmente credo che su questa vicenda, quanto meno in relazione alle polizze, i giornalisti e la magistratura dovrebbero, separatamente è auspicabile, fare una riflessione. Non ho difficoltà ad ammettere che ho letto cronache, ricche di particolari e interpretazioni, che nulla hanno a che vedere con la verità documentale che era già a disposizione della magistratura.
Ma sono da sempre e resto contrario alle generalizzazioni e ai processi sommari,  sia se si tratta di politici sia  se riguardano i giornalisti. Le considero nemiche della verità. Colpevolizzare una intera categoria, come fa il vicepresidente della Camera, significa offendere migliaia di colleghi che ogni giorno lavorano per informare correttamente i cittadini.
Per questo motivo invito l’on. Di Maio a segnalare i casi di comportamenti a suo avviso deontologicamente scorretti, tenuti eventualmente da singoli colleghi nel riportare i fatti sopra citati.
L’Ordine dei giornalisti, come è sempre avvenuto, invierà ai Consigli territoriali di disciplina competenti, senza alcuna omissione, le segnalazioni che gli saranno recapitate. E senza sconti: c’è bisogno di verità piena, senza effetti speciali”.

ANCHE LA RAGGI ADIRA’ PER VIE LEGALI CONTRO PRESUNTI ARTICOLI DIFFAMATORI

Il Sindaco Raggi aveva pubblicamente spiegato che il 2 febbraio 2017 aveva affrontato un interrogatorio di 8 ore:Lungo ma cordiale, durante il quale ho fornito ai PPMM tutte le informazioni che mi hanno richiesto. Mi sono messa a disposizione dei Magistrati e sono serena perché ho chiarito la mia posizione sulla vicenda. Ad evitare qualsiasi strumentalizzazione sulla questione che mi coinvolge non intendo né posso, allo stato, riferire altro: unici deputati a parlare della vicenda per mio conto sono gli Avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo. Nessun altro. Per quanto riguarda le polizze assicurative ho spiegato ai magistrati che non ne sapevo nulla, né potevo saperlo visto che si tratta di polizze da investimento che non presuppongono la firma del beneficiario e soprattutto secondo la stessa procura “non costituirebbero fatto penalmente rilevante in quanto non emergerebbe un’utilità corruttiva.”

 

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