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di Cinzia Marchegiani
Il plasma immune, terapia a base di anticorpi ottenuti dai malati convalescenti entra assieme a tante altre opzioni medicinali nello studio nazionale comparativo lanciato dalle istituzioni sanitarie.
In data 7 maggio 2020, l’AIFA rende noto che insieme all’ISS (Istituto Superiore di Sanità) sono impegnati nello sviluppo di uno studio nazionale comparativo (randomizzato) e controllato per valutare l’efficacia e il ruolo del plasma ottenuto da pazienti guariti da Covid-19 con metodica unica e standardizzata. Il plasma dei soggetti guariti viene impiegato per trattare, nell’ambito di questo studio prospettico, malati affetti da forme severe di COVID-19.
COMUNICATO STAMPA AIFA ISS N. 597
“Allo studio partecipano diversi centri, a cominciare da quelli che sin dall’inizio di marzo (ASST Mantova e Policlinico Pavia? NdR) ne stanno già valutando a livello locale l’efficacia. Questo progetto consentirà di ottenere evidenze scientifiche solide sul ruolo che può giocare l’infusione di anticorpi in grado di bloccare l’effetto del virus e che sono presenti nel plasma di soggetti guariti dall’infezione da nuovo Coronavirus.”
IN ITALIA, IN DATA 29 APRILE ASST MANTOVA E POLICLINICO PAVIA RENDEVANO NOTO LA CONCLUSIONE DEL PRIMO STUDIO SULL’UTILIZZO DEL DEL PLASMA CONVALESCENTE
PLASMATERAPIA, ISS 6 MAGGIO 2020 PUBBLICA APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO BIBLIOGRAFICO DELLE PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI SU COVID-19
A cura del Gruppo di lavoro ISS
“Lo schema della terapia si basa su anticorpi presenti del sangue di soggetti convalescenti da COVID-19. Un individuo che è malato di COVID-19 e guarisce è sottoposto a prelievo di sangue e a screening per gli anticorpi anti-virus. Dopo l’identificazione dei soggetti con alti titoli di anticorpi neutralizzanti il virus, il siero/plasma contenente questi anticorpi può essere somministrato in pazienti con quadro clinico grave (trials clinico, uso compassionevole), nell’attuale quadro autorizzativo. Oppure, il sangue è studiato per l’identificazione di anticorpi che, successivamente alla loro clonazione e test di efficacia e di sicurezza, possono essere ritenuti idonei alla produzione su larga scala come bio-farmaci antivirali.
La plasma/siero-terapia ha una storia consolidata di efficacia nella terapia di malattie virali, quali Ebola e Sars ed attualmente in Italia è sotto sperimentazione clinica, sotto la vigilanza del Centro Nazionale Sangue.”
IN USA SPERIMENTAZIONE E AUTORIZZAZIONE DA PARTE DELLA FDA I PRIMI DI APRILE 2020. In America invece la FDA già i primi di aprile aveva dato l’autorizzazione allo studio clinico alla Johns Hopkins Hospital, qui in Italia abbiamo avuto precursori lungimiranti di questa tecnica che concretamente ha salvato vite umane in piena emergenza laddove spesso per molti non c’erano più altre scelte terapeutiche.
ARTURO CASADEVALL, citato n basso della slide dell’ISS è l’esperto di malattie infettive della Johns Hopkins che negli USA ha proposto l’uso del plasma convalescente per il trattamento di pazienti con COVID-19 in condizioni critiche e per rafforzare il sistema immunitario degli operatori sanitari e dei primi soccorritori. Ha riunito un team di medici e scienziati provenienti da tutti gli Stati Uniti per creare una rete di ospedali e banche del sangue in grado di raccogliere, isolare ed elaborare il plasma sanguigno dai sopravvissuti di COVID-19. La Johns Hopkins Hospital. Qui sotto l’approfondimento da parte di FreedomPress.it
Il Plasma immune irrompe con le sue potenzialità in ogni azienda ospedaliera ora da nord a sud grazie ai precursori della ASST Mantovana e il Policlinico San Matteo di Pavia. I malati covid-19 devono essere presi in carico ora e non tra due anni.
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