La parata della festa della Repubblica in Italia negli ultimi anni è vissuta con forte malcontento dalla maggioranza degli Italiani. Assuefatti e delusi dal proprio governo, dimostratosi troppo spesso lontano dalle esigenze e priorità dei propri cittadini, così in un momento di epocale crisi la parata ai Fori imperiali per molti è motivo di sperpero di ulteriore denaro pubblico che non c’è più.
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, così recita la Costituzione. Il lavoro rappresenta il fulcro di crescita di ogni nazione, la leva per dare dignità, ricchezza, giustizia sociale, sviluppo economico ma anche di cultura, libertà di azione e benessere. Soffocati dalle logiche dell’Unione Europea, questa patria è vissuta come una lenta agonia, una prigione. E’ stato spezzato il fiato a coloro che avevano un sogno, quello di un Paese migliore, dove i diritti fossero espressione della Repubblica, la stessa che oggi sfarzosamente ha ancora rinnovato con tutte le più alte cariche il giuramento alla Costituzione che a settembre si vuole cambiare.
EROI SILENZIOSI, ECCO CHI SFILA ALLA PARATA
Questa festa contestata ormai da molti italiani, per molti invece diventa un momento di grande trasporto, motivo di immenso onore poter sfilare al centro di Roma con una uniforme che rappresenta la propria vita, gli infiniti sacrifici e una battaglia che ogni giorno diventa costantemente una montagna altissima da scalare. L’uniforme è la vita spesa per la propria patria, anche quando al ritorno dai paesi in conflitto, hanno dovuto combattere contro mutilazioni, malattie regalo amaro dell’uranio impoverito o dalle eccessive vaccinazioni che i soldati hanno subito spesso con risultati invasivi e devastanti.
Onore, privilegio, orgoglio…sono queste le emozioni del Colonello Carlo Calcagni, vittima dell’Uranio impoverito, che oggi ha sfilato a Roma con il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa (GSPD nato il 9 luglio 2014) assieme a tutte le Forze Armate italiane. Lo stesso GSPD è da poco tornato dagli States rappresentando l’Italia agli Invictus Games, giochi internazionali in Florida ad Orlando dedicati ai militari con disabilità permanenti per cause di servizio. Il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa forte testimonianza di un impegno fondato sulla disciplina, il sacrificio e il rispetto reciproco, al ritorno dalla Florida, con l’astag che ha dominato sempre il loro credo #IoNonMiArrendo ha mostrato la profonda soddisfazione e fierezza delle sei medaglie d’oro e quattro di bronzo conquistati. Carlo Calcagni ha regalato una delle sue medaglie d’oro al Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, già Medaglia d’Oro al Valor Militare in occasione della cerimonia svoltasi a Roma.
INVICTUS GAMES
MOTIVAZIONI CHE FANNO VIBRARE
Il Colonello Calcagni ha dovuto superare imprese ironicamente più grandi di un conflitto di guerra. Nel 1996 partecipava alla missione internazionale di pace durante la guerra in Bosnia. Lui, l’unico pilota al servizio MEDEVAC, era addetto al delicato recupero dei feriti e dei morti devastati dalle armi e dalle orribili mine antiuomo. Quella missione segnò il suo destino, quello di un uomo incapace di arrendersi nonostante una malattia gravissima lo avesse colpito. Lui assieme a molti dei suoi colleghi entreranno a far parte dei malati da Sindrome dei Balcani. In regalo non solo un’invalidità al 100% e una malattia multisistemica: “Encefalopatia demielizzante autoimmune evolutiva con sindrome atassica, Parkinsonismo, polineuropatia sensitivo automica e deficit multiorgano da esposizione a metalli pesanti” ma anche la necessità di farsi riconoscere la causa di servizio per la stessa malattia scatenata dalle polveri con cui è entrato in contatto e respirate frutto della contaminazione dei bombardamenti degli alleati americani. La Commissione Medica Militare ha riconosciuto che il Colonello Calcagni è stato verosimilmente esposto a Uranio Impoverito.
NON SOLO IL COLONELLO CALCAGNI
Oggi Calcagni insieme a tutto il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa era a Roma, ognuno di loro una storia importante, e per loro un prestigio essere lì tutti assieme, dimostrando che le ferite e le immani difficoltà rendono incredibilmente autentici i loro gesti, la loro forza che diventa un monito imprescindibile per tutti noi.
Oggi questa Repubblica deve imparare da queste persone di levatura incredibile, perché si può rinascere mille volte, indubbiamente con un sacrificio grandissimo, però si può e si deve. Ad ognuno di loro dedicheremo lo spazio adeguato, affinché la memoria non sia vissuta solo sui libri di scuola.
Freedom Press ha voluto dedicare questa giornata della Festa della Repubblica a coloro che senza grandi pubblicità insegnano lezioni di vera bellezza e coraggio, gemme preziose che devono guidarci ad ottenere un paese migliore, perché si deve lottare anche quando tutto sembra ormai perso.
di Cinzia Marchegiani