giovedì, 21 Novembre 2024

Ottaviano, l’appello disperato di Diego: “Mia figlia portata in Russia dalla madre, non la vedo da mesi”

di Christian Montagna

Napoli – Dal piccolo comune di Ottaviano, alle porte di Napoli, giunge presso la nostra redazione la richiesta di aiuto di un giovane papà che improvvisamente si vede sottrarre e portar via la figlia dalla madre dopo il divorzio avvenuto tra i due.

La storia. Diego Piscitelli sposa nel 2010 la donna di origine russa e madre della piccola con rito civile presso il Comune di Ottaviano. Tra i due presto si interrompe l’unione matrimoniale ma nell’ interesse e nella salvaguardia della piccola si evita di procedere legalmente instaurando un rapporto il più sereno possibile.

Lo scorso 30 Ottobre 2016, il triste epilogo: la bimba comunica al papà di dover saltare gli allenamenti sportivi poiché impegnata in una visita a Napoli con la mamma. Nulla di tutto ciò però accade realmente. Il 1 novembre, Diego riceve un ulteriore messaggio dalla figlia che lo informa di essere in Russia, precisamente a Mosca, con la mamma. Il rapporto con la moglie diventa da allora sempre più complicato e ostile soprattutto dopo che quest’ultima gli comunica l’intenzione di voler rimanere definitivamente in Russia con la bambina. Il 2 Novembre, Diego si reca presso una caserma di Carabinieri e formalizza un esposto.

Da quel momento non riceve alcuna notizia della bambina. Procede perciò legalmente con una denuncia alla donna presso la Procura di Nola per “sottrazione internazionale di minore”, secondo quanto si legge nell’esposto indirizzato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e pervenuto presso la nostra redazione.

Del caso, se ne occupa anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, realizzando un servizio in cui lo stesso Diego denuncia e racconta quanto appena detto.

PUNTATA CHI L’HA VISTO APPELLO DEL PAPÀ DI LISA…”LISA NON SI SAREBBE MAI STACCATA DA ME”

L’appello del papà. Con queste parole, Diego e la sua famiglia chiedono aiuto alle istituzioni affinché si velocizzino le procedure.

”In questi cinque mesi ho avuto sporadici contatti con mia figlia e questo è stato ancora  più frustrante e doloroso. Mia moglie ha consentito che la bimba si mettesse in contatto qualche volta, sbloccando il contatto Whats App e quello Skype, solo per chiedere che fossero ritirate le denunce o che consegnassi i pochi vestiti ed effetti personali ancora in mio possesso alla nonna che li avrebbe spediti in Russia. Dalla piccola ho anche saputo che lì deve farsi chiamare col cognome della madre nel preciso intento di cancellarne la sua precedente identità. Questo è uno degli aspetti più dolorosi: la nonna è stata complice di questo vero e proprio rapimento, è stata vista da un testimone e ci sono delle registrazioni video al riguardo e ancora fiancheggia la figlia nel sopruso verso la piccola Lisa e di me spedendole ciò che aveva lasciato dietro sino in Russia. Lei stessa ha confidato recentemente ai suoi vicini che Lisa non si è integrata per nulla in Russia ed è in disagio per la lingua e la mancanza dei suoi affetti e dei suoi amichetti.  D’altronde quelle rare volte in cui ho sentito la mia piccola, sebbene controllata da qualcuno alle sue spalle, ha sempre espresso tutto il suo amore per me e la sua famiglia e il desiderio di ritornare in Italia, manifestando tutta la sua tristezza per la situazione in cui la madre l’ha posta. Lisa ha dei grandi occhi scuri che brillavano di gioia e vivacità, quegli occhi li ho visti velati di tristezza e rassegnazione. Questo mi chiedo: possibile che, oltre al reato commesso di sottrazione internazionale di minore, le autorità non si prendano carico di una situazione che il tempo non migliora, ma anzi sta facendo peggiorare? Possibile che una bimba debba vivere nel disagio e nella tristezza per la lentezza della burocrazia? Le denunce sono state tempestive e ben coordinate dall’avvocato e dall’ “Associazione Penelope” che mi supporta, ma giacciono, nella migliore delle ipotesi, sulla scrivania di un ufficio in mezzo a tante altre pratiche. Che cosa posso fare per sbloccare questa situazione? A chi ancora appellarmi affinché qualcuno si attivi e vada a cercare mia figlia in Russia? La Procura di Nola ha un’integrazione di denuncia con un possibile ultimo indirizzo di dove potrebbe essere mia figlia, è così complicato accertarsi di dove sia? Sono stato costretto a portare il mio dolore in pubblico per chiedere supporto all’ opinione pubblica e ai media pur di smuovere qualcosa; abbiamo creato una pagina Facebook di supporto e un hashtag per convogliare tutte le attività mediatiche; in privato ricevo tanti messaggi di padri che si trovano a vivere nel medesimo disagio e nemmeno sanno che iniziative prendere, anche perché, nemmeno gli organi di polizia a volte sanno dare le giuste indicazioni, purtroppo. La Russia appare un paese lontano, inaccessibile, ma è bene sottolineare che l’iniziativa per la ratificazione del Concordato dell’Aja per la Tutela dei minori, da farsi nei confronti di ogni singolo paese, è partita proprio dalla Russia, ed è l’Italia che ancora deve aderire a tale richiesta nel solito ritardo che contraddistingue le nostre Istituzioni. Tanti sono i casi in cui i bimbi sono tornati da questo paese per essere reintegrati nelle situazioni in cui vivevano e in cui erano sereni, ma occorre che non passi troppo tempo, che non ci sia un secondo “sradicamento”.  Il mio appello è questo, dal primo momento: l’Intervento efficace del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’ Interpool e del Consolato Italiano in Russia affinché ritrovi mia figlia Lisa, cittadina italiana, sottratta senza autorizzazione e trattenuta in situazione di disagio in terra russa e la riporti qui dove è nata ed è sempre stata felice.”

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