Londra – Helene Joanne Cox era una donna armata di luce e speranza per realizzare una Europa migliore. Assassinata brutalmente in pieno giorno per mano di un folle a pochi giorni dal referendum inglese in agenda il prossimo 23 giugno 2016, il suo omicidio ha cambiato le sorti di questa Europa o almeno nuove strategie sono state innescate. Il referendum decreterà non solo le sorti della Gran Bretagna ma dell’interna esistenza dell’Unione Europea. Il suo rimane un omicidio talmente agghiacciante che ha scosso non solo l’Inghilterra ma tutta l’Europa.
Il caso “Cox” sta restituendo un’immagine di un’attivista dura, senza paura contro gli abusi di potere e i crimini contro i bambini. Emergono le sue impavide azioni politiche nazionali e internazionali dettate dalla sua forza e tenacia nel denunciare pubblicamente le lobby delle armi del proprio Paese, ma non solo!
Gli ultimi post di Helene Joanne Cox risalgono a martedì 14 giugno:
Alle 16.25 aveva pubblicato un video del partito laburista a supporto del fronte del Remain. Tutti siamo stati informati che Cox era una convinta sostenitrice di tale fronte che, perdente fino a ieri, sta avanzando trionfalmente in seguito alla sua uccisione.
Ma due ore prima, alle 14.39, Jo Cox aveva pubblicato un altro post, un vero e proprio atto di accusa contro lo stesso governo britannico, contro le lobby delle armi, contro questa Europa poco amata dalla stragrande popolazione europea. Di tale attività abbiamo saputo ben poco. Il post sta qui oppure qui.
Jo Fox si era spesa molto contro il fronte Brexit ma sognava un’ Europa diversa, l’Europa dei popoli come tutti noi la vorremmo. Non si rallegrava certamente per questa Europa che noi conosciamo, l’Europa delle lobby che alimentano e fomentano guerre e distruzioni.
Nel solo 2015 l’Inghilterra, e l’Italia non è da meno, ha venduto all’Arabia Saudita armi per 6 miliardi di sterline. Lo denuncia la stessa Cox: “And finally, the government should immediately suspend arm sales to any party that risks using them in violation of international law. The UK is one of the largest suppliers of arms to Saudi Arabia with sales reaching £6 billion last year”.
Non aveva peli sulla lingua a denunciare che, alla luce di ciò, la posizione del governo fosse indifendibile: “In light of this, the government’s position is indefensible and they must act with urgency to deliver on three asks”. Non esitava ad ammonire il governo perché sospendesse immediatamente le vendite a tutti coloro che potessero usarle in violazione del diritto internazionale.
LO SPESSORE DELLE SUE DENUNCE
Dal suo ultimo post si deduce il suo impegno e lo spessore delle sue denunce. Veniamo a conoscenza che, la settimana precedente, il report annuale del segretario generale delle Nazioni Unite, su bambini e conflitti armati, aveva messo la coalizione guidata dall’Arabia Saudita nella list of shame (lista della vergogna) per l’uccisione e la mutilazione di bambini. L’Arabia alla stregua del Sud Sudan, della Siria, dell’ Isis, dell’organizzazione terroristica jihadista sunnita Boko Haram, diffusa nel nord della Nigeria, degli Houthi, gruppo armato sciita zaydita dello Yemen.
IL CASO DELL’ARABIA SAUDITA NELLA BLACKLIST
Inaspettatamente e con mossa sconvolgente, a seguito di pesanti pressioni dei sauditi e dei loro alleati, la notte del lunedì 6 giugno 2016 il segretario generale aveva rimosso la coalizione guidata dall’Arabia Saudita dalla lista della vergogna. La Cox, contro il suo stesso governo, non ci pensò due volte a denunciare tale azione poiché rappresentava un pericoloso e dannoso precedente, indeboliva la credibilità del report e uno dei pochi concreti meccanismi internazionali per controllare gli abusi sui bambini durante una guerra, ignorava l’ormai schiacciante prova di violazioni del diritto internazionale umanitario in Yemen, alcune delle quali potrebbero costituire crimini di guerra. (1)
Queste le sue parole:
“In 2015 the UN attributed 60 per cent of child casualties and 48 per cent of attacks on schools and hospitals to Saudi-led coalition airstrikes. And last week the UN secretary-general’s annual report on Children and Armed Conflict for the first time put the coalition on the “list of shame” for the killing and maiming of children. They joined other state armed forces and non-state armed groups known for their appalling record of grave violations against children, including the South Sudanese and Syrian governments as well as Isis and Boko Haram. The Houthis were also listed, as they have been for the past several years”.
Ora quell’Europa che Cox non voleva sembra salva. Piazza Affari, arrestando la china, venerdì ha guadagnato il 3,49%.
E le industrie belliche? I dati registrano che da noi, dopo 3 mesi di continue perdite, dopo aver toccato il suo punto più basso proprio martedì 14 giugno, il titolo di Finmeccanica, che ha come maggior azionista il Ministero Italiano Economia e Finanze, ha guadagnato il 2,58%.
Jo Cox è stata eliminata ma la sua battaglia e le sue forti denunce non possono essere sottaciute. Ora il suo omicidio rivela molto altro, quello che forse era rimasto confinato nella sua amata Gran Bretagna. La sua purezza e la sua guerra pacifica contro il business e le lobby vivranno e cammineranno anche senza di lei.
di Felice Massaro
(1) http://www.thetimes.co.uk/redbox/topic/tory-policies/government-must-help-put-saudi-back-on-list-of-shame-for-crimes-against-children