di Ci.Ma
L’Arpa Lombardia, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia il 2 luglio 2024 ha reso pubblici i dati raccolti dalla campagna SWE (acronimo, stima del contenuto idrico della neve) ottenuti sui ghiacciai lombardi da poco conclusa realizzata grazie alla collaborazione di Arpa Lombardia con ENEL Green Power:
“Se si considerano gli ultimi dieci anni, si può confermare che l’ultima stagione è stata caratterizzata da un innevamento nella media durante l’inverno e nettamente superiore nei mesi primaverili su tutte le montagne lombarde. Se poi si confrontano in particolare i dati raccolti dalla campagna SWE sui principali apparati glaciali, condotta dal Centro Nivometeorologico di Arpa Lombardia a partire dal 2016, si può osservare come lo SWE della stagione 2023-2024 risulti notevolmente superiore alla media.“
CONCLUSIONI ARPA LOMBARDIA: “Ciò rende la stagione appena trascorsa una delle migliori dell’ultimo decennio”.
Valori compresi tra 40 e 20 metri di neve cumulata sui bacini glaciali lombardi, equivalenti a 4201 e 1975 kg/m² di riserva idrica del manto nevoso (Snow Water Equivalent- SWE).“
Sono questi i dati complessivamente raccolti tra maggio e giugno, periodo di massimo accumulo della neve.
A che cosa serve lo SWE – La stima del contenuto idrico della neve (SWE) su scala regionale consente di valutare la quantità totale di equivalente in acqua immagazzinata nella neve e la sua distribuzione spaziale.
Questo parametro ha grande importanza nel bilancio idrologico, in quanto rappresenta una riserva idrica che ha capacità di rilascio graduale ed è al tempo stesso un fattore da monitorare nella catena di controllo e di allertamento idrogeologico. Il calcolo del SWE si basa sulla valutazione dell’estensione della copertura nevosa e sulla misurazione dell’altezza e della densità del manto nevoso.
A chi serve – La corretta stima della riserva idrica disponibile interessa due principali stakeholders: gli operatori energetici e gli enti governativi che ne devono sorvegliare la corretta gestione. Arpa Lombardia emette settimanalmente il Bollettino Riserve Idriche, consultabile sul sito dell’Agenzia.
Stagione in cui si misura – Il periodo ideale per l’esecuzione di queste misure è quello tardo primaverile (metà maggio-metà giugno), ovvero il periodo dell’anno in cui di norma si verifica il massimo accumulo nivale. La stagione invernale e primaverile 2023-2024 ha registrato accumuli relativamente abbondanti se paragonati alle stagioni precedenti, con i mesi di maggio e giugno caratterizzati da frequenti precipitazioni che hanno provveduto a incrementare significativamente lo spessore del manto nevoso sui ghiacciai lombardi.
Dove sono stati fatti i campionamenti e valori più alti – I campionamenti sono stati svolti alle quote comprese tra i 2.877 metri sulla Vedretta di Savoretta ed i 3.645 del Ghiacciaio di Fellaria Orientale. Questi completano ed integrano i dati raccolti in continuo attraverso la rete capillare di stazioni nivometeorologiche automatiche presenti sul territorio montano lombardo collocate a quote inferiori. Sono stati eseguiti complessivamente 55 carotaggi e decine di misure dell’altezza del manto nivale su:
- ghiacciai del Vioz e Dosegù nel Sottogruppo Cevedale-San Matteo;
- ghiacciaio dei Vitelli nel Sottogruppo Ortles-Cristallo;
- ghiacciai dell’Adamello e del Pisgana nel Gruppo dell’Adamello;
- ghiacciai di Fellaria Orientale e dello Scalino nel Gruppo del Bernina.
- ghiacciai di Alpe Sud e di Savoretta nel Gruppo Sobretta-Gavia.
Rispetto agli anni precedenti non sono state effettuate le misure sul Fellaria Occidentale, ma sono stati campionati per la prima volta il ghiacciaio dello Scalino e di Savoretta.
I valori massimi di innevamento sono stati misurati nella zona del Bernina, con 40 m di neve cumulata.
Tali spessori risultano essere i massimi misurati nell’ultimo decennio (10 metri nel 2016 -anno con il minor innevamento, e 17 metri nel 2023).
L’altro settore con innevamento cospicuo è il bacino dell’Oglio, ove sui ghiacciai di Adamello e Pisgana sono stati misurati valori totali di neve cumulata tra 26 e 29 metri.
Anche per questa zona le misure 2024 risultano essere superiori alla media di 10 metri circa.
Il settore lombardo con meno innevamento cumulato è l’Alta Valtellina, ove sui ghiacciai di Dosegù e Vioz sono stati misurati 20 metri di neve cumulata.
La differenza di innevamento tra i vari settori presi in esame è dovuta principalmente alla combinazione di due fattori: quota (limite delle nevicate) e conformazione geografica delle vallate rispetto ai flussi perturbati.
ARPA LOMBARDIA, CONCLUSIONI: “L’INVERNO 2024 È STATA UN’OTTIMA STAGIONE CHE VEDE INCREMENTATO L’INNEVAMENTO SU TUTTI I SETTORI ALPINI E PREALPINI LOMBARDI”
l’ARPA LOMBARDIA: “L’inverno 2024 è stata un’ottima stagione, caratterizzata da numerosi eventi che soprattutto in primavera hanno incrementato l’innevamento su tutti i settori alpini e prealpini lombardi. Le caratteristiche fisico-meccaniche della neve sono ottime, con manto nevoso denso e compatto in grado di ‘resistere’ ai primi caldi estivi, accorciando in maniera significativa la stagione di fusione glaciale.”
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