Firenze – Chi salva una vita salva il mondo. Chi salva un bambino è un angelo. Il Meyer di Firenze ci racconta di un caso gravissimo che l’ospedale ha dovuto affrontare. Un piccolo bambino di appena due anni era arrivato con l’elisoccorso in coma e ha rischiato di morire per annegamento. Questo bimbo è stato salvato dai medici dell’ospedale grazie all’Ecmo e nei prossimi giorni si prepara a tornare a casa.
L’Ecmo. Quando è arrivato al Meyer, il bambino è stato immediatamente portato in Rianimazione: fin da subito le sue condizioni sono apparse gravi. In seguito ad un ulteriore peggioramento del quadro respiratorio e nessuna risposta alle terapie massimali, i medici della Rianimazione hanno immediatamente attivato il team di specialisti (rianimatore, chirurgo neonatale, cardiochirurgo e cardiologo) che ha reso possibile l’impianto del trattamento extracorporeo.
Grazie a questa procedura, le funzioni dei polmoni sono state temporaneamente affidate a una macchina esterna che, con una pompa, preleva il sangue dal paziente e lo immette in un polmone artificiale, che, proprio come un polmone vero, ossigena il sangue e ne rimuove l’anidride carbonica. Una volta ossigenato, il sangue viene reimmesso in circolo nell’organismo. In particolare, al piccolo umbro, è stato praticato l’Ecmo veno-venoso, che, dopo aver prelevato il sangue dal circolo venoso, lo reintroduce “ripulito” nello stesso circolo.
Grazie alla professionalità ed una stretta collaborazione dei professionisti coinvolti, dopo circa tre settimane il supporto extracorporeo è stato sospeso e lentamente il piccolo risvegliato dal coma farmacologico e staccato dalla ventilazione meccanica.
Le parole della dottoressa Manuela L’Erario, responsabile di Anestesia e Rianimazione del Meyer:
“Sta bene: ha pienamente superato la fase acuta, gli accertamenti diagnostici mostrano un quadro rassicurante e sta ricominciando anche ad alimentarsi naturalmente. Non solo: ha ricominciato a giocare, e questo, anche per i medici, è una ‘cartina tornasole’ molto importante quando si tratta di valutare lo stato di salute e di ripresa di un bambino. Quando il bimbo si è lentamente ripreso dal coma farmacologico – spiega la dottoressa Manuela L’Erario, responsabile di Anestesia e Rianimazione del Meyer – per tutti noi è stato un momento di grande gioia. Abbiamo condiviso con i genitori momenti drammatici ma, insieme a loro, non abbiamo mai perso la speranza. Sentire la mamma dire ‘è tornato il mio bambino di prima’ ci rasserena ulteriormente”.
Il ritorno a casa del bambino.. Il piccolo, staccato dalle macchine – spiega l’opsedale – è stato trasferito dalla Rianimazione al reparto di Subintensiva, dove ha appena festeggiato il suo secondo compleanno con i genitori, il fratellino ed il personale medico e infermieristico della Rianimazione. A breve il trasferimento in reparto, propedeutico al ritorno a casa e alla sua vita di sempre.
Chapeau alla nostra sanità!
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