di Cinzia Marchegiani
Come in Francia anche in Italia si sta registrando una escalation preoccupante a danno dei medici, vittime di aggressioni, atti di vandalismo e violenza a mano armata. Così gli ospedali, le asl sono diventati luoghi insicuri e alla mercé di ogni violenza.
Consulcesi Group, realtà da sempre al fianco dei medici, si schiera con la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri per accendere i riflettori sull’escalation di violenze a danno dei camici bianchi e trovare risposte concrete al drammatico fenomeno.
Spiega Consulcesi:
“Come dalle parole di Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO, in una recente intervista: ‘Avviare iniziative legislative per aumentare le pene nei confronti di chi compie atti di violenza contro gli operatori sanitari, dare il via a campagne di comunicazione per rinsaldare l’alleanza terapeutica tra medico e cittadino e rivedere i livelli di sicurezza delle strutture’
Minacce verbali, percosse, atti di vandalismo, violenza a mano armata. È questa l’inquietante casistica della violenza in corsia nel nostro Paese, di cui sono vittime 1.200 medici ogni anno, in media 3 al giorno, perlopiù donne (68% dei casi) e soprattutto guardie mediche.”
A lanciare l’allarme sono i dati Inail rilanciati dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), che delineano un quadro in cui i professionisti della Sanità sono costretti a lavorare in una vera e propria trincea in tutta Italia, con picchi di episodi in Puglia, Sicilia, Lombardia e Sardegna, regioni che vantano il triste primato per numero di aggressioni.
Consulcesi Group, realtà da sempre al fianco dei medici, lancia un appello alle istituzioni: “Servono risposte concrete e urgenti per affrontare un fenomeno che sta assumendo dimensioni inquietanti. È inammissibile che gli operatori sanitari siano costretti a lavorare in un clima di terrore, con il costante rischio di essere minacciati, aggrediti o, peggio, malmenati. La situazione descritta dalla FNOMCeO – sottolinea Consulcesi – è inaccettabile in un Paese civile, e la politica deve mettere in atto le soluzioni normative necessarie per consentire a chi è al servizio della salute dei cittadini di poter operare in piena sicurezza. Noi, come sempre, siamo pronti a collaborare fattivamente con le istituzioni per tutelare la classe medica”.
In questo senso, anche il Presidente FNOMCeO, Filippo Anelli, delinea in una recente intervista un vero e proprio piano strategico per affrontare concretamente l’emergenza:
“Avviare iniziative legislative per aumentare le pene nei confronti di chi compie episodi di violenza contro gli operatori sanitari ma non solo, perché evidentemente c’è anche un problema di carattere culturale, che va affrontato attraverso campagne di comunicazione mirate a rinsaldare l’alleanza terapeutica tra medico e cittadino”.
“Naturalmente – conclude il Presidente Anelli – è necessario rivedere i livelli di sicurezza delle strutture, molte attualmente non rispettano le prescrizioni previste dalla legge 81 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, e ciò ha inevitabili ripercussioni negative non solo per gli operatori sanitari ma anche per i cittadini stessi”.
Sarebbe da comprendere chi è autore di questi atti di violenza e come mai il caso non è solo italiano ma si sta registrando nei paesi europei.