La denuncia
Regione Sicilia – Una sanità a pezzi, vittima di scelte insensate. Questa è la fotografia scattata dagli stessi medici e professionisti del settore che denunciano lo stato in cui versa la sanità e gli ospedali nella Regione Sicilia. Un’istantanea che denuncia le gravi carenze nella rete ospedaliera che nessuno sembra vuole affrontare, mentre la sanità siciliana sembra irrimediabilmente un malato terminale, in totale agonia. La Lorenzin chiamata all’appello sembra neanche rispondere.
A lanciare l’allarme sono Salvatore Ballacchino, segretario regionale Fsi-Usae e Coniglio Calogero, coordinatore nazionale Fsi-Usae: “Sono sconcertanti le gravi carenze dell’assistenza sanitaria siciliana, soprattutto in tema di emergenza e posti letto, non ci sono alternative, la politica, il ministero della Salute e la Regione non sono riusciti a salvaguardare un territorio dove la sanità ha messo in ginocchio gli utenti e anche gli operatori sanitari”.
Il comunicato stampa rilasciato dal FSI-Usae il 29 gennaio 2017 lascia poco spazio all’interpretazione.
Il problema dei posti letto affonda le sue radici nel taglio delle risorse a livello di governo nazionale e regionale, nella mancata programmazione regionale, nell’inesistente medicina territoriale, domiciliare e di prevenzione. La logica conseguenza è il sovraffollamento dei pronto soccorso da parte di pazienti in attesa di ricovero che sostano anche 24-48 ore al suo interno. Il tutto determina un aumento sconsiderato dei tempi di attesa degli utenti a cui è stato assegnato il codice di priorità dal personale di Triage, che superano notevolmente quanto previsto dalle direttive internazionali su tale materia. Inoltre ad aggravare i disservizi la carenza di personale sanitario, in particolare infermieri, medici, tecnici, Oss, ausiliari, ecc.
Il sovraffollamento determina all’interno delle stanze visite una presenza di pazienti al di fuori di ogni regola, determinando l’impossibilità di attenersi alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro e la mancanza di quei fattori che garantiscano l’incolumità della salute dei pazienti e degli operatori.
Coniglio Calogero dichiara:“E’ importante segnalare che a causa del sovraffollamento il 15% dei pazienti che si recano nei pronti soccorso rinunciano alle cure per il protrarsi dei tempi di attesa. A fronte di ciò si registra una disorganizzazione gestionale ed organizzativa che pone a rischio il personale coinvolto ed i pazienti che si rivolgono ai pronto soccorso. Da 7 anni, inutilmente, attendiamo l’attivazione di posti letto di lunga degenza, l’assistenza domiciliare e l’avvio di assunzioni di personale. Nel mentre turni massacranti uccidono di stress il personale sanitario preoccupato dai mille pericoli in cui inevitabilmente quotidianamente può incorrere nella gestione dell’assistenza dei posti letto in barella, che rischiano di diventare posti sedia, fino ad inaccettabili epiloghi giudiziari di tipo penale”,
Avverso tale stato delle cose la Fsi-Usae dichiara che ha ripetutamente sollecitato, con incontri ed azioni di protesta, aziende, regione, prefetture, procure, commissione regionale sanità e, non ultimo promosso due interrogazioni parlamentari a risposta scritta al Senato ai Ministri della Salute dell’Interno, Lorenzin e Minniti; il tutto senza evidenti modifiche dello stato delle cose né delle condizioni assistenziali dei cittadini.
Salvatore Ballacchino sollecita di nuovo:“Auspichiamo che le autorità competenti intervengano al fine di cancellare questo fenomeno inaccettabile in quanto negazione della dignità del cittadino costretto a vivere la condizione di malattia come evento mortificante e incivile. Il diritto alla salute dei cittadini oggi, e da molti anni, non è garantito. La sanità vittima di malapolitica e malagestione è al limite, contestiamo la migrazione dei pazienti verso altri ospedali del nord, che non solo genera decine di milioni di euro di mancati introiti per la Sicilia e mancati investimenti in servizi sanitari nella nostra regione, ma rappresentano un disagio enorme e insostenibile per chi ha bisogno di diagnosi o di cure e per i familiari dei pazienti, costretti a viaggi lunghi e costosi per assistere i propri cari”.
“I tagli dei posti letto hanno provocato gravi disagi ai cittadini, e questo non è tollerabile. Tutto questo e’ noto da molto tempo. Dopo inutili sollecitazioni e richieste di incontri, anche negli ultimi mesi, rimaste inascoltate e senza risposte da parte della Regione, i cittadini e i lavoratori hanno avuto solo promesse non mantenute, date relative ad impegni che cambiano continuamente e atti contrari a ciò di cui i cittadini hanno bisogno e chiedono con forza. Abbiamo anche ipotizzato più volte che determinate scelte negli anni siano state dettate anche da terzi interessi, allo scopo di favorire la lucrosa sanità privata. A peggiorare la difficile situazione l’inadeguata organizzazione, la mancata realizzazione di un’adeguata rete ospedaliera annunciata e mai definita, i costi della sanità che risultano ancora troppo alti, il mancato taglio dei dirigenti, le costose consulenze esterne e le lunghe liste d’attesa”.
Concludono Salvatore Ballacchino, segretario regionale Fsi-Usae e Coniglio Calogero, coordinatore nazionale Fsi-Usae: “Noi continueremo a vigilare. Rammentiamo alla regione che stiamo parlando di diritti dei cittadini, di salute, non di norme e di burocrazia. Proseguiremo questa battaglia fino ad ottenimento di quanto spetta ai cittadini e agli operatori siciliani. La Regione compia atti concreti e potenzi pronto soccorso e rianimazioni, ripristini i posti letto e assuma il personale sanitario pubblico necessario a garantire a tutti i cittadini parità di diritti e di cure.Le emergenze stanno mettendo a dura prova la sicurezza dei pazienti che dovrebbero essere tutelati da una rete ospedaliera che non guardi solo agli aspetti ragionieristici ma alla vita umana e soprattutto alla sua qualità. Chiediamo alla Regione di adottare con urgenza ogni più opportuna iniziativa per provvedere a sanare le gravissime carenze strutturali e organizzative”.